Sherlock è una melodia di Morricone, mentre Elementary è una canzone di Katy Perry.
Sherlock è Roberto Baggio, mentre Elementary è Totò Di Natale.
Sherlock è un piatto di tagliatelle della nonna, mentre Elementary è un panino da McDonald.
Sherlock è la passeggiata di due innamorati mano nella mano, mentre Elementary è la sveltina di due sconosciuti.
Strappare dalla Londra Vittoriana di fine 800 l’investigatore più famoso di tutti i tempi e trapiantarlo nel XXI secolo armandolo di smartphone e notebook potrebbe sembrare un esperimento ardito, ai limiti del vilipendio se siete (come me) fan accaniti e puristi di Sherlock Holmes.
Con Sherlock l’esperimento è riuscito alla grandissima: gli autori hanno dato corpo a una serie tv unica nel suo genere, spettacolare ed intrigante, riuscendo a mescolare con magistrale sapienza il rispetto ossequioso per il canone di Conan Doyle ai necessari adattamenti stilistici e narrativi imposti dalla modernità. Un mix perfetto, di cui invece è totalmente privo Elementary: schiavo della logica industriale americana, lo Sherlock Holmes di Elementary è un personaggio plastificato, che dell’originale ha il nome e poco più e in cui tutto viene esasperato o stravolto per attirare lo spettatore, facendo inorridire il purista come me.
Tuttavia, immaginate per un attimo di vedere una puntata di Elementary senza aver mai letto Conan Doyle e senza sapere chi sia Sherlock Holmes: d’un tratto non vedreste più il goffo tentativo di scimmiottare l’originale, bensì un personaggio curioso, che dalla misantropia e dall’eccentricità trae vitalità e genera interesse. Parimenti, la Watson-Girl e il Lestrade-Sveglio non sembrerebbero più caricature degli originali, ma valide spalle capaci di esaltare e al contempo normalizzare le stranezze del protagonista.
Elementary non è brutto di per sè, è brutto solo come adattamento moderno di Sherlock Holmes. Se si fosse limitato a trarre spunto creando storie e personaggi slegati dall’opera di Conan Doyle avrebbe funzionato di più. Magari avrebbe potuto intitolarsi “Cronache investigative di un immigrato londinese ex tossicodipendente” con un anomimo John Smith nei panni del protagonista: sarebbe stato un discreto poliziesco, interessante pur senza brillare di originalità.
D’altronde sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita di canticchiare una canzone di Katy Perry o di mangiare con gusto un panino da McDonald...
Hai reso bene l’idea con l’incipit, anche se non so chi sia Di Natale, ma mi fido 🙂
* Di Natale è un attaccante dell’Udinese, bravo ma senza palle
forse volevi dire: Bravo ANCHE senza palla!
da Wikipedia:
Antonio Di Natale, noto anche col diminutivo Totò (Napoli, 13 ottobre 1977), è un calciatore italiano, attaccante dell’Udinese di cui è anche il capitano. Ha vinto per 2 stagioni consecutive (2009-10 e 2010-11) la classifica cannonieri della Serie A. Il 24 gennaio 2011 è stato nominato Migliore calciatore italiano 2010 dall’Associazione Italiana Calciatori (AIC).
Primatista di presenze (37) e di reti (17) con la maglia dell’Udinese nelle competizioni calcistiche europee,[1] è stato accostato per numero di reti segnate (67), ai calciatori Lionel Messi (82) e Cristiano Ronaldo (86), gli unici ad aver segnato più di lui dall’inizio della stagione 2009-2010 a dicembre 2011.[2] Nella classifica dei più prolifici cannonieri italiani, occupa l’ottava posizione con 297 gol (preceduto da Silvio Piola con 390, Alessandro Del Piero con 345, Giuseppe Meazza con 338, Roberto Baggio con 318, Filippo Inzaghi con 316, Francesco Totti con 306 e Alessandro Altobelli con 298).[3]
No no, intendevo proprio senza palle, perchè non si è mai voluto cimentare in una realtà più importante dell’Udinese e quando è stato chiamato in nazionale ha sempre dimostrato i suoi enormi limiti di carattere e personalità.
Poi, per carità, rimane un grande attaccante e i numeri sono dalla sua parte, ma 200 gol segnati ad Udine non valgono 100 gol segnati in una grande squadra, dove la concorrenza di altri campioni e la pressione della piazza rendono molto più difficile giocare
PS: ciao e benvenuto nel blog!!!!!!
Sono d’accordo con te, anche se sto comunque vedendo Elementary con piacere, dimenticandomi quasi il nome dei due personaggi. Lo trovo ben fatto e coinvolgente.
Si, è vero, è un telefilm ben fatto sostanzialmente.
Come adattamento è una chiavica, ma come poliziesco non è niente male.
Sherlock è meraviglioso! ❤
Di Elementary ho visto sporadici episodi e non mi ha fatto impazzire…
Si, Sherlock è di un altro livello, su questo non si discute.
Epperò anche l’Holmes new-yorkese di Elementary ha il suo perchè: non in quanto Holmes ma in quanto detective. Da purista inorridisco (pure Moriarty è diventato una donna), ma da amante dei polizieschi apprezzo.
Fossi in te un’altra chance gliela darei 😉
E sei la seconda persona che me lo consiglia…forse un motivo ci sarà…XD
Di per sé l’idea dello Sherlock inglese trapiantato a NY con un Watson donna non era male. Io i primi episodi li ho seguiti (forse l’intera prima serie), poi non so… Sarà stato il troppo enfatizzare le stranezze di lui, che a volte è davvero irritante, sarà la messa in onda di rai2 non sempre continua (serie spezzate a metà, così, a casaccio, e poi riprese dopo mesi senza un minimo di replica) mi ha stancato. Mentre lo Sherlock inglese l’ho rivisto con interesse. Bell’adattamento in chiave moderna.
Mchan
Ps: io Katy Perry la canticchio praticamente ogni giorno, devo preoccuparmi? 😛
Ti confesso che io Katy Perry preferisco guardarla anziché ascoltarla:-)
Non avevo dubbi 😉
Mchan
Ah dimenticavo: i palinsesti di rai2 sono vergognosi
Non me ne parlare… Eppure hanno delle belle serie, ma non le sanno sfruttare con la programmazione a singhiozzo e continuamente in cambiamento tipo terno al lotto.
Mchan
Sono molto curiosa – su sky sto guardando elementary e mi sto divertendo molto, mentre l’altro della BBC, non saprei proprio dove vederlo.
A me elementary, comunque, piace molto – sarò tipo di Mc D 🙂 – mi piace la velocità del protagonista – più che goffo l’hanno reso più “rapido”, nel pensare, nel muoversi, nei gesti – mi piace la cupezza dei colori, è tutto marroncini, beigiolino, al massimo grigino, mi piace l’abbigliamento vecchiotto e trasandato di lui e quello tutti a strati e molto poco glamour di lei, e mi piace la sigla.
Lo vedo più come un omaggio e non ci cerco molto di più – non sono così esperta di abiti vittoriani da riconoscere, in caso di una ricostruzione accurata, il normale, dall’elegante e dall’eccentrico…
Io sono un amante di lunga data dei racconti di Sherlock Holmes. Li ho letti e riletti non so più quante volte tanto che alcuni passaggi ormai li potrei ripetere a memoria.
Va da sè che qualunque trasposizione filmica del mio mito venga passata al settaggio, analizzata al microscopio dal mio occhi di esperto.
Lo Sherlock della BBC è il non plus ultra, su questo non si discute. Lo inserito anche sul podio della mia top 20 telefilm: https://lapinsu.wordpress.com/2013/04/12/top-20-telefilm-2/
Su SKY non lo danno, è vero. Comunque in rete è facilmente reperibile ed è una visione che mi sento di consigliarti caldamente.
Le riflessioni che fai su Elementary sono sicuramente giuste e le condivido quasi pienamente. L’unico problema di Elementary è che il protagonista si chiama Sherlock Holmes… Non c’è veramente niente del personaggio originale, non è quindi una rivisitazione e tanto meno una trasposizione. Ciò nonostante il telefilm ha il suo ritmo, è divertente ed intriga al punto giusto: un buon poliziesco, su questo non si discute. Dal mio punto di vista sarebbe potuto anche essere ottimo se solo avessero avuto l’accortezza di non scomodare Holmes e Watson 😉
Io e te stiamo già in qualche modo discutendo nei vari commenti sulla questione apocrifi ed eredi di Holmes ed in linea di massima direi che siamo d’accordo su Elementary, massimamente su Sherlock.
Se hai seguito la serie, immagino poi che avrai visto anche come lo sceneggiatore di Elementary ha furbamente evoluto la figura di Mycroft alla fine della seconda serie.
Direi che il riassunto potrebbe essere: se i personaggi non si chiamassero come i personaggi di Doyle, sarebbe uno dei migliori polizieschi americani in circolazione…
“se i personaggi non si chiamassero come i personaggi di Doyle, sarebbe uno dei migliori polizieschi americani in circolazione…”
Dici una sacrosanta verità amico, ed è per questo che ho proseguito la visione nonostante la figura di Holmes venga pesantemente stravolta in peggio.