Bad Teacher Cameron Diaz Car Wash Poster

Bad Teacher – Una Cattiva Maestra

Il cinema è pieno di film sui professori, tutti descritti in maniera sempre diversa: il sognatore, lo stronzo, lo psicologo, l’amicone, il diligente, il seduttore, l’alternativo, l’ostinato, il salvatore. Ma mai nessuno aveva pensato di proporre una raffigurazione così dissacrante come quella della professoressa Elizabeth Halsey, interpretata da Cameron Diaz nella commedia “Bad Teacher – Una cattiva maestra“.

Bad Teacher La bad teacher  di Cameron Diaz insegna alle medie ma in realtà disprezza il suo lavoro. Il suo unico obiettivo è quello di sposare un uomo ricco che possa mantenerla e permetterle di vivere nel lusso. Nell’attesa del colpo di fortuna, conduce una vita superficiale e licenziosa. Beve e fuma marijuana; usa la sua straordinaria bellezza per irretire gli uomini e ottenere ciò che vuole; arriva a scuola sempre stanca per le sue scorribande notturne e così dorme invece di insegnare; tratta male tutti i colleghi e le colleghe atteggiandosi con fare cinico e indisposto, tranne l’insegnante di educazione fisica (Jason Segel), l’unico che riesce a tenerle testa.

Con l’arrivo a scuola di un supplente scapolo e ricco (Justin Timberlake) la sua caccia diventa spietata: decide che per conquistare il nuovo arrivato ha bisogno di rifarsi le tette e così la bella Cameron Diaz si imbarcherà nelle imprese più strampalate per raggranellare i soldi necessari all’intervento chirurgico. Non ultima la scena famigerata (soprattutto per i maschietti) in cui lava le automobili in abiti a dir poco succinti.

Ovviamente Bad Teacher – Una cattiva maestra non è un filmone, nè può essere considerato una commedia memorabile. Tuttavia è un film divertente: ha ritmo, fa ridere e i personaggi sono interessanti. Sicuramente Cameron Diaz è più bella che brava, ma ciò non vuol dire che sia una delle tante attrici solo tette e culo: i ruoli come quello della cattiva maestra di questo film le si addicono perfettamente  e l’autoironia con cui sfrutta il suo lato sexy è sicuramente encomiabile.

In sintesi, se volete passare un’ora spensierata e farvi quattro risate, Bad Teacher – Una cattiva maestra può senz’altro fare al caso vostro.

Voto: 7

Bad Teacher Cameron Diaz Car Wash Poster
Cameron Diaz lava la macchina…

16 pensieri su “Bad Teacher – Una Cattiva Maestra

  1. L’ho visto tempo fa e mi aveva strappato un paio di risate, un film spensierato senza troppe pretese 🙂

  2. La mia esperienza di cinefilo mi insegna che spesso la riuscita di un film é inversamente proporzionale alle sue ambizioni.
    Intendo dire che quando un regista si impone di fare un filmone (radunando i migliori attori, investendo soldi a palate, trattando i grandi temi della vita eccetera) spesso finisce per produrre una colossale porcata, alla quale non si può fare a meno di rivolgere un’ altrettanto sonora pernacchia.
    Allo stesso modo, quando invece un regista squattrinato prende una sceneggiatura leggera e la fa interpretare ai primi attori che gli capitano sottomano, spesso tira fuori un film gradevole, carino, che all’ insaputa dei suoi stessi realizzatori riesce a toccare delle vette di qualità del tutto inaspettate. Sembra essere il caso di Bad Teacher, come é il caso di altri 2 film con Cameron Diaz, The Mask e Tutti pazzi per Mary. Anche Little Miss Sunshine e Le ragazze del Coyote Ugly sono dei buoni esempi.
    Per quanto riguarda invece i film che vorrebbero volare alto e invece sprofondano nella mediocrità, i primi titoli che mi vengono in mente sono Mulholland Drive e The Aviator.
    Il bello é che talvolta i registi di questi obbrobri sono talmente tanto sicuri di aver fatto un filmone che riescono a convincere di questa panzana anche qualche critico, e quindi vincono perfino qualche Oscar. The Aviator ad esempio ne ha vinti 5, tra l’ altro in un’ annata piena di film stupendi come Million Dollar Baby, Hotel Ruanda, Collateral eccetera.
    L’ unico regista che si pone degli obiettivi altissimi e li raggiunge sempre é Terrence Malick. I suoi non sono dei film: sono delle vere e proprie esperienze metafisiche, che ti riempiono gli occhi con la loro potenza visiva e allo stesso tempo ti fanno riflettere con la loro profondità di contenuti. Certo, anche i film di Malick hanno i loro difetti (su tutti una enorme lentezza narrativa), ma ad avercene di registi come lui.

    1. Malick non l’ho mai digerito. Appartiene a una schiera di registi che definisco “intellettuaolidi”. Fanno film complicati, astrusi, ricchi di citazioni colte intellettuali e complicate, opere che il più delle volte sono anche autoreferenziali. Generalmente sono apprezzatissimi dalla critica e dagli spettatori di un certo livello. Io, che sono più terra terra, non li capisco e quindi non li apprezza. Anzi, mi viene sempre il sospetto che tutta questa profusione di erudizione cinematografica serva solo a comunicare “visto come sono preparato? visto come sono bravo?”.
      L’altro capostipite di questa genia di registi è David Lynch, di cui sicuramente “mulholland drive” è l’esempio più fulgido.
      Ma forse sono io ad essere una capra ignorante che non apprezza questa roba…

      PS: straconcordo su The Aviator, cagata pazzesca. Mi hai ricordato Collateral, gran bel filmone con una delle interpretazioni più interessanti di Tom Cruise (se non altro perchè è fuori dal clichè dell’eroe che salva il mondo…)

      1. Anche mio padre, che pure é uno spettatore di un certo livello, non digerisce Malick.
        Ricordo che una volta provai a fargli vedere “The tree of life”. Dopo un po’ lui si spazientì, e mi propose di girare gli altri canali di SKY Cinema per vedere se c’era qualcosa di meglio.
        Dopo aver fatto un po’ di zapping, ci imbattemmo in “Acqua e sapone” di Carlo Verdone. Mio padre esultò e disse “Ecco, io tra Verdone e Malick prendo Verdone tutta la vita.” A me Malick piace, ma questo giudizio mi trova perfettamente d’ accordo. : )

      2. Il verdone degli anni 80 piaceva pure a me, ma l’ultimo proprio no.
        Purtroppo lui, come molti altri registi di commedie italiane, cercano troppo spesso di “darsi un tono”, di nobilitare i propri film con risvolti drammatici o presunti tali. Ma per mescolare dramma e commedia ci vuole tatto, sensibilità, bravura in qualità elevatissima. Alla fine, molti di questi prodotti finiscono per essere nè carne nè pesce, non divertono nè coinvolgono. Ormai le uniche commedie italiane pure sono quelle – inguardabili – dei cinepanettoni.
        Ecco, il Verdone che preferisco è quello di Bianco Rosso e Verdone. Vale lo stesso discorso per Benigni: il Mostro, Piccolo Diavolo e Johnny Stecchino sono impareggiabili, molto meglio degli ultimi film e, per certi aspetti, anche meglio di “la vita è bella”.

      3. E’ vero, Verdone e Benigni sono due decaduti, ma per motivi diversi.
        Come hai detto tu Verdone ha provato a fare il salto da semplice comico ad autore di serie A, senza riuscirci. Nel suo caso, tuttavia, intravedo altri 2 motivi all’ origine del suo declino:
        1) La scomparsa dei caratteristi. All’ inizio della sua carriera, Verdone era affiancato da alcuni personaggi di contorno (interpretati dalla sora Lella, da Mario Brega, da Claudia Gerini eccetera) molto riusciti, la cui presenza era fondamentale per la buona riuscita del film: venuti a mancare loro, é crollato tutto. E’ un po’ come se al Barcellona togliessi Puyol, Xavi e Iniesta: rimarrebbe ancora Messi, ma non sarebbe la stessa cosa.
        2) La scomparsa dei personaggi. All’ inizio della sua carriera, Verdone interpretava una serie di stereotipi: il burino, l’ hippie, il ragazzino ingenuo eccetera. Poi ha messo da parte questi ruoli da macchietta e ha cominciato ad interpretare l’ uomo qualunque. Peccato che l’ uomo medio al cinema non funziona, é noioso, non fa ridere. Verdone dopo aver fatto un flop dietro l’ altro se n’é accorto ed é tornato a fare i personaggi (in Grande, grosso e Verdone), ma era troppo tardi, il grande pubblico l’ aveva abbandonato già da un pezzo.
        Benigni invece é il classico artista che ha fatto un capolavoro e non ha saputo farne altri. Essendo incapace di replicare quella performance irripetibile, si limita ad interpretare Dante. Almeno lui ha avuto l’ umiltà di ritirarsi da regista, invece di infangare il ricordo del Benigni che fu con dei film non ispirati. Bisogna sempre cercare di chiudere in bellezza. : )

      4. Oddio, “la tigre e la neve” e “Pinocchio” non possono considerarsi una chiusura in bellezza… Per il resto però hai ragione: Benigni ha capito che il successo di Lavita è bella era irrepetibile e si è buttato gradualmente altrove.
        Il discorso che hai fatto su VERDONE è verissimo. La cosa triste è che la stessa parabola ce l’hanno avuta tanti altri comici. Penso ad Aldo Giovanni e Giacomo, ad esempio, che dopo 2 film esilaranti (Così è la vita e Tre uomini e una gamba) hanno inanellato una cagata dietro l’altra.
        La commedia all’italiana, ahinoi, non c’è più e salvo qualche sporadico film (Che bella giornata di Checco Zalone, o Benvenuti al sud che cmq è un remake) il cinema italiano sforna solo o robaccia melensa o spazzatura da cinepanettoni.
        Se penso che uno dei film più acclamati degli ultimi anni è “I soliti idioti” con quei 2 pseudoattori lanciati da MTV, mi viene il latte alle ginocchia…

      5. Scoprii Mandelli e Biggio molto prima che facessero il botto con “I soliti idioti.” Quando li vidi per la prima volta era addirittura il 2000: il loro programma si chiamava MTV Mad, e loro alternavano i loro sketch con quelli di un altro comico, Gip.
        Li persi di vista fino al 2006, quando MTV creò un programma tutto per loro, Bathroom: già lì era visibile un netto peggioramento rispetto ai tempi di MTV Mad, ma mi facevano ancora spanciare dal ridere.
        Poi cominciarono a fare I soliti idioti, e mi bastò vederne poche puntate per capire che non c’era più traccia dei favolosi comici che avevo conosciuto da ragazzino: erano diventati, appunto, due perfetti idioti.
        Il paradosso é che quando Mandelli e Biggio facevano degli sketch di qualità non se li filava nessuno, mentre invece quando hanno abbassato paurosamente il livello della loro comicità il pubblico li ha portati in trionfo. La loro storia dimostra che per avere successo in tv (e al cinema) ti devi sporcare le mani, e più sguazzi nella melma del trash e più il pubblico ti ricoprirà d’ oro.
        Peraltro il loro programma oltre che trash é anche poco originale, nel senso che Mandelli e Biggio fanno ciò che faceva proprio Verdone negli anni 80: prendono degli stereotipi e li portano all’ estremo. Con la differenza che Verdone sapeva farlo con garbo, senza esagerare e senza scendere sotto un certo livello, mentre invece Mandelli e Biggio scendono volutamente sotto il livello della decenza, e lo fanno anche con fierezza, con l’ orgoglio tipico dei buzzurri che sono diventati. Ma fidati, soltanto pochi anni fa erano dei comici eccezionali. : )

      6. Non conoscevo i loro esordi, vedrò di recuperare qualche video su youtube.
        Ma ricordo ancora l’orrore con cui stoppai la visione del loro film dopo pochi minuti: quel ripetere ossessivo della stessa idiota battuta (dai cazzooooo), quell ‘esasperare, come giustamente rilevi tu, gli stereotipi dell’italiano medio esaltandone l’aspetto più trash e buzzurro, quel giocare sulla stupidità dello spettatore fornendo un divertimento banale e che stufa dopo pochi istanti. Non a caso figura nella lista dei film più brutti che abbia visto.

        Sul Verdone degli esordi c’è da dire che era proprio bravo. D’estate su raiuno dopo cena danno sempre gli spezzoni degli anni70/80 e spesso ci sono i suoi sketch: veramente sublimi. Peccato sia così peggiorato dagli anni 90 in poi. Ricordo ancora il ribrezzo che mi fece Gallo Cedrone… puah….

      7. Ho googlato “Dai cazzo MTV”, ed é stato come cadere in un grande water. Ho scoperto che MTV ha prodotto una linea di T – shirt e accessori, tutti corredati da questa raffinatissima scritta; come se non bastasse, il link successivo rimandava ad un video in cui, durante un incontro con i fan, Mandelli e Biggio umiliavano una ragazzina con le loro solite gag triviali e sessiste. Le strusciavano l’ uccello addosso, le dicevano “Dopo te lo facciamo sentire meglio”… e lei ovviamente pur di apparire su MTV stava zitta a subire. Dopo un minuto e mezzo ho dovuto interrompere la visione, perché mi vergognavo io per lei. Sinceramente non credevo che Mandelli e Biggio fossero caduti così in basso. Spero per loro che tornino ai fasti di un tempo. A presto! : )

      8. Posso dirvi che a me Mandelli quando era un VJ e si faceva chiamare il Nongio mi piaceva??? Certo, tipo più di un decennio fa… E L’ho visto in alcune scene di Squadra Antimafia e non mi è dispiaciuto affatto. Forse dovrebbe prendere in considerazione l’idea di dedicarsi alla recitazione normale, non demenziale come invece fa e nella quale non si può proprio vedere né tantomeno sentire. Anch’io non capisco come ciò che fanno abbia così tanto successo e seguito…
        Mchan
        Ps: Verdone dei primi tempi è un’icona intramontabile

      9. Vero, il Verdone dei primi tempi è impareggiabile. Ma dagli anni 90 in poi ha inanellato una vaccata dietro l’altra… Recentemente ho visto “io loro e lara” e faticavo a credere che fosse lo stesso verdone di “Troppo forte”…

  3. Bene, proprio stasera non c’è nulla da vedere in tv… Lo andrò a recuperare in rete, un paio di risate fanno sempre comodo, e poi c’è Justin Timberlake che è molto più di un belvedere… 😉
    Io sono una ragazza per cui di Cameron Diaz non me ne faccio un granché, però non nego il suo sex appeal e la trovo perfetta in questi ruoli.
    Allacciandomi al discorso che facevate con wwayne, non penso che siano film di serie B, penso invece che al cinema servano anche questo genere di film, giustissimo fare film intellettuali e di grande impatto o di protesta e di denuncia, ma io al cinema voglio andarci anche per svagarmi di tanto in tanto. Per cui non mi sento di condannare nessun tipo di film (anche se ammetto che i cinepanettoni ed i film demenziali non mi piacciono). L’unica cosa che condanno è l’uso eccessivo della volgarità e delle parolacce. Non sono puritana, però certi sproloqui mi danno fastidio, soprattutto quando non ce n’è affatto bisogno, non so proprio come si faccia a ridere di/a queste cose, forse è anche per questo che non mi piacciono i generi di qui sopra.
    Grazie per il consiglio!
    Mchan

    1. Concordo in pieno col tuo commento. Un po’ di volgarità e qualche parola scurrile ci possono stare, a patto che non siano forzate o abusate. Ad esempio, tra i film di serie B divertenti (che poi tanto serie B non sono probabilmente), volgari il giusto e politically uncorrect, l’esempio più fulgido è sicuramente TED (la cui recensione è la prima che scrissi per il blog). Trattasi di film geniale, dove l’idiozia è intelligente (perdonate l’ossimoro) e dove la risata è assicurata.
      Ecco, ridere. Troppi autori di commedie si dimenticano che la commedia deve far ridere. Non riflettere, non appassionare, non emozionare. Ridere. Punto.

      1. “Troppi autori di commedie si dimenticano che la commedia deve far ridere”
        Purtroppo anche troppi critici…
        E forse è anche per questo che i registi e gli sceneggiatori vanno in confusione e producono vaccate, come dici tu.
        Mchan

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