Ambizione o presunzione

La nota diffusa domenica sera dall’ANSA con la quale, di fatto, Barbara Berlusconi ha sconfessato l’operato di Galliani invitando la proprietà (ovvero suo padre) a cambiare la filosofia aziendale, apre di fatto una frattura insanabile tra l’attuale plenipotenziario-redelmercato-amministratoredelegato Adriano Galliani e Barbarella.

Barbara Berlusconi La guerra che si profila all’orizzonte sarà lunga e sanguinosa: finchè Galliani non sarà sicuro di poter posare il suo flaccido deretano sopra un’altra poltrona (Zio Fester ambisce alla presidenza di Lega, lo sanno pure i sassi) non si sogna nemmeno di mollare l’osso che spolpa da oltre 20 anni. E se è ovvio che Berlusconi non può dire di no alla figlia, è altrettanto vero che non può prendere a calci in culo uno che, insieme ad altri pochi fedelissimi (Confalonieri, Previti, Dell’Utri) vanta con lui una collaborazione (e forse anche collusione) più che trentennale.

Non voglio fare una filippica contro Galliani nè la sua apologia. In fondo gli sono riconoscente, perchè in passato ha diretto bene il Milan e ci ha fatto vincere molto; ma l’operato degli ultimi 5 anni è assolutamente deprecabile: si è imbolsito ed impigrito, ha continuato a gestire il Milan esattamente come 20 prima, senza accorgersi che nel frattempo il mondo del calcio era cambiato e che Silvietto non sganciava più il grano.

La squadra si è progressivamente indebolita: un depauperamento tecnico mascherato per un paio d’anni da Ibrahimovic e l’anno scorso da botte di culo in successione. Ma ora tutti i nodi stanno venendo al pettine. E Barbara, che ambiva alla poltrona di Galliani sin dal giorno in cui entrò nel CdA, ha aspettato paziente che la debacle della squadra fosse colossale per poter assestare una spallata al rivale partendo da una posizione di vantaggio. I geni paterni, evidentemente, si sono trasmessi bene…

Età e consanguineità giocano a vantaggio di Lady B che, prima o poi, porterà a compimento il suo piano e prenderà le redini della squadra. Il perchè voglia farlo poco mi interessa (probabilmente ci sono in gioco gli equilibri nell’asse ereditario dei Berlusconi tra figli di primo e secondo letto), mi auguro soltanto che questo processo sia il più veloce possibile e che si concluda entro questa stagione, perchè altrimenti l’anno prossimo sarà ancora peggio.

E quando tutto sarà finito e Barbara Berlusconi la nuova presidentessa?

Girano tante ipotesi, tanti nomi, tante prospettive. Io spero solo una cosa: che l’evidente e comprensibile ambizione di Barbarella non sia accompagnata da una pericolosissima presunzione di sapere e capire di calcio.
Lei ci metta la faccia, lei faccia gli occhioni dolci al Papi per farsi comprare un buon giocatore, lei si occupi di circuire gli sponsor e strappare contratti milionari coi diritti TV. L’importante è che resti lontano dagli spogliatoi, che eviti di fare baccanali con il centravanti di turno e che, soprattutto, metta l’area tecnica in mano a manager competenti. Solo così, tra qualche anno, il Milan potrà dire di essere uscito dal gorgo di mediocrità in cui è precitato.

Barbara Berlusconi con Galliani ai ferri corti
Separati in casa
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8 pensieri su “Ambizione o presunzione

  1. Certo che la mia gufata ha avuto un effetto micidiale: poche ore dopo aver scritto “Attendo con ansia il giorno del declino di Galliani”, ecco che mi cade dal cielo la notizia dell’ attacco frontale di Barbara Berlusconi.
    L’ unico lato ridicolo di questa per il resto condivisibile iniziativa é stata la retromarcia che lei ha fatto dopo poche ore. La sua dichiarazione é stata: “A mio padre non ho chiesto un altro amministratore delegato, ma una diversa filosofia aziendale.” E al Milan chi la decide la filosofia aziendale, se non l’ amministratore delegato?
    E’ come se avesse detto “Non mi piace come cucina il nostro filippino”, e poi dopo poche ore: “Non ho detto che dobbiamo dare un calcio in culo al nostro filippino: ho solo detto che in casa nostra é necessario adottare una diversa filosofia gastronomica…” : )

    1. La retromarcia credo sia stata tutta politica, anche perchè se leggi bene il comunicato ANSA le parole sono così pesanti e le critiche così mirate che nessuna smentita può edulcorarle. E cosa ancor più stupefacente, secondo me, è stato il silenzio di Berlusconi sulla vicenda. Io credo che il tempo di Galliani sia finito ma, come ho scritto nel post, il vecchio volpone non mollerà l’osso finchè non si sarà sistemato altrove. Da tifoso, spero solo che questa situazione finisca presto perchè sono convinto di una cosa: finchè Barbarella e Zio Fester dovranno convivere a Milanello il Milan sarà quello di queste settimane: mediocre mediocre mediocre.

      1. A me invece il silenzio di Berlusconi non stupisce affatto, per un motivo molto semplice.
        Negli ultimi anni Silvio si é costruito un’ immagine di uomo angustiato e straziato dall’ ingiusta persecuzione delle fantomatiche toghe rosse. Se adesso pronunciasse anche una sola parola relativa al Milan, questa maschera cadrebbe, perché la gente penserebbe: “Così malaccio non dev’ essere ridotto, altrimenti il Milan sarebbe l’ ultimo dei suoi pensieri.”
        Ancora non riesco a capire se la sparata di Barbara sia uno sfogo a caldo oppure un cinico e calcolato tentativo di far fuori un uomo a lei antipatico sfruttando un momento negativo del Milan.
        Comunque, lo ripeto, quando imbocchi una strada poi la devi percorrere fino in fondo: per questo io quella retromarcia non l’ avrei mai fatta, per una questione di coerenza e perché, quando fai marcia indietro, spesso finisci per renderti ridicolo e quindi per scavarti la fossa ancora di più.
        Ad esempio, qualche anno fa un giornalista chiese al nostro ex direttore sportivo Corvino se era interessato a quel colossale scarpone di Tiago della Juventus. Lui sul momento rispose “Non sono mica pazzo!”, poi si rese conto di essersi sbilanciato troppo e tentò di recuperare dicendo: “Noi giochiamo con un centrocampo a 2, mentre Tiago é più adatto ad un centrocampo a 3.”
        A mio giudizio questo patetico tentativo di aggiustare il tiro Corvino avrebbe dovuto risparmiarselo: non solo perché ormai la frittata era fatta, ma anche perché non c’era niente di male nel dire che soltanto un pazzo avrebbe acquistato Tiago. Non l’ aveva mica accusato di essere un assassino o uno spacciatore! Non capisco questo buonismo, questa volontà di smussare gli angoli a tutti i costi, anche quando non ce ne sarebbe assolutamente bisogno. Ma forse sono io che sono troppo schietto, e quindi non mi faccio imbrigliare la lingua da niente e da nessuno. Che dici?

      2. In linea di massima condivido il tuo ragionamento. Nel caso specifico mi auguro che il (piccolo) dietrofront di Lady B sia stato solo di facciata, che prosegua nel suo intendimento di rimpiazzare Galliani con un nuovo management.
        Intendiamoci: la mia fiducia nell’avvenente rampolla è molto molto bassa, tuttavia tocca accontetarsi di quel che passa il convento. Senza possibili acquirenti all’orizzonte e con un AD ormai superato e avvitato su strategie aziendali vecchie di 20 anni che ormai producono sempre disastri, tocca buttarsi nel vuoto e sperare che la seppur inaffidabile Barbarella sappia dare una scossa all’ambiente e rivitalizzare la squadra.

      3. Quando hai accennato alla necessità di rinnovare delle strategie aziendali ormai superate mi hai fatto venire in mente un film che ho visto ieri sera, “L’ arte di vincere.” E’ il classico film sportivo sulla squadra di scarponi che, per motivi misteriosi, inizia ad inanellare una vittoria dietro l’ altra. In questo caso la “formula segreta” consiste nelle innovative strategie di mercato del loro direttore sportivo, che é il vero protagonista del film.
        Di norma questi titoli li evito come la peste perché sono troppo scontati e inverosimili, ma ieri non c’era niente di meglio, e quindi gli ho dato una chance: sono stato ampiamente ripagato, perché é davvero un film notevole. A presto! : )

      4. In alcune parti effettivamente é palloso. Si potevano tagliare le parti incomprensibili per chi non sa di baseball, molte delle scene dedicate alle trattative di mercato, tutta la tiritera sul distributore automatico… insomma, invece di 2 ore e un quarto il film poteva essere lungo un’ ora e mezza.
        Due cose in particolare mi sono piaciute: il fatto che la squadra di scarsoni non abbia vinto (potevano fermarsi alla semifinale vinta, invece hanno scelto di mostrare anche la finale persa) e soprattutto il fatto che il direttore sportivo abbia scelto di non andare a Boston per stare vicino a sua figlia. I film che esaltano il valore della famiglia mi fanno allargare il cuore.
        A proposito di film, non vedo l’ ora di andare a vedere Machete. Il primo film é stato una delizia, e dal secondo non mi aspetto niente di diverso. Ti farò sapere! : )

      5. Effettivamente, con qualche sforbiciata qua e là Moneyball sarebbe stato sicuramente più carino. Ma la sintesi è una virtù di cui Hollywood sembra aver perso la conoscenza.
        Per quanto riguarda Machete, al di là della curiosità di vedere tutte le varie protagoniste in abiti succinti (:D), ho poco interesse. Ho visto il primo, ma non mi ha entusiasmato. Colpa del protagonista, imho: attore veramente scialbo questo Trejo.

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