Io e Bruce #8: hard times come, hard times go

Nel 2010 io e Romy ci sposammo ed ho un unico rimpianto: non averlo fatto prima.

Naturalmente fu un matrimonio Boss addicted: le note di Waiting on a sunny day ci accolsero al ristorante e quelle di Because the night accompagnarono il taglio della torta. Il giorno dopo partimmo per il viaggio di nozze: desideravo andare negli USA, fare una capatina a NYC e poi, di soppiatto, scivolare verso il New Jersey per visitare quelli che considero autentici luoghi di culto: Freehold, Asbury Park, lo Stone Pony.  Ma mia moglie, che invece desiderava solo sdraiarsi in riva al mare e mi conosce bene, si oppose fermamente a qualsiasi località che fosse a meno di 1000 km dal New Jersey. Così finimmo in Messico, tra sombreri e zanzare fameliche come piranha.

Purtroppo dopo il rientro ci trovammo a fronteggiare situazioni molto gravi e la vita coniugale è stato l’unico appiglio cui aggrapparmi durante quei mesi turbolenti, l’unico faro che guidasse la rotta durante la tempesta. Tanti tragici eventi hanno incrociato la strada del mio cammino e tanti vuoti silenziosi si sono insinuati nelle mie giornate: le certezze sono diventate ricordi, le speranze hanno assunto i contorni della paura. Ancora una volta, è Bruce ad avere ragione quando in Something in the night canta:

Sei nato senza niente
ed è meglio così
Perché come hai qualcosa
viene subito qualcuno
per portartelo via

Ho perso amici e persone care. Ho perso la persona più simile ad un fratello che abbia mai avuto. Ho seppellito mia figlia, senza avere la gioia di abbracciarla, di vederla sorridere o di sentirmi chiamare “BABBO!”.

Da allora, il punto cardinale che segna la mia bussola è uno soltanto: andare avanti in qualche modo. E se la mano dove ho retto questa bussola è rimasta ferma e la presa salda, è anche per merito della musica di Springsteen. Come sempre nella mia vita, infatti, le sue canzoni mi hanno aiutato a capire, definire e accettare la realtà. E come già accaduto altre volte in passato, il suo nuovo disco è entrato in perfetta sintonia con il mio stato d’animo, come se l’avesse scritto apposta per me.

Bruce Springsteen - 2012 - Wrecking Ball Wrecking Ball uscì nel 2012 e venne presentato come il suo disco più arrabbiato di sempre, ma quando lo ascoltai la prima volta non trovai traccia di quella rabbia tanto sbandierata. Solo con gli ascolti successivi capii che la rabbia c’era (e pure tanta) seppur celata dietro musiche poco incazzate. E’ questo che ho cercato di spiegare nella recensione di Wrecking Ball che pubblicai in uno dei primissimi post del blog.

La prima canzone che attirò la mia attenzione fu Land of hope and dreams. In realtà è un brano vecchio: esordi nel Reunion Tour e fu incluso come inedito nel Live in NYC del 2001. L’avrò cantata centinaia di volte, forse migliaia. E non c’ho mai capito niente: pensavo parlasse di gioia, speranza, rinascita, vita, e invece parlava d morte. Ho impiegato 14 anni per capirlo. Ero in macchina e andavo a lavorare, i miei pensieri vagavano sul mio piccolo angelo volato in cielo e ascoltavo la musica a tutto volume:

Mi prenderò cura di te
E starò al tuo fianco
Avrai bisogno di buona compagnia
Per questo tratto del cammino
Lascerai indietro le tue sofferenze
Questo giorno finalmente sarà l’ultimo
Domani vedrai la luce del sole
E tutta questa oscurità svanirà

Un pugno sullo stomaco, tanto violento da togliermi il respiro. Poi, dopo qualche secondo, le lacrime. E’ così doloroso accompagnare qualcuno che si ama per quel piccolo tratto del viaggio che separa la vita dall’Ignoto. Ancora più lacrime. E’ così difficile confortare chi amiamo in quell’attimo breve ma infinito che separa la vita dalla morte. Pianto dirotto. E’ così insopportabile la rabbia che ti brucia dentro quando capisci che non puoi fermare il dolore, ma solo accettarlo e sopportarlo. Pianto disperato. A quel punto fui costretto ad accostare la macchina e fermarmi: non vedevo più la strada.

Mi scivolarono a fianco decine di macchine, ed io continuai a piangere e singhiozzare. Alcuni automobilisti rallentarono credendo che stessi male, mentre io maledicevo l’universo intero perchè non avevo potuto stringere la manina del mio angelo e consolarla l’attimo prima che fosse volata in cielo. Urlai. Presi a pugni il volante. Urlai di nuovo. Intanto Bruce continuava a cantare:

Grandi ruote rombano attraverso i campi
Dove si riversa la luce del sole
Ci incontreremo nella Terra dei Sogni e delle Speranze

La canzone finì. Chiusi gli occhi, trattenni il respiro e aspettai che passasse. Infine, lentamente, ripartii.

Dopo quella mattina l’ascolto di Land of hope and dreams divenne un rituale ossessivo, da ripetere ogni giorno, per settimane. Avevo così tanta rabbia in corpo da poterci riempire l’Inferno intero e speravo che tutte quelle lacrime potessero addolcirla. Finché una sera, mentre tornavo a casa, le casse dello stereo sputarono le note graffianti di Wrecking Ball, la title track del disco.

hard times come, hard times go
hard times come, hard times go
hard times come, hard times go
hard times come, hard times go
hard times come, hard times go
hard times come, hard times go

I momenti difficili arrivano sempre. Ma poi se ne vanno. SEMPRE. Sta a noi accompagnare questo circolo della vita nel modo migliore. Piansi di nuovo: ma non più un pianto disperato. Versai lacrime tristi e malinconiche, perchè certi vuoti non si possono colmare, certe ferite non si rimarginano, certi dolori ti segnano la vita. Possiamo solo fare in modo che non ci rovinino per sempre.

Bruce e Clarence
Clarence Clemons durante il mitico assolo di Jungleland: RIPOSA IN PACE BIG MAN!!!

In quelle settimane così dolorose, Bruce e la E Street Band tornarono in Italia per il WB Tour: Milano, Firenze, Udine. Furono i primi concerti senza Clarence Clemons, tragicamente scomparso l’anno precedentePer sostituire Big Man il Boss aveva messo a libro paga addirittura cinque nuovi musicisti: i Miami Horns più il nipote dello storico amico, Jake Clemons, sassofonista anch’egli. Ovviamente non andai a nessuno dei tre concerti: il mio spirito e la mia testa erano altrove. Venni a sapere che il concerto di San Siro era durato addirittura quattro ore e ogni tanto cercavo su Youtube qualche video di quelle magiche serate, tuttavia niente di tutto ciò riuscì a scuotere il mio torpore e il mio distacco. Nemmeno la consapevolezza che quelli, con ogni probabilità, sarebbero stati gli ultimi concerti italiani con la E Street Band. Il Boss mi aveva dato tanto, i suoi concerti erano state esperienze tra le più belle della mia vita, ma se il Destino aveva deciso che io non dovessi più parteciparvi, ormai potevo accettarlo.

Eppure il Destino – quello stesso Destino che 19 anni fa guidò la mia mano facendomi pescare dal mucchio la cassetta di Human touch… quello stesso Destino che fece uscire il Greatest Hits di Springsteen giusto pochi mesi dopo che me n’ero innamorato… quello stesso Destino che nel 1999 mi regalò gli ultimi biglietti disponibili per il Reunion Tour… quello stesso Destino che rese leggendario il concerto di San Siro del 2003… quello stesso Destino che mi aveva aiutato a seguire il Boss tra dischi e concerti per più di metà della mia vita… – ebbene quello stesso Destino convinse Bruce che il Wrecking Ball Tour non si poteva chiudere nel 2012, che doveva continuare, che ci sarebbero state altre magiche serate.

All’inizio del dicembre del 2012 la notizia squarciò le nubi tempestose che da mesi aleggiavano sopra la mia testa: Springsteen sarebbe tornato in Italia per 4 concerti. Quel raggio di sole mi scaldò, mi rincuorò, mi aiutò a ritrovare la via. Bruce mi lanciava la sua zattera di salvataggio, mi forniva un nuovo appiglio per risalire la china, era come se mi stesse dicendo: ehi amico, datti una mossa che è ora di riprendere il cammino. Mi piace credere che abbia prolungato il WB Tour solo per me…

Decisi di fare le cose in grande: non uno, ma DUE concerti! Il 3 giugno a San Siro e poi a Roma l’11 luglio. Dovevo recuperare il tempo perduto, dovevo recuperare me stesso. Fu proprio nei giorni in cui i comprai i biglietti che un regalo meraviglioso venne dal Cielo e decise di lasciarsi custodire nella pancia di mia moglie. Il Boss non farà i miracoli, ma di sicuro aiuta le persone ad accoglierli…

E così la Storia scivola nel Presente. I resoconti dei due meravigliosi concerti cui ho assistito quest’anno – il settimo e l’ottavo della lista – sono gli articoli del blog cui sono più affezionato:

Resta poco da dire, ma il tempo dei saluti non è ancora giunto. Restate in ascolto, quindi!!!!

Bruce Springsteen Keep Calm
Fermi lì che manca poco!!!!

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Io e Bruce: a love story

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5 pensieri su “Io e Bruce #8: hard times come, hard times go

  1. Più va avanti il tuo racconto e più diventa commovente. Hai fatto benissimo a parlare a cuore aperto delle tue emozioni, comprese quelle più lancinanti: aver passato dei momenti di profonda amarezza e aver sfogato il tuo dolore piangendo non diminuisce in niente la tua virilità o la tua forza d’ animo.
    I veri uomini non sono quelli che si lasciano scivolare addosso gli eventi negativi: quelli sono degli automi aridi e insensibili, delle persone del tutto prive di interesse e spesso anche spregevoli. I veri uomini sono quelli che sono capaci di provare delle forti emozioni, che magari se ne lasciano anche travolgere, ma poi trovano un modo di rialzarsi, e soprattutto non permettono alle proprie amarezze di cambiarli in peggio. Per questo ti fa onore il fatto di esserti risollevato, e di aver conservato il tuo carattere solare e ironico nonostante tutto.
    A proposito del Boss, sono di nuovo incappato in un articolo su di lui: http://pinkcadillacmusic.wordpress.com/2013/10/03/nuovo-libro-su-bruce-springsteen/. Il blog sembra essere pieno zeppo di articoli su Springsteen, quindi spero di averti segnalato una miniera d’ oro. : )

    1. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questo mio tentativo di raccontare a parole le emozioni che mi hanno travolto negli ultimi tempi. E’ difficile parlare di se stessi senza diventare melensi… spero di esserci riuscito!!!!!

  2. wow, semplicemente wow. Mi sono commossa e, piu’ per te che per me, sono contenta che Bruce abbia prolungato quel tour. Come ti ho detto ne visti tre di concerti nel 2013, girando l’italia in macchina da Roma a Padova, poi Milano per poi tornare a casa ad attendere la tappa “piu’ comoda” a Roma (unica tappa evitata Napoli perche’ in piazza e avevo paura di non potermi organizzare con macchina, hotel…ma me ne sono comunque pentita). E finito il concerto di Roma ero gia’ desiderosa di andarne a vedere un altro…da sola come negli altri, ma non mi sentivo affatto sola, perche’ sentivo che c’era tanta gente che come me, anzi come te, aveva una grossa spinta, delle emozioni forti. Non sapevo fino a quanto le altre persone stavano provando quelle forti emozioni, e mi fa piacere sapere che ce ne erano eccome! A San Siro coinvolsi mia cigina e il marito che vivono a Milano perche’ presa dal panico al momento dell’acquisto del biglietto online ho fatto un casino e alla fine ne ho presi tre per errore! Per fortuna loro hanno accettato di venire vivendo li’ e ricordo ancora le loro facce a fine concerto (ovviamente presa dal panico avevo preso posti tutti separati). Quando ci siamo reincontrati fuori dallo stadio lei era estasiata pur conoscendo solo le piu’ famose! Era stata stregata anche lei! 🙂 Grazie ancora del bel racconto. Incrociamo le dita per il prossimo tour! Sara’ epocale!

    1. Ad ogni concerto ho sempre portato qualche amico diverso, ogni volta un nuovo adepto al nostro Messia con la Telecaster!!!!
      Tutti, invariabilmente, sono sempre usciti entusiasti e tutti, sempre invariabilmente, hanno sempre salutato la fine del concerto con la stessa frase: “E’ il più bel concerto cui abbia mai partecipato”.
      E poi ad ogni concerto ho sempre conoscito gente favolosa.
      Al mio secondo (Quello a Milano del 2003 sotto una tempesta di pioggia e fulmini) mi ritrovai nel prato accanto a un vigile urbano della mia città: tra 70000 persone mi ritrovia a fianco proprio lui, pensa te!!!
      Nel 2008, sempre a San Siro, sedevo in tribuna e accanto a me c’era una vecchina col bastone, avrà avuto almeno 75 anni. Rimase seduta tutto il tempo con un sorriso estasiato. Alla fine del concerto si volatilizzò e non ebbi nemmeno il tempo di salutarla tanto che talvolta mi ritrovo a pensare che sia stata solo una visione!!!

      Dai, teniamo le dita incrociate: sabato inizia il tour negli USA e forse è la volta buona che il Boss si decide a comunicare anche le date europee!!!!!

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