Non ho gusti particolarmente difficili in fatto di film, eppure il tanto acclamato da critica e pubblico “La ricerca della felicità” a me ha fatto solo un effetto: VOMITARE.
La ricerca della felicità è la prima produzione USA realizzata da Gabriele Muccino e racconta una storia vera: Chris Gardner (Will Smith) e la moglie (Thandie Newton) conducono una vita modesta insieme al loro bambino. Chris vende apparecchi sanitari ma gli affari vanno male e la situazione economica familiare diventa sempre più difficile finchè un giorno la moglie, esasperata, decide di abbandonare entrambi.
A questo punto uno si aspetta che Will Smith si rimbocchi le maniche, che cerchi un lavoro serio per garantire al figlio un tetto e il cibo. Manco per sogno: l’egoistone non solo non cerca lavoro, ma va a fare lo stagista gratis (GRATIS) in una società finanziaria che forse (FORSE) lo assumerà dopo sei mesi. Nel frattempo scivola in una spirale di povertà e umiliazioni sempre più grandi: ricoveri per senza tetto, scatoloni come coperte, il salasso per comprare da mangiare. E ovviamente trascina il figlio con sé.
Capisco il desiderio di inseguire i propri sogni, capisco il bisogno di ribellarsi ai problemi della vita, ma a tutto c’è un limite.
Nella mia scala di valori un figlio viene prima di tutto e non è giusto obbligarlo ad una vita di stenti solo per inseguire chissà quale chimera. Perché la famiglia ha la precedenza, SEMPRE. E i sogni vanno sempre controbilanciati dalle responsabilità. Fa poca differenza che alla fine Will Smith riesca ad essere assunto e ad avere successo a Wall Street: sarà pure un ottimo broker ma resta un padre di merda.
E poi c’è questa cosa tutta americana che Felicità e Ricchezza debbano per forza coincidere… proprio non lo sopporto… mi fa, per l’appunto, VOMITARE… puahhhh
Voto: 2
Sai che non ci avevo mai pensato da questo punto di vista??? In effetti hai ragione. Però io all’epoca ho pianto dalla commozione.
Mchan
Ps: però, forse ricordo male, lui un lavoro qualunque lo ha cercato ma l’unico che ha trovato era quello dello stage. Potrebbe benissimo essere che sbaglio perché la visione risale a quando è uscito, un bel po’ di anni fa…
Anche io lo vidi all’epoca. La rece l’ho scritta basandomi sui ricordi e qualche particolar potrei averlo dimenticato. Cmq il succo del discorso non cambia: il padre in questione è un egoistone di prima categoria 😀
Ma beneee!!! Gia non e’ il mio genere, poi non mi ispirava, ma visti i tanti che ne tessevano le lodi un po di curiosita c era… Grazie, ho salvato tempo e visione 😉
Raramente mi sono trovato così in disaccordo con critica e pubblico… Na ciofeca con pochi eguali!
2 é forse il voto più basso che tu abbia mai dato. Ricordo che Colombiana prese lo stesso voto, ma poi facesti media con l’ 8 dato al culo di Zoe Saldana e il film strappò un 4 in calcio d’ angolo. : )
Se vuoi rifarti la bocca dopo questa visione insoddisfacente, puoi guardare o registrare “La dolce ala della giovinezza.” Lo danno stasera alle 23 su SKY Cinema Classics.
Lo spettatore del 2013 é abituato alle emozioni forti date dalle scene d’ azione, dagli effetti speciali, dalle donne nude o scollacciate e da tutti gli altri optionals del cinema moderno che sono utili a tenere alta l’ attenzione.
Ovviamente “La dolce ala della giovinezza” non ha niente di tutto questo, e quindi per una grossa parte del pubblico odierno potrebbe risultare semplicemente indigeribile. Sono convinto che per molti ventenni guardarlo sarebbe peggio della cura Ludovico, e la maggior parte di loro cambierebbe canale dopo 20 minuti al massimo.
Tuttavia, se riesci ad abituarti ad un’ estetica e ad un modo di fare cinema lontano anni luce da quello odierno, ti assicuro che “La dolce ala della giovinezza” é un film di una bellezza sconvolgente.
Effettivamente hai ragione, questo film è quello cui ho dato il voto più basso. In realtà sarebbe stato battuto da “Cercasi amore per la fine del mondo”, ma in quel caso mi rifiutai di dare un voto perchè avrebbe comportato il classificare come “film” quella nefandezza.
Al di là di queste elucubrazioni algebriche, resta cmq il fatto che questo film fa veramente cagare. Tu l’hai visto? Condividi questa mia stroncatura?
Per quanto riguarda il film da te consigliato, ahimè non ho più SKY Cinema (ho mantenuto solo il pacchetto calcio), ergo me lo sono perso. Tuttavia mi hai incuriosito. Ora vedo se riesco a trovarlo per vie traverse 🙂
Non vidi “La ricerca della felicità” per un motivo molto semplice: quando un film ha troppo successo, guardarlo diventa quasi un obbligo, e io, da spirito libero quale sono, a quel punto mi ribello e non lo guardo per principio. Per lo stesso motivo non ho visto Avatar, Il signore degli anelli, Harry Potter, Benvenuti al Sud, la trilogia di Checco Zalone eccetera.
La mia non é una posizione snob del tipo “Se un film ha successo allora fa schifo, perché il popolino non ha gusto”: al contrario, ritengo che per avere successo (o anche solo per emergere) ci vogliano delle qualità, e che il pubblico é perfettamente in grado di riconoscerle. Anzi, le recensioni che leggo sui blog di WordPress mi insegnano che spesso ci prende di più lo spettatore medio del critico qualificato.
Dei film citati sopra, quali mi consigli di recuperare?
Trovo il tuo punto di vista assolutamente condividisibile. Spesso è capitato anche a me di fare lo stesso ragionamento, ma confesso che il più delle volte la curiosità ha avuto la meglio e mi son visto i film in questione, tranne quando mi sembravano proprio stupidi (i cinepanettoni, per intenderci, non li ho mai visti e mai li vedrò).
Dei film citati sopra:
– AVATAR: la trama fa cagare, ma visivamente è uno spettacolo. Merita essenzialmente per quello.
-IL SIGNORE DEGLI ANELLI: odio Peter Jackson (troppo prolisso) e non ho digerito troppo la trilogia perchè è troppo lunga e troppo pedante. Ti consiglio caldamente di leggerti il libro: quello si che merita
HARRY POTTER: mai visti. Ma solo perchè mi piacerebbe prima leggerne i libri, che sicuramente sono migliori.
BENVENUTI AL SUD: fa ridere, devo riconoscerlo. Bisio è un talento eccellente, inutile nasconderlo. Anche se lo preferisco quando interpreta film drammatici (a tal proposito ti consiglio “Si può fare”, autentico GIOIELLINO di cinema italiano di qualità)
– CHECCO ZALONE: ho visto solo i primi 2 e, per carità, alcune gag sono esilaranti. Ma il suo personaggio è una macchietta ripetitiva e lui non ha particolare talento, ergo la sua carriera ad alti livelli durerà poco.
Non sei il primo a dire che Checco Zalone sta mostrando la corda. Farinotti (lo stesso critico dell’ articolo su Balotelli e Marlon Brando), che pure aveva parlato in termini entusiastici del secondo film, quando ha recensito il terzo ha scritto in sostanza che tante gag sanno di minestra riscaldata.
Quando ho stilato la Top 20 dei migliori registi, ho clamorosamente dimenticato Woody Allen. Si tratta di un uomo costantemente in bilico tra genialità e pazzia, e quindi la qualità dei suoi film dipende molto dallo stato d’ animo in cui si trova quando li scrive e quando li gira: quand’ é in forma ti spanci dalle risate, quando non é in vena i suoi film sono quasi inguardabili.
Io sono un fan di Woody Allen piuttosto atipico, perché nel filone degli inguardabili ci metto anche alcune delle sue pellicole più amate, come “Io e Annie” e “Hannah e le sue sorelle.” Mentre invece altri film bistrattati anche dai suoi fan più accaniti, come “To Rome with love”, io li ho adorati profondamente.
Esattamente come Woody Allen, anche Pedro Almodovar é un regista molto discontinuo, troppo discontinuo per una Top 20. Ma “Tutto su mia madre” e “Volver” bastano e avanzano per fargli ottenere un’ altra menzione speciale
Di Allen conosco solo pellicole recenti.
Ho adorato Sogni e delitti (nonostante l’urticante presenza di Colin Farrel) e pure Matchpoint. Del primo ho scritto una recensione tempo fa: prima o poi la pubblicherò.
To Rome With Love a me non è piaciuto. Per carità, ho visto di moooolto peggio (come il fiilm recensito in questo post) ma quando guardi Woody Allen l’asticella si alza e ti aspetti sempre qualcosa di intrigante. Questo film invece rimane moscio, senza slancio. Anche il coevo Midnight in Paris incorre negli stessi errori. Ed è un peccato, perchè entrambe le pellicole hanno spunti interessanti.
PS: ma perchè Baldwin recita praticamente in tutti gli ultimi film di Allen? Sono mica fidanzati??????
Allen tende a lavorare sempre con gli stessi attori. E’ un costume molto diffuso tra i registi, ma lui, essendo un tipo con mille fisse ed esagerato in tutto, quest’ abitudine la esaspera al massimo grado.
Baldwin non piace neanche a me. Ha quello sguardo a palpebre abbassate e quel tono di voce da cascamorto che sembrano dire “Visto quanto so’ figo?” Questo atteggiamento se lo poteva permettere forse negli anni ’90, ma nel frattempo sono passati 20 anni, lui ha messo su altrettanti chili e quindi la cosa comincia a diventare ridicola. Comunque, non mi sta così antipatico da rendermi impossibile la visione di un suo film.
L’ ultimo di Woody Allen, “Blue Jasmine”, esce il mese prossimo, ma non lo guarderò, perché dal trailer é evidente che Woody non era in forma quando l’ ha girato. Ed é un peccato, perché negli ultimi anni sembrava aver ritrovato lo smalto di un tempo.
Lui é uno dei pochissimi registi che può permettersi di sbagliare non uno, ma anche dieci film di seguito, perché ha un suo pubblico che lo segue a prescindere. Io invece non sono capace di una dedizione così assoluta: posso provare ammirazione per un regista, ma il mio appoggio non glielo dò in maniera incondizionata, voglio che lui mi conquisti ogni volta. “Blue Jasmine” non mi ha conquistato, e quindi non avrà i miei soldi. Tu hai lo stesso atteggiamento, o ci sono invece dei registi che seguiresti anche se facessero un film sul letargo dei procioni?
Ho visto proprio oggi il trailer di Blue Jasmine e ne ho tratto le tue stesse considerazioni. Di più: non lo vedrò a pagamento ma nemmeno gratis quando lo daranno in tv.
Non ho un atteggiamento fanatico in fatto di registi, in questo direi che ci somigliamo. Certo, sono più propenso a vedere un film di Spielberg o Zemeckis piuttosto che di un carneade qualunque, ma non per questo sarei disposto a vedere qualunque film Spielberg o Zemeckis facciano.
Vale lo stesso discorso per attori\attrici: se mi piacciono tendo a vedere loro film, ma sempre scremandoli con alcuni piccoli accorgimenti: visione del trailer e valutazione su IMDB.
Ciononostante talvolta però becco ciofeche clamorose. Come l’altro giorno che mi sono sciroppato l’inguardabile “Shame” (di McQueen) solo perchè c’era Fassbender… lui è bravo, ma il film fa veramente cagare. Avevo pensato di recensirlo, ma poi rischio di infarcire il blog con commenti su brutti film 🙂
Anch’ io cerco di non esprimere troppo di frequente dei pareri negativi, e anche quando stronco un film cerco di farlo con ironia, senza toni astiosi. Di film che meritavano una critica a muso duro, non addolcita dall’ umorismo ne ho visti veramente pochi in vita mia. E chiaramente spero di continuare su questo trend. A presto! : )