Grazie di tutto Iakovenko (guest post)

Per la prima volta il mio blog ha l’onore di pubblicare un Guest Post, onore doppio perchè il post è stato scritto dal blogger e amico wwayne. Di solito ci delizia col cinema e coi libri (a proposito, non perdetevi il suo blog http://wwayne.wordpress.com/ ), ma stavolta ha deciso di fare uno strappo alla regola e regalarci una chicca calcistica dove narra le “eroiche gesta” della pippa Iakovenko, giocatore talmente scarso da rinverdire i fasti che il solo Oscar Dertycia aveva saputo raggiungere (e fidatevi, chè mio malgrado negli ultimi anni ho imparato a farmi una cultura sui giocatori pippe…).
Buona lettura!

Iakovenko1

Tra le mille operazioni che hanno animato l’ultimo giorno di calciomercato, ce n’è stata una alla quale in pochi hanno fatto caso: Iakovenko ceduto all’ADO Den Haag.
A chi vive fuori da Firenze questo nome non dirà niente. A noi tifosi viola invece dice moltissimo. Per noi Iakovenko è ben più di un nome su un giornale. Ben più di un atleta su un manto verde. Ben più di un volto nella folla. Iakovenko per noi è stato, è e rimarrà sempre la comicità fatta calciatore.
Per capire questa frase dovete entrare nello spirito del tifo viola. Noi fiorentini, quando ci accorgiamo che un giocatore è scarso, non lo fischiamo o insultiamo come tutti gli altri: noi la buttiamo sul ridere, e cominciamo a prenderlo spudoratamente per il culo.
E’ per questo che tra noi e Iakovenko è stato amore a prima vista. Perché fin dal suo esordio con la maglia viola lui ha sempre dimostrato una broccaggine unica, impareggiabile e soprattutto indescrivibile. Come non si può descrivere a parole la perfezione di un grande quadro, allo stesso modo non esistono termini adatti per esprimere la perfezione della sua incapacità. Potrei descrivervi le sue movenze goffe, i suoi gol mangiati, le zappate che tirava all’erba anziché al pallone (forse lui stesso non coglieva la differenza), ma non renderei l’idea: Iakovenko andava semplicemente visto e goduto, come si fa con i dipinti del Botticelli o le sculture di Michelangelo.
Come tutti i geni, era un incompreso. Montella si ostinava a giudicarlo come calciatore anziché come comico, e quindi l’ha sempre impiegato pochissimo. Le poche volte in cui ha giocato, però, sono state ampiamente sufficienti per farlo entrare nella leggenda.
Tra le partite che ha disputato in maglia viola, quella a cui sono più affezionato è un match di Europa League contro una squadra rumena, il Pandurii.
Quella sera Cuadrado cercò di far segnare Iakovenko in tutte le maniere possibili: forse si era detto che, se fosse riuscito a mandare in gol anche quel pippone, allora avrebbe avuto la prova definitiva di essere diventato un fuoriclasse.
Così la partita divenne in pratica un dialogo tra loro due. Cuadrado servì a Iakovenko una serie infinita di palloni d’oro, che erano soltanto da spingere in porta. E ogni volta, puntuale come le tasse, il nostro scarpone mancava l’appuntamento con il gol. Quella sera Iakovenko sciorinò tutto il suo repertorio: scivolò sull’erba, inciampò sul pallone, sbatté addosso all’avversario (il fallo in attacco era un suo cavallo di battaglia), tirò con la goffaggine di cui solo lui era capace… e ogni volta lo stadio veniva giù dalle risate, deliziato dalla sua infinita inettitudine.
La situazione era così spassosa che Montella si lasciò coinvolgere: così, invece di toglierlo, decise di lasciarlo in campo per tutti e 90 i minuti. Gliene sono molto grato, perché a distanza di anni quella rimane una delle partite più divertenti che io abbia visto dal vivo.
Purtroppo Iakovenko non ci regalerà più perle come quella. E purtroppo, ne sono convinto, i tifosi dell’ADO Den Haag non reagiranno alle sue papere con il nostro stesso umorismo. Ma tutte le cose belle devono finire. La storia d’amore tra Iakovenko e il tifo viola non fa eccezione, ed è finita dopo 18 mesi, 6 partite, 0 gol e tante, tante risate. Grazie di tutto Iako, non ti scorderemo mai.

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59 pensieri su “Grazie di tutto Iakovenko (guest post)

    1. Grazie mille! E riguardo al bis, è possibile che Iakovenko ce lo conceda davvero: ho appreso pochi minuti fa che l’ADO Den Haag lo ha preso soltanto in prestito (mica scemi…), e quindi ci sta che ce lo rispediscano al mittente. Nel caso, lo accoglieremo a braccia aperte! 🙂

        1. Le mie considerazioni sono queste.
          Quando Montella dice che i tifosi viola devono capire qual è la loro dimensione, dice una cosa SACROSANTA. Io lo ripeto da anni, sul tuo blog e allo stadio, che noi fiorentini abbiamo delle manie di grandezza e di protagonismo del tutto ingiustificate.
          Montella dice quindi la verità. Il guaio è che il tifo viola la verità non vuole sentirsela dire: preferisce cullarsi nell’illusione di avere una squadra giusto un filino più debole di Barcellona e Real Madrid, e di poter festeggiare il terzo scudetto da qui a 3 anni. Se cerchi di riportarci con i piedi per terra, ti metti contro il 90% di noi. Ed è esattamente quello che è successo a Vincenzino, che adesso a Firenze è meno popolare di un rom in Veneto.
          L’autore dell’articolo ha ragione anche quando dice che Pradé è stato relegato in un angolino. Questo è successo per un motivo molto semplice: lui e Montella hanno litigato, la società ha deciso di schierarsi dalla parte del tecnico e quindi adesso Pradé si limita ad annaffiare le piantine nella terrazza dei Della Valle.
          Giustissima anche la considerazione per cui la Fiorentina si è squagliata come neve al sole nei momenti importanti della stagione, ma questo è tipico delle piccole squadre: essendo disabituate a lottare per i grandi traguardi, a giocare le partite in cui la testa conta più del piede fino, non possono far altro che incassare gol a grappoli.
          Il giornalista esagera invece quando critica le ultime mosse di mercato della Fiorentina: Badelj è un ottimo giocatore (in Roma – Fiorentina di Europa League ha fatto una partita mostruosa), e lo stesso vale per Basanta. Insomma, il problema non è stato il mercato, ma la faida Pradé – Montella e la fragilità psicologica della squadra. Sei d’accordo?

          1. Ovviamente tu conosci meglio di me la realtà fiorentina, quindi mi fido assolutamente delle tue considerazioni sia sul tifo sia sugli sviluppi delle vicende societarie.
            Per quanto riguarda il giornalista del pezzo – Pippo Russo – tieni conto che si sta ritagliando addosso l’etichetta del “marco travaglio del calcio” con le sue inchieste sui fondi d’investimento (tipo Doyen, per capirci) e i loschi traffici tra società, procuratori e procacciatori d’affari. Avrà anche ragione, ma mi sembra un po’ monocorde sull’argomento, che invece ritengo sia molto più complesso ed eterogeno di come lo presenta lui.
            Concludo sulla Fiore: di sicuro si sta chiudendo un ciclo. I segnali che Montella se ne vada ci sono tutti (non ultime queste dichiarazioni poco diplomatiche). A questo punto bisognerà capire con chi la società vorrà sostituirlo e, soprattutto, come si muoverà sul mercato.

          2. In molti allo stadio la pensano come te, ovvero che Montella abbia fatto quelle dichiarazioni per rompere con l’ambiente e crearsi un pretesto per andar via. Io ho un’altra teoria: secondo me Vincenzino ha fatto quelle dichiarazioni non per calcolo, ma per la sua istintiva tendenza a litigare con tutti quando gli saltano un po’ i nervi. In questi 3 anni in cui è stato a Firenze, gli unici con cui non ha mai litigato sono i Della Valle: per il resto si è accapigliato con il direttore sportivo, i giornalisti, parte dei giocatori e adesso i tifosi. E’ proprio per questo suo carattere fumantino che a mio giudizio non farebbe bene in una grande squadra: in quell’ambiente le pressioni sono enormi, ogni fatto o dichiarazione ha un’eco enorme e quindi è fondamentale avere diplomazia e nervi saldi. Sei d’accordo?

          3. Guarda, tra uno fumantino e bravo e uno asservito alla società e pure scarso (ogni riferimento a Superpippa Inzaghi è puramente voluto) preferirei sempre il primo….
            E comunque non è detto che il fumantino faccia male in un ambiente importante: pensa a Conte alla Juve. L’importante è che abbia l’appoggio della società e che i giocatori lo riconoscano come guida carismatica (in questo però forse Montella difetta un po’, non mi è mai parso un condottiero).

          4. Hai ragione: alcune teste calde, come Conte e Mourinho, sono riuscite ad imporsi anche nelle grandi squadre.
            E hai ragionissima anche quando dici che questi allenatori polemici hanno assoluto bisogno di venire sostenuti da società e giocatori per avere successo: non a caso l’unico fallimento di Mou (al Real Madrid) è avvenuto proprio nell’unico ambiente in cui non ha legato né con il presidente né con lo spogliatoio.
            Tra l’altro il fatto che sia Conte sia Montella siano stati accostati al Milan mi fa pensare che stiate cercando di rilanciarvi affidandovi ad un uomo forte, una scelta in netta controtendenza con gli allenatori servi degli ultimi anni. Come te, anch’io ritengo che questo cambio di politica sia una decisione saggia. 🙂

          5. temo che il rilancio del Milan non sarà tanto immediato sia perchè finchè non saranno risolte le questione societarie difficilmente ci sarà una sterzata sul mercato, secondo perchè siamo diventati talmetne scarsi che non può bastare un paio di giocatori o un bravo allenatore per risolleverci,.
            Conte non lo voglio (lo odio con tutto il mio cuore e non posso dimenticare chi ci etichettò “mafia del calcio” tra l’altro dopo la partita col furto più clamoroso della storia del calcio).
            Montella non mi spiacerebbe ma da solo farebbe poco: Bonera reterebbe una pippa,così come Honda o Menez.

  1. Ho visto tanti bidoni passare in casa Inter e ce ne sono alcuni di cui potrei parlare per ore. Potrei narrare le gesta del divino Jonny..o magari dello scatenato uruguagio alvaro Pereira…il baffo slavo di Kuzmanovic. .e le opere dell’artista Tommaso Rocchi nella sua breve esperienza…e ce ne sarebbero molti altri.

    1. Kuzmanovic lo conosco bene: il suo esordio in Italia avvenne proprio con la maglia viola. La sua cessione allo Stoccarda per 8 milioni fu un capolavoro del nostro ds di allora, Corvino.
      L’Inter lo prese dallo stesso Stoccarda perché in quel periodo eravate a corto di centrocampisti, e lui, essendo in scadenza di contratto, era il tappabuchi più conveniente sul mercato. I ds continuano a non capire che i giocatori acquistati a parametro zero o con il contratto in scadenza sono quasi sempre dei pessimi affari.
      Lo stesso Iakovenko rientra in questa categoria, dato che Pradé lo prese da svincolato. Meglio così: non l’abbiamo pagato niente (a parte un misero ingaggio), e ci ha fatto pure spanciare dalle risate. 🙂

      1. L’inter però è stata capace di pagare se non sbaglio 12 milioni per Pereira. O di scambiare alla pari con la Juventus Fabio Cannavaro con un portiere di 35esima categoria. Tanto per dirne un paio. L’unica cosa che ci è rimasta è l’auto ironia 😉

        1. Anche a noi l’ironia e l’autoironia non mancano di certo! Tra l’altro, questo è un altro pregio di Iakovenko: era molto autoironico. Non ha mai fatto una piega davanti ai nostri sfottò: questo lo rende migliore di tante pippe che si credono dei fenomeni, e quindi vedono le nostre battute come un delitto di lesa maestà.
          Ti dirò che una volta mi sono pentito di aver deriso uno scarpone. Accadde durante una partita con il Bari: Nacho Castillo fece un gol, e subito dopo scoppiò a piangere come sfogo per le continue prese in giro che gli avevamo riservato in quella partita e in tutte le altre che aveva giocato in maglia viola. Quella sera tornai a casa con il magone, come se fossi stato io a farlo piangere, e in un certo senso era proprio così. Da allora, evito di infierire se ho l’impressione che la pippa ci rimanga troppo male. 🙂

    1. Sono sinceramente contento per lui. Nota che perfino il giornalista lo prende per il culo, quando scrive che “gli sono bastati 13 minuti per battere il suo record di gol in maglia viola.” Purtroppo non sono riuscito a trovare il video del gol, ma stai sicuro che nei prossimi giorni lo cercherò ancora: sono troppo curioso di vedere l’impossibile che diventa realtà! 🙂

      1. wayne, mi inserisco qui perchè mi sembra il post più adatto.
        Che ne pensi dell’esonero di Montella? Soprattutto dei toni veramente duri con cui la società l’ha congedato. Onestamente non ho notato un comportamento particolarmente oltraggioso da parte di Vincenzino: che se ne volesse andare era palese, tuttavia credo fosse nell’ordine naturale delle cose dopo 3 anni.
        E invece di Paulo Sousa che ne pensi? Anche tu come molti viola non lo vorresti in virtù dei suoi trascorsi bianconeri? (per altro 2 misere stagioni, è bene ricordarlo).

        1. Per quanto riguarda l’attuale allenatore del Basilea, in città non si respira grande avversione nei suoi confronti. La contestazione anti – Paulo Sousa è montata dai giornali: di concreto c’è soltanto il graffito di un tifoso, che si è firmato a nome di un gruppo organizzato ma che probabilmente era un cane sciolto.
          Per quanto riguarda il nostro ormai ex allenatore, la situazione è questa.
          Come sai, tra Montella e l’ambiente viola in tutte le sue componenti c’erano stati degli attriti. Di conseguenza, i Della Valle lo aspettavano per un incontro chiarificatore (ufficialmente era soltanto un incontro per programmare la prossima stagione). Invece cosa fa Vincenzino? Avvisa PER TELEFONO che non sarà reperibile fino al 5 Luglio, perché fino a quella data sarà in vacanza in Madagascar. A quel punto i Della Valle si sono sentiti giustamente presi per il culo, e l’hanno licenziato. A mio giudizio era proprio ciò che Montella voleva, perché dire “Ci rivediamo il 5 Luglio” era una chiara provocazione, un modo per cercare lo strappo. Insomma, l’oltraggio c’è stato eccome. Ed è per questo che ritengo giusta la decisione dei nostri patron. Tu che ne pensi?

          1. Avevo il sospetto che i giornali stessero gonfiando il fronte anti Sousa e tu me l’hai subitamente confermato.
            Non sapevo invece della provocazione di Montella, veramente inaccettabile. Questo spiega non solo l’esonero (quello era già preventivato un po’ da tutti, salvo soluzioni temporaggiatrici al solo scopo di risparmiare uno stipendio) ma pure la durezza del comunicato, veramente inusitata.
            E’ chiaro che Montella abbia voluto forzare la mano puntando a qualche altra panchina, ma a sto giro mi sa che rimane a bocca asciutta: sinisa al Milan, sarri al Napoli e le altre big che restano con chi già avevano. Salvo escalation imprevedibili tra Pallotta e Garcia, mi sa che Montella si farà una bella stagione seduto comodo comodo sul divano di casa sua.
            Per quanto riguarda il vostro nuovo allenatore, non lo conosco proprio, manco sapevo che allenava. Ricordo che però era un grandissimo giocatore, uno dei migliori registi degli anni 90, troppo gracile però e di fatti giocò alla grande solo 2-3 stagioni, non di più. Se sa trasmettere ai giocatori la visione di gioco che aveva già allora, siete a cavallo.

          2. Anch’io non ho la più pallida idea di chi sia questo Paulo Sousa, ma faccio un tifo sfegatato per il suo arrivo, in quanto l’alternativa (Donadoni) mi fa tremar le vene ai polsi al solo pensiero. A mio giudizio l’ex parmense è del tutto inadatto al mestiere di allenatore, perché è completamente privo di grinta. Ricordo ancora con orrore il suo periodo da ct della Nazionale, in cui lui rimaneva impassibile in panchina anche mentre prendevamo gol nelle partite ufficiali… inguardabile, semplicemente inguardabile.
            Per quanto riguarda il Napoli, a mio giudizio De Laurentiis è stato un perfetto idiota a non aspettare di vedere come evolveva la situazione Montella prima di ingaggiare Sarri. Vincenzino sarebbe stato perfetto per il dopo – Benitez, perché entrambi praticano un calcio spagnoleggiante e anche perché, essendo napoletano, non avrebbe avuto problemi di ambientamento. Sarri invece è una perfetta incognita, sotto tutti gli aspetti.
            Per quanto riguarda il Milan, scordatevi che con Sinisa il vostro gioco migliori: il suo calcio è interamente basato sulla grinta, e il bel gioco (anzi, il gioco in generale) non sa nemmeno cosa sia.
            Nonostante questo, ritengo che abbiate fatto bene a ingaggiarlo: il Milan in questo momento prima ancora del bel gioco ha bisogno di ritrovare ordine e disciplina, e sotto quest’aspetto un sergente di ferro come Miha è una garanzia. Certo, c’è la possibilità che lui ci vada giù troppo duro e che il gruppo smetta di seguirlo: per evitare questo rischio, bisogna che la società lo sostenga con forza. Tu come la vedi questa scelta?

          3. Mihalovic non mi piace: i tecnici tutta grinta e zero gioco mi stanno sulle palle a prescindere, perchè a calcio si deve prima di tutto giocare bene.
            Inoltre non dimentico le sue prese di posizione politiche e nazionalistiche, nonchè i numerosi episodi di razzismo di cui si è macchiato.
            La sua scelta, quindi, di base non mi piace.
            Tuttavia riconosco di non poter fare troppo lo schizzinoso: veniamo da un perfetto imbecille e ci vuole uno con le palle quadrate che prenda a pedate questi scavezzacollo e li faccia correre 90 minuti. In questo senso la sua scelta è sicuramente ottima. Il mio timore però è che la società e il presidente non lo supportino a dovere: Miha è uno che non ha peli sulla lingua e ama fare il cazzo che gli pare, due qualità queste che stridono fortemente con il profilo di allenatore tollerato da SB (yes man, leccaculo, servizievole). Le schermaglie saranno tante e se non arriveranno i risultati farà la fine di Seedorf: durerà un girone o poco più. E comunque alla fine tutto dipenderà dal tipo di mercato che riusciremo a fare.
            Siamo passati dal “fondo raiola” al fondo doyen: speriamo che questo secondo non ci porti 1 campione ogni 5 pippe ma 5 campioni ogni pippa…

          4. Ve lo auguro. E soprattutto vi auguro che questo cambio di società sancisca la fine dell’era Galliani: in tal caso, credo che la reazione di voi tifosi sarebbe più o meno questa:

            Passo a commentare l’AZ Monnezza! 🙂

      1. E avrei pure festeggiato una ventina di coppe in più: noi viola siamo così disabituati alla vittoria che, invece di esultare per le coppe, esultiamo per le cessioni da 30 milioni di euro! 🙂

        1. in questo debbo riconoscere di essere veramente privilegiato.
          Sono nato nel 1979 e il primo campionato di cui ho piena memoria è quello del 1988, vinto in rimonta dal Milan di Sacchi sul Napoli di Maradona.
          Da lì in poi è stata una teoria di successi senza eguali nella storia, credo, condita per di più da alcuni dei più grandi giocatori di sempre e dalla soddisfazione di aver potuto ammirare quella che, a detta di molti, è stata la più forte squadra di sempre (il Milan di Sacchi, appunto).
          E’ forse per questo che oggi vivo con profondo dolore le sorti del Milan.

  2. Divertente davvero. Bravo.
    Mi ha fatto tornare in mente, in tema di spiritosaggini calcistiche, due episodi legati alla tifoseria napoletana e brocchi in maglia azzurra. La prima riguarda un portiere che ricorderanno anche i tifosi viola: Mattolini. Dopo l’ennesima papera catastrofica, dagli spalti si levò una voce di “conforto” indirizzata allo sconsolato numero 1 mentre raccoglieva la palla dal fondo della rete. La traduco per i non napoletani: ” Mattolini, non preoccuparti…Non ti vendiamo…Ti buttiamo!”.
    La seconda, più recente, dedicata a Walter Gargano dopo un liscio clamoroso (l’ultimo di una lunga serie) urlata a squarciagola da un supporter esasperato:”Gargaaaaaano…che c@##o faaaaiiiiiiiii?”.

    Il calcio, come ho già avuto modo di scrivere, è passione…

    1. Caro Renato, nominandomi Mattolini m’hai fatto venire un tuffo al cuore. E’ stato uno dei tanti giocatori che hanno giocato nella Fiorentina anni 70, e che a fine carriera hanno conosciuto una morte prematura (dovuta con ogni probabilità all’utilizzo di sostanze dopanti da parte della nostra squadra). E’ stato uno dei giocatori del Catanzaro di Claudio Ranieri, una squadra di amici che tuttora si frequentano e si vogliono bene come fratelli. E’ stato un mio compaesano. Soprattutto, è stato un amico di mio padre.
      Riguardo a Gargano, non avrà il piede fino del cognato Hamsik, ma è con quel piede che ha segnato uno dei rigori nella finale di Supercoppa Italiana con la Juve: quella firma sull’ultimo trofeo azzurro da sola ripaga di tante cappellate. Grazie a Lapinsù per avermi pubblicizzato, e grazie a te per questa passeggiata sul viale dei ricordi! 🙂

        1. Quello è poco ma sicuro! Che poi, se Higuain avesse detto “Vado via per vincere e guadagnare di più”, la cosa sarebbe stata già più accettabile; ma passare alla rivale e prendervi pure per il culo dicendo che è colpa di De Laurentiis… non ci sono parole, sono cose che si commentano da sole. Non discuto sul valore del giocatore, ma un uomo così è meglio perderlo che trovarlo. In bocca al lupo per il girone di Champions! 🙂

  3. Vista l’ultima campagna acquisti del Milan, in testa Montella come allenatore, potrebbe essere che questo fenomeno calcistico rientri in Italia…… con la maglia rossonera!!!

    1. Credo che Montella serbi un ottimo ricordo di Iakovenko (ricordo bene le sue risate sotto i baffi quando lo mandava in campo), ma Vincenzino sa che il pubblico milanista ha un palato molto più fine di quello viola, e quindi dubito fortemente che lo eleggerebbe a suo beniamino come facemmo noi. E poi, l’esperienza di Iakovenko in Italia è già leggendaria così com’è: perché rischiare di rovinare un simile capolavoro? 🙂

    1. Quanto vorrei che uno di noi viola facesse una bella compilation di tutte le sue papere… giocò solo 6 partite, ma ci sarebbe comunque materiale per un video da 10 minuti! 🙂 Grazie per i complimenti fratello granata! 🙂

    1. Grazie mille per i complimenti! Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post nel mio blog… spero che ti piaccia anche quello! 🙂

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