Ennesima sconfitta, ennesima brutta figura, ennesima prestazione ridicola, ennesime dichiarazioni patetiche nel post partita, ennesimo disastro. Ormai la stagione del Milan sembra una serie-tv che, episodio dopo episodio, rinnova sempre lo stesso identico canovaccio miserevole e aberrante.
Siamo senza giocatori, senza allenatore, senza società e senza proprietà: praticamente una comune dove regna l’anarchia e tutti, fingendo di fare l’interesse della collettività, pensano solo ai cazzi propri. Cosa sia effettivamente rimasto del MILAN è difficile da stabilire: l’orgoglio non c’è più, la maglia nemmeno (il giallo canarino di ieri è un insulto alla nostra storia). Forse solo l’amore dei tifosi, sepolto sotto strati profondi di merda e nostalgia. E se anche domani venisse uno sceicco e comprasse baracca e burattini e spendesse centinaia di milioni, ci vorrebbero almeno un paio d’anni perchè il Milan possa tornare competitivo: è questa la dimensione dello sprofondo in cui siamo precipitati.
Peggio di così c’è solo la serie B.
E non lo dico per caso, sia chiaro. Fedele al motto che quando le cose vanno male sta sicuro che troveranno il modo per andare ancora peggio, non faccio fatica ad immaginare che continuando di questo passo è lì che si arriverà: alla serie cadetta. Quest’anno l’abbiamo scampata, ma immaginate per un attimo che tutte le voci di possibili cessioni societarie restino tali, che non arrivi nessun nuovo socio e tanto meno un nuovo proprietario, che Berlusconi resti presidente, lasciando a Galliani il compito di fare il mercato e alla figlia quello di stilare il menù quotidiano di Cucina Milanello; immaginate i nuovi spaesati parametri 0 presentati il giorno del raduno e gli altri acquisti last minute raccattati tra la spazzatura; immaginate il nuovo allenatore-fantoccio scelto per poter scaricare su di lui tutte le colpe; immaginate uno stadio sempre più vuoto e una squadra ancora più scarsa. Retrocedere non è poi così difficile.
Tempo fa, scherzando con un mio amico di tifo, gli dissi Berlusconi ci lascerà nello stesso posto dove ci ha preso: in tribunale. Ecco, lo vedi, c’è qualcosa che è peggio pure della serie B. Io scherzavo, ma forse c’avevo visto giusto.
io ho perso ogni speranza… fatico anche a vedere le partite!
io non le guardo quasi mai: ho già guadagnato per altre vie il mio posticino all’inferno, non voglio scalare altre posizioni a furia di bestemmie 😀
Ho scritto più volte che Inzaghi merita l’esonero. Lo scrissi per la prima volta alla decima giornata, quando il Milan perse 2 – 0 in casa con il Palermo: già allora la mancanza di gioco era evidente, e quindi già allora la panchina avrebbe dovuto saltare.
E invece il Milan ha deciso di rimandare più e più volte, impedendo che potesse esserci quantomeno una piccola ripresa nel girone di ritorno (come avvenuto l’anno scorso con Seedorf).
Della gestione Inzaghi mi rimarranno impresse soprattutto le conferenze stampa alla vigilia delle partite con Empoli e Chievo, in cui descriveva queste due provinciali come ostacoli durissimi, manco dovesse giocare contro Barcellona e Real Madrid. Una delle tante cose “non da Milan” che hanno caratterizzato la sua gestione, come la fascia di capitano per Muntari (tra l’altro in un big match come quello con la Juve).
Per queste ultime partite punterei su Brocchi. Era un giocatore di grande temperamento, alla Gattuso, ed è esattamente di un allenatore alla Gattuso che il Milan ha bisogno in questo momento. Non potrà fare miracoli, perché il tempo è poco e la squadra è quello che è, ma sono certo che quantomeno potrebbe dare alla squadra quella cattiveria agonistica che Inzaghi aveva promesso nel precampionato, e che invece si è vista al massimo due o tre volte.
Per l’anno prossimo invece Sarri sarebbe un’ottima scelta, per i motivi che abbiamo già elencato in un precedente post.
Purtroppo il discorso è un po’ più complesso.
Certo, hai perfettamente ragione quando sostieni che Inzaghi merita l’esonero almeno da novembre. Tuttavia farlo allora avrebbe anche avuto un senso: con un allenatore navigato e pratico saremmo potuti anche rientrare per la corsa all’Europa, visto che davanti a noi fanno a gara a chi è più scarso. Un esonero allora l’avrei accolto con piacere, quindi. Ma esonerare Inzaghi adesso servirebbe a ben poco: la stagione è andata, molti giocatori sanno già che andranno via e sul futuro ci sono solo nubi tempestose. Anche venisse un allenatore di carisma e grinta e portasse qualche punto in più, a cosa servirebbe? Ad arrivare nono invece che dodicesimo? Che figata…
Resti dunque Inzaghi, chè tanto ormai non serve a niente cambiare e poi – cosa da non sottovalutare – dopo che ha ordito e tramato 2 anni per fare le scarpe ad Allegri prima e Seedorf poi (spalleggiato dal suo mentore AG) è giusto che ora si prenda la sua buona dose di critiche e merda in faccia.
Discorso Sarri: non mi entusiasma ma vista la situazione sarebbe grasso che cola. Tuttavia rappresenterebbe un’altra (l’ennesima) scelta al ribasso. Francamente io sono stufo di questo Milan ridimensionato e vorrei tornare a ragionare da Milan, non da Atalanta (con tutto il rispetto, s’intende). Ma credo che per tornare a una certa mentalità dobbiamo aspettare che SB venda, la qual cosa ho il timore non accadrà a breve, nonostante le molte voci che si rincorrono in queste settimane.
Della tua replica mi ha colpito in particolare questo passo:
“Francamente io sono stufo di questo Milan ridimensionato e vorrei tornare a ragionare da Milan, non da Atalanta.”
E’ importante che tu la pensi così, perché la società vuole abituarvi proprio a questo, ad accontentarvi di poco come fanno i tifosi delle piccole. Questo l’avevo intuito già anni fa, quando il Milan vendette Thiago Silva + Ibra e cercò di convincere i tifosi che dovevano rallegrarsene: ma rallegrarsi delle cessioni a peso d’oro è tipico di chi tifa per le provinciali, lo dico perché lo facciamo anche noi viola. Non entrate anche voi in questo ordine di idee: se vi rassegnate alla mediocrità, riducete ancora di più le vostre possibilità di tornare ai fasti di un tempo.
Il problema è che nel calcio d’oggi in generale e nel Milan in particolare, il ruolo dei tifosi è diventato sussidiario. Nell’era della globalizzazione conta poco il dissenso di pochi tifosi non evoluti se dalla tua puoi vantarti di milioni di follower sui social e una curva assoldata e prona ai tuoi comandi. Sommaci pure la campagna mediatica orchestrata per far passare la merda come oro e il gioco è fatto.
Ovviamente il mio dissenso rimane, la mia speranza di tornare ad essere MILAN nel senso pieno del termine non morirà mai, tuttavia ho la consapevolezza che questo servirà a poco.
Ormai non vale la pena nemmeno perdere 5 minuti del proprio tempo per buttare giù due righe…gli insulti sono a portata di mouse.