Le canzoni sono come le ragazze

Le canzoni sono come le ragazze: quelle che ti piacciono subito poi ti stufano presto.

Sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita: vedi una tipa, la trovi carina, inventi un modo per attaccare bottone, ci chiacchieri un po’, la trovi interessante, le offri da bere, ci passi la serata e ti diverti ma appena ti sfiora il pensiero di rivederla un’altra volta ti rendi conto che quel poco di bello che aveva da mostrare è già finito da un pezzo e ti sta propinando lo stesso ritornello da almeno un’ora, come un disco rotto ed incantato sullo stesso solco del vinile.

Il solco e il vinile.

La metafora non è casuale, perchè con la musica accade qualcosa di molto simile: senti una canzone, è orecchiabile e ti si imprime subito nella testa; per qualche giorno la ascolterai furiosamente: in macchina, al computer, sul telefono, con Spotify e Youtube; la canterai perfino sotto la doccia. Ma poi, di punto in bianco, non ti piacerà più e ti suonerà stupida e brutta: rapidamente come era entrata nella tua vita, quella canzone se ne andrà e a distanza di un mese nemmeno ricorderai di averla mai ascoltata.

Il meccanismo è semplice: se qualcosa ti piace subito è perchè si tratta di qualcosa di semplice, che esprime pochi concetti e lo fa in maniera elementare. Incapace di fornire un qualunque spunto di riflessione o alimentare alcuna emozione, questo qualcosa smetterà presto di suscitare interesse perchè avrà esaurito in breve tempo quel poco che aveva da offrire. Viceversa, se quel qualcosa è complicato allora richiederà più tempo e più attenzione per essere compreso, metabolizzato ed apprezzato, ma poi non smetterà più di dare piacere e alimentare interesse. Le soddisfazioni saranno più durature e la noia difficilmente troverà spazio. Come diceva Calvino: “I classici sono quei libri non smettono mai di dire qualcosa di nuovo“.

Purtroppo viviamo in un’epoca che non ama (non tollera?) le cose difficili: tutto deve essere semplice, immediato, veloce, rimpiazzabile. Non c’è più spazio per la tridimensionalità e tutto tende ad appiattirsi in una realtà monodimensionale e banalizzata dove si consuma tutto e subito, in una sorta di bulimia sensoriale sempre protesa a cercare qualcosa di nuovo e mai qualcosa di meglio. Accade con la musica e con i film ma pure con la vita di tutti i giorni. E quindi anche con le ragazze: le storie durano solo il tempo necessario a cambiare stato su Facebook, la paura di grattare la superficie di chi abbiamo di fronte prevale e i rapporti navigano in un limbo di superficialità dove non trova spazio la faticosa ricerca nell’altro delle emozioni e dei comportamenti che inducono a scrutare dentro se stessi, che fanno germogliare nuovi pensieri e nuove idee, che spingono a guardare avanti anche quando si vorrebbe solo guardare indietro.

E’ per questo che sto con la stessa da 15 anni e me la sono pure sposata… Perchè lei è una ragazza difficilecomplicata, richiede tempo per essere compresa e decifrata, ma poi diventa un balsamo perpetuo per la mente e per lo spirito.

E’ per questo, in fondo, che quando mi capita tra le mani un disco che non mi piace al primo ascolto, insisto sempre per un po’, fiducioso che sotto la superficie possa nascondersi qualcosa di mirabile capace di donarmi un piacere duraturo e non effimero. La fiducia poi aumenta quando si tratta di cantanti o gruppi che ho già avuto modo di apprezzare. Quindi vi buttò lì una lista di 10 dischi difficili, ma che avrete la pazienza di aspettarli, ne sarete ampiamente ripagati.

  • Darkness On The Edge Of Town (Bruce Springsteen)
  • Nebraska (Bruce Springsteen)
  • Una Volta Per Sempre (Gang)
  • Late For The Sky (Jackson Browne)
  • Wonderland (Nils Lofgren)
  • The Fall (Norah Jones)
  • Up (R.E.M.)
  • OK Computer (Radiohead)
  • The Golden Hum (Remy Zero)
  • Cold Roses (Ryan Adams)

PS: mi raccomando, ascoltateli almeno una decina di volte prima di mandarmi a quel paese 😉

PPS: si può fare un giochino simile anche con i film, quindi ve ne elenco 10 difficili e poco famosi, ma che vale veramente la pena vedere:

 

 

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4 pensieri su “Le canzoni sono come le ragazze

  1. Hai perfettamente ragione quando scrivi che oggi molti rapporti umani si esauriscono alla velocità della luce. Questo non solo per il motivo che hai spiegato nel post, ma anche perché molti quando entrano in confidenza con qualcuno prendono ciò che vogliono da quella persona e poi perdono interesse, non si sentono più motivate a frequentarla. Si é persa la concezione del rapporto umano (di qualsiasi tipo esso sia) come una relazione in cui bisogna dare e ricevere, anzi come un rapporto in cui dare é più bello che ricevere.
    Io al solito vado controcorrente, e cerco di non trarre mai vantaggio dai miei rapporti e dalle persone che frequento. Lo faccio non solo perché altrimenti mi sentirei un profittatore, ma anche perché non voglio dare in nessun modo l’impressione all’altra persona che io la stia frequentando per interesse.
    Riguardo ai film che ti insegnano qualcosa di nuovo ogni volta che li guardi, me ne vengono in mente 2: “Will Hunting genio ribelle” e “In mezzo scorre il fiume.”
    Se invece dovessi nominare dei film che hanno bisogno di più visioni per essere apprezzati in pieno, citerei:

    Pulp Fiction
    Two Lovers
    Il dubbio

    Poi ci sono quei film che devi vedere più volte perché hanno un colpo di scena finale che ribalta tutto ciò che la trama ti aveva lasciato intendere fino a quel momento, e quindi hai bisogno di una seconda visione per rimettere insieme il puzzle. “L’alibi era perfetto” è un ottimo esempio.
    Ci sono alcuni film che riguardi più volte non perché sono difficili, ma semplicemente perché sono troppo divertenti perché ti possano venire a noia. Appartengono a questa categoria:

    I love Radio Rock
    Scemo e più scemo
    Il principe cerca moglie
    Fantozzi

    E così anch’io sono arrivato a 10 titoli. : )

    1. Conosco tutti i film che tu citi tranne i primi 2: ovviamente cercherò di rimediare quanto prima.

      Per il resto, non posso che concordare su tutte le tue riflessioni circa la vacuità di tanti rapporti umani seguendo, nel migliore dei casi, il cinico motto “do ut des” ma più spesso ancora limitandosi a ricevere egoisticamente sfruttando l’altro.

  2. Plauso per i contenuti, plauso per ok computer, plauso per moon. Pero ok computer oltre ad essere di una bellezza rara l ho sempre trovato tremendamente, troppo triste/malinconico… E’ il suo difetto per me che ambisco ad un prodotto che mi generi sensazioni positive…

    1. la tristezza di OK Computer è una cosa su cui hai ragione al cubo.
      Ti confesso una cosa: pur considerandolo un bellissimo disco (lo inserii pure nella mia top 20 album musicali: https://lapinsu.wordpress.com/2013/03/15/top-20-album-musicali/) è un disco che non ascolto da anni.
      Lo scoprii a fine anni 90 quando ancora facevo il liceo e lo ascoltai compulsivamente in un periodo veramente no (prima grossa delusione d’amore), così ora mi ricorda tristezza e dolore talmente bene che preferisco lasciargli prendere polvere nella pila dei cd senza metterlo più sul piatto 😉

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