American Sniper

AmericanSniperLocandinaQuando guardo un film di Clint Eastwood ho sempre un problema: Clint Eastwood. Perchè io a Clint lo adoro, lo idolatro, lo venero. Prima come attore, ma ora soprattutto come regista. E se per vent’anni ha infilato un capolavoro dietro l’altro, cosa vuoi che mi aspetti io ogni volta che vedo un suo film? Un capolavoro, niente di meno.

E purtroppo American Sniper non è affatto un capolavoro. Anzi: è proprio lontanissimo dall’Empireo dei Capolavori.

American Sniper è un bel film, questo è innegabile, ma è bello in maniera distaccata, quasi inconsapevole. E’ preciso e rigoroso come il disegno di un geometra ma è assolutamente privo di qualunque slancio emotivo così resta un affresco lineare ma freddo dove i toni del resoconto non lasciano mai il posto alla sfera drammatica.

Non si tratta di criticarne la retorica dellabandieraastelleestrisce nè tantomeno di puntare l’indice contro il patriottismo che impregna ogni singolo fotogramma del film: questi elementi non mi disturbano nella misura in cui me li aspettavo esattamente così perchè così sono gli americani. E non si tratta nemmeno di sdegnarsi per la mancata presa di posizione contro la guerra perchè, anche in questo caso, non ci si poteva aspettare niente di diverso da un film che canta le gesta del più grande soldato americano. Se siete in astinenza da messaggi pacifisti o antiamericani andate a vedere un documentario di Michael Moore, non certo un film dell’americano più americano verace che ci sia, Clint appunto.

Quel che mi lascia perplesso di American Sniper è l’incapacità di affrontare le tematiche afferenti la sfera privata e personale del protagonista: il dover imparare ad essere REDUCE per poter tornare ad essere MARITO e PADRE; il dover far fronte agli strascichi umani e psicologici con cui la guerra ha invecchiato nervi e membra dell’infallibile cecchino. Questi elementi per me sarebbero stati centrali ed avrebbero potuto dar vita a un film bellico assolutamente sui generis ed innovativo, e se fossero stati colti da Clint Eastwood ne sarebbe venuto fuori un film pieno e rotondo, un film in grado di raccontare la guerra ma di descrivere anche ciò che lascia nel cuore di chi la combatte. Invece il film resta sui binari del già visto e del bellico in senso stretto perdendo così un’enorme opportunità. Perchè la storia di Chris Kyle è affascinante, ma nel momento in cui il racconto si ferma al soldato ignorando o marginalizzando l’uomo. perde per strada un elemento fondamentale, perchè alla fine l’umanità di Chris spiega e determina il suo eroismo molto più che l’infallibile mira col fucile.

Temo che il buon Clint stia invecchiando e non abbia più l’energia per scoprire ed innovare: ormai sembra un vecchio pistolero affaticato e incapace di continuare l’esplorazione del selvaggio west, lui ha già visto quel che gli interessava e ce l’ha mostrato, non ha più interesse a viaggiare. Forse ci sono ancora paradisi da conquistare ma questa battaglia non è più la sua battaglia, così Clint ormai batte solo sentieri sconosciuti, sempre prudente, da una posizione di sicurezza, ormai incapace di sfiorare il sublime come spesso gli è accaduto in passato.

Voto: 7

 

49 pensieri su “American Sniper

  1. Stesse mie impressioni, stesso mio voto, stesso parere.
    Un buon film accompagnato da tanta (personale) delusione 😉
    Ciao!

    1. “Un buon film accompagnato da tanta personale delusione”
      In 8 parole hai sintetizzato perfettamente le mie impressioni.
      Per me è anche un’occasione sprecata, perchè i prodromi per il filmone c’erano, bastava che Clint avesse l’ardire di esplorarli a fondo, invece…

  2. Sai già quale è la mia opinione sul film, avendo commentato la mia recensione. Non so se ne hai mai parlato sul blog, ma sarei curioso di sapere un tuo parere su Jersey Boys. Lo ho visto qualche giorno fa e mi è piaciuto. Certo Eastwood è anche un mio mito, forse però i tempi di Mystic River e Gran Torino sono finiti. Che film quelli!

    1. Jersey Boys l’ho visto poco tempo fa: posto che i musical non mi hanno mai entusiasmato, questo caso specifico ha il non piccolo merito di avermi fatto arrivare fino in fondo (di solito i musical li reggo per 20-30 minuti al massimo).
      Tuttavia resta un film senza magia, che emoziona poco e fa riflettere meno.
      Ahimè hai ragione: i tempi di Mystic River e Grantorino – ma anche quelli di Debito di sangue o Mezzanotte nel giardino del bene e del mal e- sono lontani, probabilmente finiti.

  3. Caspita, quasi un’ora di distacco..=) Sono d’accordo con te sul fatto che “American Sniper” abbia un che di già visto, tuttavia (potrò anche essere considerato un pazzo per ciò che ora andrò ad affermare) io non vi ho trovato tutto questo patriottismo. Sì, c’è, è evidente, però è legato ad un contesto che è quello della realtà. Nel mio articolo mi sarebbe piaciuto indagare la figura del padre in termini più specifici. Una presenza da non sottovalutare, forse simbolo di un ordine che prevede la presa di responsabilità da parte dell’uomo e dunque una partecipazione più attiva per quanto riguarda la famiglia allargata (la società). Ma come dici tu, manca il fattore psicologico, il privato, l’uomo (c’è più soldato).. Forse questa assenza rappresenta un accenno di critica a un tipo di cultura che afferma sé stessa prepotentemente (forse), ma non riesce nella contemporaneità a spiegare uno scarto e dunque dar spessore all’individualità..

    1. Non dici una sciocchezza, anzi, dici una cosa su cui concordo: il film è patriottico nella misura in cui narra la gesta di un soldato, tuttavia non indulge mai nell’esaltazione dello stesso o della guerra. E’ patriottico, ma in maniera intelligente.
      In assoluto, ti confesso che mi sarebbe piaciuto un racconto più centrato sull’UOMO che sul SOLDATO: Clint ne avrebbe potuto tirar fuori qualcosa di memorabile.

  4. Ho letto la tua recensione. Abbiamo avuto le stesse impressioni. Ripeto, non è brutto. Manca di molti elementi che, come hai suggerito tu nella recensione, ci si aspettava da uno come Eastwood. Adesso che ho riletto la mia, mi ero dimenticato di soffermarmi sulla questione del rapporto con la moglie, che tu giustamente hai sottolineato. Lì si poteva certamente focalizzarsi meglio sui problemi emotivi tra loro due.

    1. La moglie è abbastanza insignificante in tutto il film, vuoi perchè le danno un ruolo molto marginale e tendente al piagnone-moccolone, vuoi perchè Sienna Miller ha meno carisma del berretto che indossa sempre il protagonista.
      Una moglie più cazzuta interpretata da un’attrice più carismatica avrebbero innalzato il livello della pellicola almeno di una spanna.

  5. In effetti c’è un nutrito gruppo di registi, nel quale Clint rientra a pieno titolo, che sono “condannati” a dover fare sempre il filmone. Questo perché in passato hanno abituato troppo bene gli spettatori, e quindi se partoriscono un film sotto la loro media fanno subito storcere il naso. Sono un po’ come quegli studenti con la media del 9, che quando fanno un’interrogazione da 7 subito si beccano l’occhiataccia del professore: non perché sia un brutto voto, ma perché possono fare molto di più.
    Prendiamo per esempio Ridley Scott. La sua ultima fatica, The Counselor, non è affatto un brutto film: ok, ci sono delle parti in cui tenta penosamente di imitare i dialoghi chilometrici di Tarantino e riesce solo a far venire il latte alle ginocchia, ma è comunque un discreto thriller. Ecco, il punto è proprio questo: è DISCRETO, e se hai fatto Blade Runner, Il gladiatore e American Gangster non puoi permetterti di fare un film “soltanto” discreto.
    Un esempio ancora più clamoroso di regista “schiacciato” dal proprio immenso passato è Benigni. Lui però è un caso diverso: mentre Ridley Scott e Clint ci hanno regalato filmoni in serie, Benigni invece ha avuto un isolato colpo di culo con La vita è bella e poi il buio.
    Un caso ancora più singolare è Scorsese: quando faceva filmoni come Quei bravi ragazzi non lo cagava nessuno, poi quando è peggiorato e ha cominciato a fare cagate come The Aviator sono arrivati Oscar a pioggia. Credo che la spiegazione sia molto semplice: negli anni 90 il livello medio dei film era molto più alto, e quindi Martin passava quasi inosservato; adesso che il cinema è peggiorato, anche uno Scorsese al minimo della forma riesce a riscuotere consensi nel deserto generale. Un film come Quei bravi ragazzi oggi vincerebbe 10 Oscar.

    1. Devo appuntarmi di fare una classifica di quei film discreti che passano in secondo piano perchè il regista di solito fa di molto meglio, ma che invece se fossero stati realizzati dal carneade di turno forse avrebbero avuto molta più gloria.
      C’è da dire che però il buon Clint sembra aver perso il tocco: dopo il meraviglioso Grantorino (2009) ha infilato tutte mezze delusioni, film discreti e poco più s’intenda, i classici 7 del secchione che vengono visti di malocchio. E poi s’è fissato coi biopic (invictus, J. Edgar, American Sniper, Jersey Boys son tutti biopic) e non capisco perchè. Sembra quasi una mania.

      PS: citi Scorsese con Quei Bravi Ragazzi e mi viene da piangere. Quell’anno vinse l’oscar Balla Coi Lupi e Costner si rubò pure la statuetta per miglior regista. Per carità, è un bel film, ma Quei bravi ragazzi è di un altro pianeta… e poi Costner che batte Scorsese… non è verosimile dai…

      1. A mio giudizio Balla coi lupi prevalse per lo stesso motivo per cui vinse Gli spietati 2 anni dopo: nei primi anni 90 ci fu una riscoperta del western (con i due titoli sopra citati, L’ultimo dei mohicani, il remake di Geronimo eccetera), e Hollywood tentò di incoraggiarla ricoprendo d’oro tutti i film di questo genere. Nel caso di Balla coi lupi poteva starci, nel caso de Gli spietati no: come sai, lo ritengo uno dei punti più bassi della carriera di Eastwood.
        Riguardo alla fissa di Clint per i biopic, penso che anche questo sia un segnale di scarsa ispirazione. Cosa fa un regista quando ha esaurito la vena creativa? Si rifugia in un genere come il remake o il biopic, dove non devi inventarti nulla perché ti basi su una storia vera o su un altro film. Lo stesso Scorsese ha fatto così: The Aviator è un biopic, The Departed è un remake. Che fine ingloriosa per questi due giganti…

        1. Sulla rivalutazione degli western credo tu abbia ragione, però per premiare balla coi lupi invece di Goddfellas bisogna stare proprio fusi di testa. E’ come se avessero dato il pallone d’oro a Gervinho invece che a Ronaldo…

          Sul discorso dei biopic invece non sono particolarmente d’accordo, perchè Clint si è spesso ispirato a libri o racconti per i suoi film, quindi ci sta che abbia preso a prestito storie di vite vere. Il problema è poi quando e come queste storie le racconti.
          Su Scorse, debbo dire che alcuni film degli ultimi anni li ho graditi assai: The wolf of wall street sicuramente, ma anche Shutter Island.

          1. SPOILER WARNING
            Shutter Island è sicuramente un bel film, ma si è sciupato nel finale. Odio quei film in cui arrivi in fondo e scopri che tutto ciò che lo sceneggiatore ti aveva lasciato intendere fino a quel momento era una panzana.
            The wolf of Wall Street (manco a dirlo, un biopic) lo scartai perché una mia amica mi disse di essere uscita dal cinema con l’impressione di aver buttato via tempo e soldi. Da te arriva un parere completamente opposto: i film che dividono il pubblico in modo così netto di solito meritano, quindi lo guarderò. 🙂

      2. Si, Shutter Island spiazza un po’, però ha un fascino mistico che mi ha intrigato.
        Wolf of wall street invece è proprio un filmone: eredita tempi e humour da Godfellas e li macina in salsa moderna. Certo, il capolavoro di un tempo è distante, tuttavia è un esperimento molto ben riuscito.
        Non ti deluderà, stanne certo.

  6. Ottima recensione che chiarisce perfettamente il tuo punto di vista, non mi dilungo sul mio perchè ne abbiamo già parlato ampiamente, mi limito a rispettare (e per carità, sotto molti aspetti capire) il tuo.

  7. Non sono completamente d’accordo…ma neanche in disaccordo. Che sia “bello” inconsapevolmente ci può stare. Ma non è per nulla preciso e rigoroso, è completamente sballato e confuso, sia a livello di sceneggiatura e montaggio che di contenuti e tematiche trattate. Solo che ha il tono serioso, la fotografia e la regia del film importante (anche se pure la regia ha delle pesanti cadute di stile) e, ovviamente, nomi importantissimi alle spalle.
    Ma comunque tutto quello che diciamo è fuffa davanti ai soldi che sta incassando il film. Oramai è chiaro: Clint Eastwood è forse la più grande star di tutti i tempi.

    1. Il mio disappunto più per “quello che ha detto” è per quello che “non ha detto ma avrebbe potuto dire”. Rientra nel novero delle occasioni perse, e a uno come CLint faccio fatica a perdonare questi scivoloni eheheh

  8. Beh, purtroppo devo darti ragione per buona parte. C’era tanto su cui avrebbe potuto lavorare per approfondire la forza dell’uomo, ma purtroppo non l’ha fatto. Ciò nonostante, lo reputo un buon film.

    1. Clint un film brutto non riuscirebbe a farlo nemmeno se lo volesse ehehehe. Ma stavolta avrebbe potuto fare di meglio perchè, a differenza degli ultimi film, aveva anche una storia che si prestava bene. Peccato.

  9. Ho visto oggi American sniper e domani scriverò la mia recensione. La penso praticamente come te, un vero peccato, avevo grandi aspettative per questo film. Forse troppo grandi. È comunque un buon film di guerra che mi ha intrattenuto ma non è da oscar. O da candidatura all’oscar.

    1. Che il buon Clint abbia ricevuto 6 nomination con questo film e 0 con quel capolavoro che è Grantorino la dice luna sulla selva di politica e markette che sottostanno agli Academy Awards…

    1. Le sequenze belliche sono da antologie, si vede che il ragazzo ha avuto un maestro (Leone) coi controcazzi. Però da Clint io mi aspetto sempre qualcosa in più, qualcosa di speciale. Ma qui di speciale non c’è proprio niente.
      Secondo me ti piacerebbe, perchè comunque è ben fatto. Di sicuro avrebbe funzionato ancora meglio se la parte del protagonista l’avesse interpretata il Clint 30enne: ce lo vedo proprio a prendere la mira con quei “freddi occhi di ghiaccio” e ammazzare nemici come non ci fosse un domani…

  10. L’ultimo film di Clint che mi è piaciuto è stato Million Dollar Baby.. torno sempre al cinema con la speranza di ravvivare l’antica scintilla ma purtroppo inutilmente. E anche io lo apprezzo molto, chiariamoci. Apprezzo anche il grezzo Gunny, non solo il cinema più impegnato. Effettivamente trovo tutta la sua ultima produzione un po’ fredda, documentaristica (se non estremamente banale come Gran Torino). Già piangevo la fine dell’Eastwood attore di Dirty Harry e del Monco per ovvii motivi di ordine cronologico, adesso mi tocca anche disperarmi per la fine del Clint regista profondo e riflessivo. Insomma, rimane poco.

    1. Ciao cattiverrimo e benvenuto sul blog.
      Sul documentarismo degli ultimi film di Clint non posso che darti ragione, anche se a me Grantorino è piaciuto molto e lo considero il suo ultimo grande film.
      Nella sua ultima produzione ho apprezzato molto anche Changeling: forse un po’ troppo melodrammatico in alcuni punti, tuttavia emozionante in maniera positiva. Se no l’hai visto te lo consiglio!

      1. Visto naturalmente! Eh, anche lì, è indubbiamente un bel film, non si può affermare il contrario, ma l’ho trovato distaccato. Ecco, potendo applicare un termine fuori campo, direi che sono anaffettivo nei confronti degli ultimi film di Clint e Changeling è un esempio calzante. E’ bello, tecnicamente riuscito, una buona storia, ma non mi crea emozioni. Dannazione!!!

        1. Concordo in generale sull’anaffettività (esiste sta parola? boh.. 😀 ) degli ultimi film di Eastwood, tuttavia a me Changeling non dispiacque, anche se lo apprezzai meno di Grantorino che invece annovero nella lista dei suoi film migliori in assoluto.
          Da lì in poi, e qui mi pare che concodano praticamente tutti, il cinema di Clint ha perso verve e intensità, è diventato via via più piatto e senza quella carica emotiva che aveva contraddistinto i suoi tanti capolavori precedenti.

    1. Ciao thelinkedside e benvenuto nel blog.
      La teoria del tutto mi manca, anche se ho visto un altro biopic, The imitation game, che ho molto gradito.
      Leggerò comunque con piacere la tua recensione anche se, lo confesso, questo film mi intriga poco perchè focalizzato sull’aspetto privato di Hawking più che su quello scientifico mentre io sono più affascinato proprio da quest’ultimo.

      1. Io da appassionato di cosmologia non ho potuto che rimanere deluso dall’aspetto tecnico e scientifico del film, che spiega le cose in maniera troppo semplice e marginale. D’altra parte Einstein diceva che ” Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”, però a tutto c’è un limite. The imitation game non sono riuscito a vederlo, com’è?

    1. Ciao e benvenuto anche a te, bargarag.
      Effettivamente mi pare che American Sniper abbia fatto un po’ a tutti questa impressione: bello ma non troppo, soprattutto per una serie di temi che,se approfonditi, avrebbero potuto alzare lo spessore emotivo del film.
      Un’occasione persa, questo è indubbio, e dal buon Clint francamente non me l’aspettavo
      (ciò non toglie che il film sia comunque gradevole, sia chiaro).

      1. Perfettamente d’accordo, anche io amo profondamente Clint e mi aspettavo sicuramente di più ma non ho la certezza che gli americani e con questo non intendo solo quelli a favore della guerra, abbiano avuto la nostra stessa impressione e lo stesso poco coinvolgimento… E se dal punto di vista tecnico non è mancato niente ma è solo sul piano emozionale che il film non è decollato, è secondo me legittimo chiedersi se sia solo un “nostro” punto di vista…la distanza voluta dal personaggio reale e la scelta di non riportare nel film episodi cardine della personalità del protagonista fa pensare che se c’è stato un “errore” di certo non è stato accidentale. Non mi aspettavo un’apologia della guerra ma la mia lontananza da questa cultura, il patriottismo da mano sul cuore, la difesa della patria come valore, l’insegnamento dell.a caccia ai bambini etc…abbiano quantomeno ostacolato l’empatia umana che al di là delle idee politiche riusciva sempre nei precedenti film a coinvolgere emotivamente.

      2. Hai colto un punto centrale: il film viene visto da prospettiva diverse se lo spettatore è americano oppure no. Immagino che agli occhi degli statunitensi questa storia abbia un colore e un sapore diversi e l’apprezzamento di pubblico che il film sta avendo in USA ne è la riprova. Probabilmente a loro non interessa l’aspetto umano e sociale che poteva essere sviluppato, bensì solo la storia patriottica che si conclude nel dramma. Ed hai ragione quando ipotizzi che questo taglio sia stato voluto da Clint, conscio e desideroso di fare un film che piacesse prima di tutto ai suoi connazionali.
        Ciò non toglie, comunque, che le critiche fatte un po’ da tutti noi qui siano più che legittime, perchè gli aspetti omessi o trattati di sfuggita erano comunque importanti e meritevoli di approfondimento.
        Ciao e grazie ancora per il tuo prezioso contributo!

  11. Il tuo stile è sempre impeccabile Lap, ottimo! 🙂
    Ho compreso bene il tuo punto di vista e lo condivido, tuttavia a me ha regalato qualcosa e quando avrò il tempo di scrivere di nuovo te lo racconterò. Come avrai capito sto vivendo un periodo talmente incasinato su TUTTI i fronti (lavoro, casa, famiglia di origine, servizio sanitario italiano, caf, banche, ecc.) che non ho più un minuto per scrivere …. un abbraccio!

    1. Sono curioso di leggere la tua prospettiva che, già lo sò, sarà senz’altro interessantissima.
      Tuttavia sono ancora più fiducioso che riuscirai a mettere in fila tutti gli impicci e toglierli dalla tua strada, non già per tornare a scrivere qui (ma se ci torni è meglio 🙂 ) quanto per poter vivere più tranquillamente!
      Un salutone amico!!!!

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