I film che mi hanno fatto piangere

Io mi taglio la barba col coltellaccio di Rambo.
Io c’ho la canottiera sdrucita come John McClane.
Io porto i RayBan a goccia del tenente Cobretti.
Io indosso sempre l’impermeabile lungo e scuro come Neo.
Io tengo una testa di cavallo mozzata in congelatore, chè può sempre servire.
Io c’ho l’aplomb di Bond, James Bond.
Io non abbino il Chianti a piatti di carne umana, però una volta ho mangiato il pandoro con la mortadella.
Io c’ho la 44 magnum come Clint e credo che l’unico modo sensato di vivere sia senza regole.

Io sono un duro.

Pertanto, siate prudenti se mi rivolgete la parola e quando vedrete i paracadutisti della Folgore nei pressi di casa vostra ricordate che non sono venuti a salvare me da voi, ma voi da me.

stallone cobra

Vi confesso però che ci sono dei momenti in cui anche io sento il bisogno di essere salvato: quando sono triste; quando guardo al passato e al futuro senza trovare un punto di equilibrio; quando la vita mi sembra troppo diversa da come l’avevo immaginata o peggiore di quanto avessi temuto; quando lo stomaco mi si attorciglia lasciandomi addosso un malessere intorpidito e strisciante che sibila parole velenose al mio orecchio; quando tutto sembra fuori posto, a partire da me stesso; quando niente riesce a destare il mio interesse; quando provo la viscerale necessità di fuggire per qualche ora dalla mia esistenza per nascondermi nella vita di qualcun altro ed assaporare le sue emozioni.

E’ in questi momenti che gli Dei del Cinema, dall’alto della loro infinita saggezza, fanno si che io veda il film giusto, quella particolare pellicola che possa fungere al contempo da medicina per le mie paranoie e da balsamo per le mie emozioni. E’ una congiuntura astrale, è una lieve interferenza nel continuum spazio-temporale, è il battito d’ali di una farfalla che scatena un terremoto. E’ la mia vita, che prima si raddrizza e poi prende una piega migliore. Grazie a un film. A un film giusto.

E in casi speciali, questi film giusti visti al momento giusto mi hanno fatto piangere. Si, hanno estorto le lacrime a me, a me che sono un duro, costringendomi a togliere i RayBan a goccia per asciugare gli occhi. Ed ora questi film ve li regalo, ve li offro in dono nella speranza che possano essere i film giusti al momento giusto anche per voi e nella certezza che, se li saprete apprezzare, avranno almeno il merito di rendere la vostra giornata migliore.

Non li classificherò secondo parametri estetici, bensì secondo parametri catartici. Immaginate quindi un lacrimometro, ovvero un ipotetico secchio sotto la mia faccia che raccolga le lacrime: è questo il criterio unico e insindacabile alla base della classifica.

Quindi, munitevi di kleenex e tuffatevi nella lettura!

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10 – Non ti muovere
10Nontimuovere

Se siete mai stati innamorati, almeno una volta avrete pensato cosa comporterebbe perdere la persona che amate. Non ti muovere è una pellicola di rara bellezza perchè sa concretizzare questa paura, renderla reale sbattendo in faccia la crudezza della vita come pochi altri film. Ricordo ancora che appena finii di vederlo, senza alcuna ragione specifica, ebbi l’impellente necessità di chiamare la mia amata per accertarmi che stesse bene e nemmeno tentai di nasconderle le lacrime e i singhiozzi che facevano capolino tra una parola biascicata e l’altra.
Scheda


9 – Le pagine della nostra vita
9LePagineDellaNostraVita

Commuoversi per un film tratto da un libro di Nicholas Sparks non è una cosa di cui andare fieri… Però può capitare. Perchè quando vedi certe storie accoccolato sul divano con la donna che ami, è inevitabile pensare che sarebbe meraviglioso tra cinquant’anni ritrovarsi ancora lì, abbracciati e innamorati, a dispetto dell’età e dei reumatismi.
Scheda


8 – Braveheart
8BraveHeart

Vabbè, sulla scena finale di Braveheart penso che abbia pianto chiunque, pure Vinnie Jones. La libertà, l’amore, la tortura. Gli ingredienti ci sono tutti: è impossibile trattenersi.
Scheda


7 – Warrior
7Warrior

Ti voglio bene.
Talvolta basta poco, pochissimo. Tre parole e il muro di rabbia e risentimento che ci divide dagli altri si sgretola, cadendo in frantumi. E come si posa la polvere e vediamo al di là di esso, ci rendiamo conto della stupidità di quella barriera, di come abbiamo sprecato il nostro tempo dietro a inutili divisioni, di come la nostra vita sarebbe potuta essere migliore senza quel muro. Scena memorabile per un film bellissimo. Mai avrei creduto che mi scappasse la lacrima vedendo un film intitolato Guerriero, e invece…
Scheda – Recensione


6 – Un mondo perfetto
6UnMondoPerfetto

A dispetto della sua fama, Clint Eastwood è un regista che sa come creare forti emozioni e strappare le lacrime. In Un mondo perfetto riesce a creare un’atmosfera favolistica e surreale, ma al contempo dolce e malinconica, riesce a coniugare universi distanti e farli convivere con il tocco dolce di una carezza, la stessa che ho immaginato di sentire sulla nuca mentre il bambino Philip guarda il corpo senza vita del suo amico e carceriere, quello strano personaggio che per qualche bizzarra congiuntura era stato quanto di più simile a un padre avesse mai avuto.
Scheda


5 – Sette anime
5SetteAnime

Il cinema di Muccino è massimamente paraculo, però in Sette Anime ha toccato corde delicate e lo ha saputo fare con grazia. Muccino infatti qui è riuscito a raccontare la trasformazione del protagonista (Will Smith) da bruco in farfalla: se prima i suoi sacrifici fisici erano dettati dal senso di colpa infine vengono compiuti per amore. Un’evoluzione commovente che mi ha travolto, mentre cercavo di asciugare le lacrime senza farmi vedere da mia moglie seduta accanto a me.
Scheda – Recensione


4 – Il miglio verde
4IlMiglioVerde

John Coffee non è il primo con le iniziali J e C ad essere ingiustamente giustiziato (che bizzarro gioco di parole…) e la sua storia è fantastica ma quindi anche banale. Tuttavia è un personaggio così dolce e buono, una specie di babbo natale nero in salopette, che riesce a creare una forza empatica come pochi altri. La scena della sua esecuzione è così struggente e dolorosa che quando rivedo Il Miglio Verde mi capita spesso di saltarla per quanto mi fa soffrire.
Scheda


3 – Forrest Gump
3ForrestGump

Ok, se c’è qualcuno che è riuscito a trattenere le lacrime quando Forrest va sulla tomba di Jenny e le legge la lettera, allora chiudiamo tutto. WordPress, Twitter, Facebook, Wikipedia. Chiudiamo Internet direttamente, perchè significherebbe che il genere umano è una razza perduta.
Scheda


2 – John Q
2JohnQ

Non ho avuto la fortuna di conoscere mio padre perchè si è spento quando io ero ancora un neonato. E’ per questo che spesso mi è capitato di cercare figure paterne nei film e fare un collage immaginario dei loro sorrisi, delle loro espressioni, delle loro battute e, sempre nella mia immaginazione, credere che sarebbero stati gli stessi che mi avrebbe regalato mio padre. Poi ho visto Jonh Q e la scena in cui Denzel Washington parla al figlio moribondo sul letto d’ospedale: non sono più serviti collage immaginari, perchè è tutto racchiuso in quei pochi minuti. Mi capita spesso di rivederla su youtube e sempre mi si gonfiano gli occhi: chi non vorrebbe un padre così coraggioso e così saggio?
Scheda


1 – One Day
1OneDay

Ci sono film che ti scavano dentro. Ti prendono il cuore, lo fanno a pezzi e poi lo rimontano, lasciandoti una sensazione di piacevole malessere, di affascinante oblio, di ruvida leggerezza. Sono film giusti visti nel momento giusto, come se una divina congiuntura astrale abbia fatto incontrare il tuo stato d’animo e quel film per trarne qualcosa di magico, irripetibile, purificatorio. One Day ha toccato alcune corde emotive del mio cuore che in quel momento erano particolarmente sensibili e sulla bellissima scena finale, dolce e amara al contempo, ho pianto. Non qualche lacrimuccia, ma proprio un pianto vero con guance rigate, naso chiuso e occhiali umidicci. Nessun film mi aveva mai fatto piangere così ma dopo quel pianto mi sono sentito più leggero, più libero, più me stesso, come se con quelle lacrime fosse stata distillata tutta la malinconia che mi portavo dietro da tempo.
Scheda – Recensione

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48 pensieri su “I film che mi hanno fatto piangere

  1. Se vuoi piangere di brutto allora guardati The brave di e con Johnny Depp. Io poi piango sempre con Balla coi lupi,L’ultimo dei Mohicani e addirittura il Libro della giungla con Jason Scott Lee

    1. Johnny Depp + Marlon Brando!!!
      O madonnasanta, questo film mi mancava proprio.
      Devo recuperare “The Brave” SUBITO SUBITISSIMO.
      Grazie per la dritta!!! Poi ti farò sapere se sarà stato in grado di estorcermi il lacrimozzo.

  2. Io piango spessissimo. Sarà per il doppio cromosoma X, sarà perché sono troppo sensibile, sarà per le esperienze di vita…
    Quindi film che mi fanno scendere la lacrimuccia ce ne sono a iosa. Tipo: La custode di mia sorella, Nemiche amiche, About time, I passi dell’amore, P.S. I love you, La casa sul lago del tempo, La memoria del cuore, Remember sunday. Solo per citarne alcuni (o quantomeno quelli che ricordo al momento).
    Ma io piango anche per alcune scene dei cartoni. Adoro Mary Poppins, ma la scena della vecchina che dà da mangiare ai piccioni la devo saltare, come la scena della prigione in Robin Hood. Per non parlare di Dumbo che l’ho visto giusto una volta per colpa della scena straziante con la madre…
    Mchan

    1. Li ho visti quasi tutti sti film, ed effettivamente sono tutti molto commoventi (soprattutto About Time).
      Comunque ti dovrei far conoscere un mio amico, è peggio di te… piange su tutti i film. Sul Re Leone non ti dico. Pure su Avatar…
      Andreste d’accordissimo 🙂

      1. Ecco! Mi ero scordata il Re Leone. Visto la prima volta al cinema ed alla scena della morte del padre giù di pianto. Avatar mi manca. Ma sono riuscita a farmi scappare una lacrima alla scena del bacio in The First Time, per cui… 😉
        Felice sapere di non essere sola in questa “stranezza” 😛
        Mchan
        Ps: saluti virtuali al tuo amico!

  3. Mamma mia le lacrime in certi film! Anche solo a nominarli 😀
    Condivido al 200% BRAVEHEART, WARRIOR [minchia se ho pianto, sarà che proprio non aspettavo di emozionarmi], IL MIGLIO VERDE [in più di una scena], FORREST GUMP e JOHN Q [bellissimo film, uno dei miei preferiti del caro Denzel].
    SETTE ANIME mi è piaciuto ma a il finale mi ha lasciato “solo” con il labbro un po tremolante, mi sono commosso di più con LA RICERCA DELLA FELICITÀ.
    Di film che mi hanno fatto commuovere ce ne sono tanti, essenzialmente sono quelli da cui non mi aspetto certe emozioni e mi prendono con le difese abbassate [tipo appunto WARRIOR, BRAVEHEART o IL GLADIATORE], quelli con animali specialmente se non fanno una bella fine [HACHIKO, IO E MARLEY] e i film Disney/Pixar che secondo me sono segretamente prodotti in collaborazione coi fazzoletti Tempo e non ce lo dicono. 😀

    1. ah, e qui scopriamo cose insospettabili!!!!
      Anche il baldo pizzadog si lascia andare alla lacrimuccia!!!
      Felice di avere la tua compagnia in questo esclusivissimo club di frignoni!!!!!!

  4. Della tua lista ho visto:

    Non ti muovere
    Warrior
    Un mondo perfetto
    Forrest Gump

    Ovviamente questo è di gran lunga il mio preferito, ma anche gli altri 3 sono ottimi film.
    Come avrai notato, non ho mai visto Braveheart. Mancanza clamorosa per un cinefilo come me, soprattutto se teniamo conto che mi è piaciuto moltissimo Apocalypto. Braveheart mi manca perché me l’hanno clamorosamente spoilerato ai tempi del liceo, e da allora ho perso interesse. Certamente anche la durata non aiuta.
    Pizzadog ha fatto un’osservazione molto intelligente quando ha scritto che a commuoverti sono soprattutto i film in cui non ti aspetti di provare emozioni così forti: se invece capisci in anticipo che un film è strappalacrime, ti prepari psicologicamente e la lacrimuccia non arriva.
    Ti lascio con un video a mio giudizio molto carino, in cui Forrest Gump è citato in un modo sottilissimo e per questo delizioso:

    1. Bravehart è indubbiamente una grave lacuna, ma capisco come lo spoiler ti abbia bloccato. Se ti può essere d’aiuto sappi che è un film talmente bello da tascendere la storia, uno di quei film che da gioia vedere anche piu volte quindi sono certo che lo apprezzeresti comunque.

      PS: carinissimo il video youtube!!!!

      1. A proposito di film belli, profondi e raffinati, stasera su Cielo c’è Bitch Slap – Le superdotate: se riesco a beccarlo sulla tv ligure lo guardo di sicuro! 🙂

  5. Quando vedo un film o una fiction, una parte di me ricerca immediatamente il trasporto emotivo e la condizione empatica, anche in base al genere ed all’opposto una parte me, quella più razionale e raziocinante, cerca di capire se quello che vedo sta cercando di prendermi per il culo: la parte razionale è quella che dà o meno il via libera a quella emotiva e se quest’ultima ottiene l’okay, se mi trovo ossia di fronte ad un’opera di intrattenimento anche minore, anche scadente sotto tanti aspetti recitativi o registici, ma onesta, che mi sta dando ciò che mi ha promesso, allora si possono aprire anche le cateratte delle mie lacrime e piango in piena libertà, magari al buio del salotto e mascherandomi un po’ con la mano per non farmi vedere (più da mio figlio, adolescente, che non da mia moglie, con la quale condivido gli occhi rossi in tante occasioni filmiche).

    Il film che in assoluto, in tutta la mia vita, mi ha maggiormente commosso e che tutt’ora non riesco a controllare è senza dubbio “Dumbo” ed in particolare nella scena in cui la mamma elefantessa culla il piccolo elefantino con la sua proboscide attraverso le sbarre della gabbia… Gesù, sto male anche adesso che lo scrivo!
    In generale ci sono un sacco di cartoni animati che mi commuovono tutt’ora (il momento dell’addio che Ash da al suo Butterfree, il primo Pokemon selvatico catturato nella regione di Kanto e che il nostro allenatore libera quando ha raggiunto la sua completa evoluzione, mi crea una lacrimuccia all’angolo dell’occhio ogni volta, pur nella piena coscienza di quanto tutto ciò sia terribilmente infantile)

    Un’altra scena che mi commuove con regolarità matematica è quella in “Forrest Gump”, quando lui, andata a trovare Jenny, le chiede se suo figlio fosse normale: vuoi la recitazione mostruosamente elevata e partecipe di Tom Hanks, vuoi la storia che è già tutta emotivamente trascinante, sta di fatto che in quella scena, all’espressione di Forrest ed alle sue parole strozzate in gola, quasi con la paura di concludere la frase (che di fatto conclude Jenny per lui) io soffoco quasi ogni volta nelle mie lacrime.

    Una sequenza che mi commuove sempre fino alla lacrima è lo specifico momento di “The Passion of the Christ” in cui all’ennesima caduta in ginocchio del Gesù durante il calvario viene mostrata sua madre, nella maschera di dolore materno di una straordinaria Maia Morgenstern che cerca di soccorrerlo, come faceva quando suo figlio era ancora bambino, nel flashback sapientemente alternato: film discutibilissimo ma questa scena mi strazia ogni volta.

    Ho pianto come un cretino sul finale di “Frantic” di Roman Polanski, quando Harrison Ford/Richard Walker vede morire Emmanuelle Seigner/Michelle e stesso discorso per “Leon” di Luc Besson, film da cui, come diceva PizzaTheHut canide, non ti aspetti la scena strappalacrime e ti colgono indifesi!

    Mi sono infine commosso anche in “Equlibrium”, quando Bale/John Preston scopre che persino i figli stavano interrompendo l’autosomministrazione di Prozium, ma mai quanto il momneto in cui Oliver Stone mostra al rallentatore la morte di Elias in “Platoon”, con le note struggenti di “Adagio for strings” di Samuel Barber… penso che sia il top della lacrima per quel che mi riguarda…

    1. caspita,non avrei mai creduto che fossimo tutti così frignoni….

      Detto ciò non posso che condividere l’incipit del tuo commento, al solito molto acuto: solo quando la parte razionale di noi stessi si scioglie e ci permette di immedesimarci con le emozioni dei personaggi filmici, allora e solo allora l’empatia si trasforma in compassione dando così il là, ogni tanto, anche al piantarello.

      Qualche settimana fa, come ti dissi, rividi Interstellar (guadagna molti punti col rewatch) e ci sono due scene che mi hanno messo in grossa grossa difficoltà strappandomi più di una lacrimuccia: i due addii di Cooper a Murph: il primo quando lei è bambina e lui parte per la missione NASA sgommando sul suo pickup mentre le musiche di Zimmer seguono un crescendo emotivo struggente; il secondo quando lui la ritrova alla fine del film, ormai anziana, e lei amorevolmente lo congeda dicendo che i genitori non dovrebbero veder morire i propri figli.
      FUi anche tentato di inserirle qui, ma ormai avevo già scritto il pezzo e non mi andava di rimaneggiarlo nuovamente.

      1. Alle 08:00 di questa mattina, stavo rimettendo a posto dei libri che stavano sul mio comodino dalla precedente glaciazione e che probabilmente non leggerò mai.
        Sono molto orgoglioso della mia libreria, rigorosamente ordinata per autore (cognome), dopo una prima divisione per macrocategorie (letteratura, saggistica e dizionari) che ahimè tiene lontano fra loro i testi divulgativi di Asimov dal suo corpo letterario narrativo, ma che ritengo anche l’unico sistema umanamene accettabile per ordinare moltissimi libri.
        Non è una libreria fatta di mobili preziosi o antichi: sono dei classici Billy, il modulo di arredamento più economico del globo, ma anche meno idiota di quelle soluzioni da “Giovani Marmotte” delle tavole sui mattoni o altre minchiate.
        Una volta il mio sogno era quella di dotare ogni modulo di due ante, per proteggere i libri dalla polvere, ma poi io e mia moglie abbiamo desistito ed ora è troppo tardi: i libri hanno cominciato a fuoriuscire dal loro alveo verticale, perché lo spazio canonico è finito e molti volumi si stanno affastellando in orizzonatle, sporgendo dai ripiani, apparentemente ordinati.
        Periodicamente provvedo anche a fare sbadatamente cadere a terra alcuni ninnoli (i famosi “acchiappapolvere” da ripiano), residuati da comunioni e cresime (quanto vorrei una giovane coppia che regalasse come bomboniera una chiavetta USB o un cacciavite a stella per occhiali invece di gattini acciambellati come delle merdine finte o inutili cigni dal collo sottile e caduco), ma essi permangono sempre in grande quantità e mi ostacolono.
        Spostando lateralmente l’ennesimo gruppetto di nanetti in ceramica (erano una compagnia di 5 membri, oggi decimata a tre dalla forza di gravità), pensai ad “Interstellar”, probabilmente nel medesimo istante in cui stavi scrivendo e pensa che avrei tranquillamente inserito almeno un aio di scene nella tua classifica.
        Forse ci siamo incontrati in un tesseratto.

        1. Nessun materiale sa attrarre polvere come la carta. Dopo anni addirittura la assorbe, diventando come porosa.
          In principio mi procurava fastidio tutto ciò, sia alla vista che al tatto, mente leggevo. Col tempo però ho imparato che questo vizio cela in realtà una virtù, perchè un libro impolverato e un po’ ingiallito è vissuto e di conseguenza più prezioso. Mi piace immaginarmi vecchissimo e cieco – come il venerabile Jorge – mentre sfoglio i miei libri riconoscendoli al tatto proprio grazie alla polvere, in una sorta di alfabeto poroso alfabeto braille.
          E’ per questo che non mi sono mai curato di tenerli lontano dalla polvere, almeno finchè ho potuto tenerli comodamente esposti nella mie librerie. All’epoca seguivo un criterio organizzativo molto semplice: le dimensioni. Quindi nessun ordine alfabetico o di categoria, l’unico obiettivo era – avendone molti – mettere quanti più libri possibile nel minimo spazio richiesto.

          Purtroppo dopo il matrimonio la mia personale biblioteca non ha più potuto vedere la luce del sole. Mia madre si è affrettata ad impacchettare tutto desiderosa di convertire la mia cameretta a laboratorio personale (si dedica all’uncinetto e alla sartoria), così numerso scatoloni son finiti in mansarda, insieme a quelli dove Romy aveva riposto i suoi libri.
          L’idea era quella di ristrutturare la mansarda – inizialmente era grezza, senza intonaco e pavimento – e poi arredarla di tutto punto e riportare alla luce i libri nascosti. Purtroppo i lavori procedono a rilento e finora sono riuscito solo a intonacare (non son molto bravo nei lavori manuali e per fortuna mi da una mano mio suocero).

          Tutto sto pippone per dirti, semplicemente, che invidio da matti la tua libreria e non vedo l’ora di tornare ad esporre anche i miei amatissimi libri.

          Mi citi anche le bomboniere… tante schifezze… anche se negli ultimi anni ho ricevuto cose anche graziose: un bicchierino per lo shot di tequila o un microvasetta di marmellata. Di sicuro roba più utile degli inutili gingelletti.

          Concludo con il tesseratto.
          Caro Kasa, noi siamo andati oltre il tesseratto, ormai è evidente. Quindi ti sfido e al contempo ti nomino NOMOTETA: se il teseratto è l’equivalente in 4 dimensioni di ciò che il cubo è in 3 dimensioni, bisogna trovare un termine che identifichi l’entità che in 5 dimensioni equivale a ciò che il tesseratto è in 4. A te l’ardua sentenza.
          (ovviamente sei autorizzato a rileggere il periodo 10 volte prima di capirne il significato).

          1. Considerando che a fregiarsi di tale definzione era a Sparta un tizio come Licurgo, direi che ci posso sguazzare con grande sollazzo… tuttavia quei burloni dei matematici, nelle loro teorie sui politopi e gli ipercubi, hanno già ipotizzato tesseratti di dimensioni superiori alla 4° fino alla 6°, come il “5-cube” o “penteract”, usato proprio per immaginare lo spazio geometrico a 5 dimensioni (come quello dove teoricamente vivrebbero gli umani del futuro di Nolan…).
            Questa cosa dei cubi mi fa venire in mente un sacco di cose… ma stiamo devastando il tuo post impostato in origine sulla commovevolezza e lacrimaggine (ovviamente nessuno di questi termini esiste) e forse albergherebbe meglio in una Top 10 “B-Side” (ho già il mio voto per uno dei primissimi posti, ossia la Beckinsale).

          2. 5-cube pare un cantante rap afroamericano, menter PENTERACT già suona meglio, pur non convincendomi del tutto.
            Bisogna ragionarci un po.

            In quanto ai culi, argomento sul quale a ragion veduta ritengo di essere un’Autorità, mi tocca però dissentire. Quello della Beckinsale, pur essendo rimarchevole rispetto alla media, risulta però poco significativo se proiettato nel mio personale “Gotha dei Culi”, sottocategoria “Attrici”. Paga infatti una certa piattezza di fondo (perdona il sottinteso…) che lo rende poco appariscente, quasi anonimo. Evidentemente Madre Natura ha concentrato tutti i suoi sforzi per rendere perfetto il suo viso arrivando così affaticata e poco lucida quando si trattava del resto, culo compreso.
            Pertanto, a differenza tua, non la inserirei mai ai primissimi posti, nei quali invece figurerebbero senza temere rivali alcuni innanzitutto Amber Heard (non a caso la scelsi per la cover del post dedicati ai peli che tirano più del film), seguita a ruota da Jessica Alba, la cui marmoreità è ancor più stupefacente se mettiamo sul piatto i due marmocchi sfornati da cotanti fianchi. Se poi fossi in cerca di qualcosa di più succulento, le generose curve della Scarlett sarebbero un validissimo rifugio.
            E qui passo e chiudo. Come vedi, sono sempre il primo a svaccare nei commenti, sia nei post altrui (tu e Dave ne sapete qualcosa) che nei miei. 😀

          3. E’ sempre emozionante parlare con te dei massimi sistemi e con questo ho detto tutto!

            Tuttavia, solo per rompere i coglioni, mi permetto di sottoporre al Maestro la vsione del B-Side lla nostra Kate priuma di fare la doccia in “Whiteout”…

          4. Ovviamente solo pochi fortunati possono permettersi di sputare sopra un culo così (i mariti delle modelle di Victoria Secrets + una manciata di altri eletti).
            Quindi: avercene di culi cosi!!!!

            Tuttavia, come ti dicevo, certi fattori vanno sempre contestualizzati sia intermine relativi che personali.
            Relativi, perchè ovviamente il culo della Beckinsale è migliore del 99% dei culi di questo pianeta, tuttavia, all’interno di quell’1% non primeggia.
            Peronsali perchè, ovviamente, quando si parla di bellezza femminile subentra il gusto che ognuno custodisce: taluni gradisconi i culi rinsecchiti alla Keira Knightley, talaltri i culi ridondanti alla Beyoncè.
            Tu sei per i culi alla Beckinsale e la cosa ovviamente ti fa onore 🙂

          5. Penso che farò uno stemma di tale club… una sorta di stendardo…e qui mi fermo perché tra me e te l’OT assume valenze di significanza e di delirio che potrebbero portarci oltre alla famosa quinta dimensione (tralasciando i gicohi di parole sul peta che davvero mi/ci abbassarebbero troppo…)

    2. E cmq io con i film di guerra nn riesco maia commuovermi perché quando li vedo si già che ci saranno morte dolore violenza, ed essendoci preparato mi toccano meno.
      Giusto la morte di Ribisi su Salvate il soldato Ryan mi ha fatto venire gli occhi gonfi.

  6. I tuoi post sono sempre troppo forti, specialmente le introduzioni.
    Comunque, detto questo, devo dire che è molto interessante la tua classifica. Molti li ho visti, e concordo con te. Forse solo per Bravehart non sono proprio convinto. Altri non li conosco, ma li vedrò, e ti farò sapere che effetto hanno avuto su di me 🙂

  7. Ho pianto di brutto quando al cinema mi hanno seccato king kong sul grattacielo avevo tipo 6 anni…. Era quello vecchio, non la porcata di jackson…. Azzo kong…. Se ci penso che e’ morto puango anche adesso

    1. Tranquillo lupo, Kong riposa tranquillo nel Paradiso dei Mostri ed adesso, mentre tu trattieni a stento le lacrime, sta giocando insieme ad Alien, IT e Godzilla 🙂

      1. Passa a dare un’occhiata se vuoi sul mio blog, mebimeka.wordpress.com!

        Ci tornerò spesso sul tuo blog, scrivi articoli molto interessanti!

  8. Ma perché. Balla coi lupi oppure Il mare dentro o ancora lo struggente duro davvero Leon? Accidenti! Nn sono una piagnone ma tutti i film con gli animali me fanno piange come lo spieghiamo War horse shera😪😭

    1. War horse non m’ha fatto piangere, però ci è andato vicino.
      Per gli standard di Spielberg è un film bruttino, ma in termini assoluti è un film che andrebbe rivalutato. Anche per il cavallo.

        1. Si, gran cavallo.
          Anche se ad essere sinceri c’era un cavallo parlante (o forse era un somaro??? boh, non mi ricordo bene) su un film che ragazzi che vedevo sempre da bambino. Ecco, quello lì mi mandava fuor di testa 🙂

          1. Ecco vedi, io c’ho sempre avuto sta tendenza recondita a parteggiare per il cavallo perdente… stavolta pure somaro…

  9. Ci sono molti film che, soprattutto se visti con un particolare stato d’animo, sono in grado di emozionare e, in certi casi, di portare alle lacrime. Di solito basta anche una sola scena “forte” dal punto di vista emotivo, in grado di smuovere il nostro animo. Oltre ai film da te elencati e ad alcuni titoli che sono venuti fuori dai commenti (vedo, per esempio, Interstellar e penso ad un altro film di Nolan, Inception, con la scena dove Cobb racconta la storia della moglie…), al momento mi viene in mente Still Alice. Quel film mi ha fatto piangere, mi ha commosso, mi ha fatto pensare ad alcune situazioni vissute in prima persona. Certamente sarebbe quello il film che metterei in prima posizione se scrivessi una classifica come la tua.

    1. Citi Nolan e, come puoi leggere dai commenti scambiati con Kasabake, abbiamo già discusso del suo modo di “far arrivare le lacrime”.
      Nolan non è un emotivo nel senso pieno del termine, i suoi film sono quanto di più lontano dagli strappalacrime si possa immaginare, tuttavia sono innumerevoli le scene in cui fa gonfiare gli occhi. Oltre a quelle che giustamente hai citato, mi viene in mente l’epilogo di Dark Knight Rises, quando infine Alfred mentre sorseggia un Fernet a Firenze intravede l’amato Bruce insieme a Selina: lì un cerchio si chiude, un eroe nuovo sale all’olimpo e noi lo ammiriamo con gli occhi di un vecchietto ancora innamorato di quel bambino orfano per cui ha dovuto essere padre, madre e mentore.
      E’ un’emozione sottile quella che sa instillare Nolan, che ha però l’innata capacità di rinnovarsi di visione in visione, ed è per questo che il suo cinema è meraviglioso, perchè è quanto si più simile alla vita sia mai stato messo in scena. Anche quando si parla di viaggi interstellari, viaggi onirici o supereroi mascherati.

    1. Bravehart… gran film. Ricordo che lo guardai quando ancora esistevano le VHS, la affittai una sera e lo guardai dopo cena. Non riuscii ad addormentarmi per quanto ero commosso.

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