Mr. Holmes

Una volta lessi di un tizio che teneva nascosto in cantina un quadro di Monet. Ogni sera scendeva di sotto, accendeva la luce, toglieva il telo con cui lo proteggeva dalla polvere, si sedeva sulla poltrona sistemata al centro della stanza, accendeva una sigaretta e restava immobile a contemplare il suo quadro. Dopo aver finito di fumare ricopriva la tela, spegneva la luce, tornava di sopra ed andava a dormire.

Un folle, penserete voi.

Un privilegiato, dico io.

Immaginate per un attimo di custodire, all’insaputa di tutto il genere umano, quanto di più prezioso esista per voi a questo mondo: un film, una canzone, un vestito, un reperto archeologico, un libro, un quadro, una pianta, un fiore. Immaginate poi quali emozioni potrebbero scuotervi se al piacere della contemplazione poteste abbinare la consapevolezza di essere l’unica persona a cui è stata concessa l’opportunità di conoscere ed ammirare questa scoperta: sarebbe una realtà travolgente potente ed inquietante, sarebbe un pensiero delirante che lambisce ammalia e stordisce, sarebbe un dono ma pure una condanna, sarebbe un peso opprimente che però vi renderebbe più leggeri lasciandovi volteggiare nell’aere ignari ma consapevoli, sarebbe la reificazione di un ossimoro intellettuale che trova la sublimazione nel vostro piacere declinato nella solitudine, sarebbe un atto divino che trova la sua antropomorfizzazione terrena.

E ora immaginate di poter applicare tale realtà a un vostro ricordo o una vostra singola estatica emozione: sarebbe come se poteste sovrapporre la trasparenza alla brillantezza, sarebbe come se le idee e i pensieri potessero prendere forma prima e poi sostanza, sarebbe come se una lente cromata tingesse coi colori dell’arcobaleno tutto il mondo intorno, sarebbe come se poteste diventare il centro di gravità permanente del vostro universo.

Immaginate infine di poter coniugare tutte queste forze per sintetizzare il vostro amore, amore inteso non come sentimento che nasce si nutre e si rinnova nel desiderio di qualcosa o qualcuno, bensì concepito come quel grumo di materia primordiale che custodisce la vostra essenza interlacciata con il creato. Quell’unica impareggiabile e meravigliosa goccia distillata dal vostro cuore potrà diventare il seme di una nuova esistenza, potrà essere il concime per un nuovo mondo, potrà trasformarsi nell’invisibile pulviscolo di materia dal quale nascerà un nuovo universo che poi si sprigionerà in ogni direzione e correrà correrà correrà e infine si espanderà verso confini ignoti ed inintellegibili. I confini della vostra irripetibile e manchevole ma pur sempre sublime unicità.

Mr. Holmes non è altro che la rappresentazione cinematografica di questo pulviscolo di materia: una immagine sicuramente imperfetta ma che ha l’indiscusso merito di catturare tra le mani il puro e devoto amore per il personaggio, tradurlo nella sua umanità e infine lasciarlo libero di volare, come una farfalla tenuta tra le dita giusto il tempo di poterne ammirare l’impareggiabile grazia.

Voto:

43 pensieri su “Mr. Holmes

  1. Wow! Hai scritto qualcosa di incredibile! Mi è piaciuto tutto il post, ma non sono completamente d’accordo sull’accostamento al film. E’ stata bella l’idea di valorizzare l’umnità e le debolezze del personaggio troppo spesso idealizzato. Ma purtroppo la sceneggiatura in se non rende merito a questa idea di base, rendendo il tutto troppo lento e noioso.
    Resta comunque un buon film, ma come dicevo nel mio post, non hanno saputo sfruttare a pieno l’idea di base per renderlo un grande film.

    1. Mr. Holmes non è un film privo di difetti, soprattutto – come hai evidenziato tu – nella struttura narrativa e nel ritmo della narrazione stessa.

      Tuttavia io non cercavo bellezza narrativa in questo film. Conosco l’universo di Holmes come le mie tasche, me ne cibo da quasi 30 anni, ho letto libro e visto film in quantità industriale, pertanto ho imparato a non aspettarmi più niente di intrigante sotto ilprofilo della “storia” bensì mi piace cercarlo nel modo in cui la storia viene raccontata e, soprattutto, nel modo in cui viene rappresentato il Personaggio.

      Prendi ad esempio Sherlock, la serie tv: le storie (specie nella terze serie) sono abbastanza sussidiarie, per certi aspetti anche poco sviluppate. Si richiama il Canone nei titoli e nelle situazioni, lo si aggiorna il tanto che basta (e sempre con rispetto, il che è un bene) ma non ci troviamo difronte a niente di trascendentale. Ciò che rende speciale quella serie tv è il modo sublime in cui ha saputo catapultare il Personaggio Holmes un secolo in avanti rendendolo affascinante, credibile e – questa la cosa – veramente clamorosa – perfettamente in sintonia con l’originale vissuto 100 anni prima. Quando vedo muoversi e parlare Cumberbatch penso che se Arthur Conan Doyle avesse potuto scrivere le storie Holmes nel XXI secolo, le avrebbe raccontato un personaggio identico a quello affrescato da Moffat e Gatiss.

      Analogamente è accaduto con Mr. Holmes. L’anziano 93enne è perfettamente credibile e, questa la cosa più importante, in sintonia con l’originale.

      E’ per questo che ho apprezzato questo film, anche al netto dei suoi difetti. Ma ovviamente io parlo da fan, anzi no, io parlo da innamorato, e quindi ho ricercato nel film cose diverse dagli altri 🙂

      1. Concordo con il tuo punto di vista, specialmente riguardo la serie TV. Per quanto riguarda il film, non metto in discussione il personaggio, che oltretutto è stato stupendamente interpretato, ma la storia in generale (come già detto). Credo che con un tocco d’arte in più, ne sarebbe venuto fuori un vero capolavoro.

        1. Mettiamola così:
          tu ti aspettavi un’infuocata notte d’amore con la Bellucci mentre io una cerebrale discussione con Margherita Hack.

          Entrambi inseguivamo due piaceri rispettabili, benchè diversi, che il film non ha saputo accontentare in egual misura, e su questo concordo cno te, perchè un po’ carente sotto il profilo narrativo.

          Comunque ce ne fossero di film così, e soprattutto di itnerpretazioni come quella di McKellen!!!!

    1. Tieni sempre presente che dal mio giudizio bisogna togliere la tara fandom da innamorato pazzo….
      Il film é strano, nn privo di difetti, ma tanto basta il sontuoso Ian a mettere tutto in secondo piano: non glielo daranno, ma per me l’Oscar é senz’altro suo

  2. Il senso di attesa che tu hai provato per Mr. Holmes io lo sto provando per il prossimo film di John Goodman. Esce domani, e io vivo nel terrore che nessun cinema a me vicino lo metta in cartellone. Sarebbe come se mi togliessero l’opportunità di rincontrare un vecchio amico, sederci davanti a una birra e una bistecca e tirar tardi a chiacchierare, alternando riflessioni profonde e battute triviali, confidenze intime e particolari di nessuna importanza. E il bello è che gli amici di John Goodman possono farlo davvero. Beati loro. 🙂

    1. Se il film cui ti riferisci è Natale all’improvviso penso che tu possa dormire sonni tranquilli: il cast “all-stars” è di tutto rispetto e dubito che le case di distribuzione si lasceranno scappare un boccone così ghiotto. L’unica pecca è che film di questo tipo – corali – spesso si risolvano in una bolla di sapone bella all’apparrenza ma di nessuna sostanza 😦

      1. Ce l’ho fatta per un pelo: soltanto un cinema nella mia zona proietterà il film. I precedenti (che spesso sono indicativi) sono poco incoraggianti: è lo stesso cinema dove andai a vedere quel cesso di Contagious. Mi sa che io e il gestore di quel cinema abbiamo gli stessi gusti in fatto di attori. 🙂

        1. Ne ho visto più della metà, comunque non sono d’accordo su nessun titolo.
          Per carità, i gusti son gusti, ma a me sembra la tipica classifica acchiappa-clic con tanto effetto ma poco senso 😦

  3. Per cercare di convincere i fan che la loro band post-punk non si stava assolutamente “ammorbidendo”, cosa di cui erano invece stati accusati dopo l’uscita dal gruppo di  Keith Levene,  i PIL (Public Image Limited) nel 1983 pubblicarono il singolo “This Is Not a Love Song”.

    Adesso, sul suo poliedrico blog, il nostro amico blogger, pubblica un articolo che ha come sottotitolo “Mr. Holmes”, ma che come nome principale si chiama “This Is Not a Review”, perché infatti non è una recensione, ma una canzone d’amore.

    Premetto che non ho visto il film e quindi non posso (ma non vorrei nemmeno) aggiungere nulla allo specifico filmico (alla sceneggiatura, al montaggio, alla fotografia, alla regia, alla messa in scena), ma su una cosa posso tranquillamente parlare e disquisire, con tutta la credibilità possibile ed ossia sulla reverenza, sul rispetto, sulla passione tempestuosa che Lapinsù ha per Holmes, inteso come unicum di perfezione investigativa letteraria, come icona del suo genere, come modello insuperato ed insuperabile.

    E’ così, dunque, che, fingendomi un critico erudito, in procinto di scrivere la recensione ad un poema redatto da un letterato di cui conosco bene sia lo stile che le intenzioni, parlerò di questa NON RECENSIONE, condividendo in primis l’oggetto di tanto amore.

    Eventi familiari infausti mi hanno fatto ritardare la visione di questo film, che comunque vedrò quanto prima e sul quale anch’io scriverò una NON RECENSIONE e questo perché, condividendo con Lapinsù la venerazione per il canone stabilito da Sir Arthur Conan Doyle, di questa pellicola di Bill Condon l’unica cosa che davvero mi preme è vedere per una volta un titano come Sir Ian McKellen interpretare il più grande detective del mondo e trasmettere tutta la sua bravura e la sua umanità al personaggio.

    Ora vorrei invece dare spazio alla prosa con cui Lapinsù ha verosimilmente scritto non dico il suo più bell’articolo, perché non ho né le capacità, né il diritto di dire questo (e poi dicendolo si condanna inevitabilmente alla mediocrità tutto il resto), ma di certo il più struggente e lirico di tutti i testi che ha deciso di condividere con noi lettori fino ad oggi su WordPress.

    La cosa paradossale è che il più grande dei fan di Holmes non ha scritto un post “for fans only”, un trattato esoterico, stracolmo di citazioni che solo gli adepti e i demiurghi della religione del canone potevano cogliere, ma anzi, al contrario, ha cercato di usare il registro dell’epica romantica, scrivendo versi che sembrano estratti da una poesia beatnik di amore lisergico per la vita e la conoscenza.

    Insomma, Lapinsù ha decisamente aperto il suo cuore e questo è senza dubbio un regalo: sta a noi coglierlo o meno, ma di certo questo è un pensiero che scavalca il film, il suo essere perfettibile (come dice lo stesso Lapinsù) ed arriva al mito, accarezzandone la statua in marmo che egli ha eretto nel suo tempio personale.

    Da fedele seguace della medesima religione, non posso che chinare il capo in segno di rispetto e devozione.

    1. Venerdi sera sono arrivato al cinema con largo anticipo e sono entrato in sala che ancora non era partita la pubblicità sullo schermo.
      Ho scelto il posto migliore e sono rimasto lì, a contemplare lo schermo bianco, in totale solitudine.
      E’ in quel momento che mi è sovvenuto il ricordo del tizio col Monet (che poi non so dire con precisione se sia un aneddoto reale o un aneddoto letto in qualche romanzo… ma fa poca differenza in fondo).
      Ho sperato fino all’ultimo di restare solo in sala, ma poi purtroppo si sono uniti alcuni gruppi di sparuti spettatori e mio malgrado ho dovuto condividere con un’altra dozzina d’occhi la visione.

      Partiti i titoli di testa, però, sono tornato ad essere da solo, i miei occhi si sono chiusi e ho iniziato ad assorbire il film non già con i canonici sensi deputati alla percezione (vista, udito, etc) bensì un senso più sottile, un sentire più complesso: il cuore.
      D’altronde “senso” e “sentimento” condividono la stessa radice etimologica…
      E’ stato con il cuore che ho visto Mr. Holmes, è stato con il cuore che l’ho apprezzato, è stato con il cuore che ne ho scritto.

      Non aggiungo null’altro, nè sul film nè sull’interpretazione nè su tutto il resto, perchè il terrore di influenzare o sporcare e quindi inquinare e rovinare la visione che ti aspetta sarebbe insopportabile per me, perchè so cosa rappresenta Holmes nel nostro pantheon immaginafico di eroi e umanità che, benchè declinati sotto l’universo letterario o filmico, sono pur sempre parte della nostra vita, del nostro modo di vedere il mondo e, in qualche modo, apprezzarlo.

      Buona visione, quindi!!!

  4. Dopo aver letto questa tua dichiarazione d’amore nei confronti di un personaggio iconico come Sherlock Holmes, che adoro anch’io, sono ancora più preoccupato di prima. Perché a Taranto continua a non esserci alcuna traccia di Mr. Holmes. Ho già “perso” Black Mass (trasmesso qualcosa come sei giorni in tutto, con un solo spettacolo giornaliero alle 22:30), ma non posso accettare di perdere anche questo film. Mr. HOLMES no.

    1. Anche da me la distribuzione è stata pessima. Il multisala vicino dove abito la tenuto in cartellone solo 3 giorni, con 5 proiezioni totali.
      Io per non sbagliare mi sono presentato alla prima… però è probabile che cinema piccoli o poco centrali possano decidere di snobarlo.

      Comunque si può “recuperare” anche in altri modi.
      In rete si trova già la versione dvd-rip subita, mentre quella in italiano è, ovviamente, solo md-rip perchè l’audio è quello “rubato” in sala.
      Ovvio che la visione al cinema ha un altro sapore, ma non essendo un film che poggia sugli effetti visivi la sua bellezza, può tranquillamente essere visto anche in home video 🙂

    1. Che Mr. Holmes non sia un filmone è fuori discussione.
      Tuttavia, i suoi evidenti difetti hanno assunto un ruolo marginale ai miei occhi poichè la devozione e la grazia con cui è stato messo in scena il personaggio rendono ampia giustizia alla memoria di Conan Doyle e a me tanto basta.
      Il film, non è un caso, è molto Sherlock-Centrico: i primi piani sul viso segnato dal tempo sono decine, forse centinaia. La stessa storia ha carattere di sussidiarietà lasciando al personaggio il compito di mandare avanti la baracca.
      E, questa è la cosa più importante, il personaggio messo in scena (magistralmente) da McKellen è in perfetta sintonia col personaggio ideato da Conan Doyle, sullo stesso stile di come lo è quello più moderno di Cumberbatch: innovazione nella tradizione. Un apparente ossimoro, ma una soave e riuscita scelta cinematografica. Almeno in questo caso.

          1. Per me Sherlock Holmes è come un mentore… è il mio Myagi, è il mio Yoda, …
            Se poi me lo trattano con rispetto come in questo film io vado in brodo di giuggiole 😀

          2. Lo sherlock holmes di Robert Downey Jr. (e Guy Ritchie, aspetto da non sottovalutare) è un film gradevolissimo: brillante, intrigante, veloce e con un cast della madonna. Oltre a Tony Stark ci sono Jude Law, Rachel McAdams e il sottovalutatissimo Mark Strong.
            Tuttavia, visto con l’occhio critico di chi ha amato Doyle e il suo Canone, quel film è un gradino sopra la pornografia, almeno per un censore come mei. Poi, percaritadiddio, l’ho visto e mi è piaciuto, ma con lo Sherlock Holmes che intendo io (quello del Canone) non c’entra niente.

          3. Bè il personaggio della Adler è stato molto mitizzato nelle trasposizioni di Sherlock Holmes, un po’ come quello di Moriarty (anch’egli presente in un solo racconto).
            Il fatto è che nei racconti di Doyle sono totalmente assenti sia figure femminili di spicco sia villain di qualità a parte proprio questi due.
            Di qui il loro ruolo un po’ ingigantito nei film e telefilm 🙂

  5. Mi congratulo per questa recensione-lettera d’amore molto sentita dall’autore del post, su un film non proprio facile da apprezzare, specialmente per chi è abituato a vedere un personaggio sì acuto, ma in puro stile action-rebel. Lo sherlock di Sir Ian McKellen è diverso da quello interpretato dal bravissimo Robert Downey Jr., che ho personalmente gradito, ma stiamo sempre parlando di epoche narrative diverse. Per quanto mi riguarda, seppur lento, è la narrazione quasi perfetta dell’uomo 93enne Holmes. Lo rivedrò con piacere.

    1. Ciao Fabio, innanzitutto ti ringrazio per esser passato e lasciato un tuo pensiero 🙂

      Lo Sherlock di Guy Ritchie e Downey Jr. é indubbiamente gradevole, tuttavia non ha pressochè nulla a che spartire con il character originario ideato da Conan Doyle: in questo caso l’innovazione è andata a braccetto col TRADIMENTO.
      Viceversa, lo Sherlock di Cumberbatch è riuscito a innovare senza però uscire dall’alveo tracciato a suo tempo da Conan Doyle, partorendo così un personaggio nuovo, diverso, tuttavia in sintonia con la storia.

      Lo sherlock di McKellen, a mio avviso, è quello che ha avuto meno bisogno di innovare, giacchè raccontava una storia ambientata in un’età del protagonista mai affrontata da Doyle. Tratteggiando questo personaggio nuovo perchè vecchio, lui e il regista sono riusciti, a mio parere, nel mirabile traguardo di non tradire l’originale e offrire una rappresentazione credibile e verosimile di Sherlock Holmes.
      Da qui è scaturito il mio gradimento perchè adoro il character di Holmes (qui trovi una dichiarazione appassionata: https://lapinsu.wordpress.com/2015/11/19/elementare-lapinsu/)

      Ciao e grazie ancora per il tuo commento 🙂

  6. Diciamo che ho capito bene i tuoi pensieri e le emozioni che hai provato vedendo il film. Come ho scritto nella mia recensione Mr Holmes non distrugge l’immagine di Sherlock ma la valorizza a livello umano. Ottimo articolo!

    1. Si, hai ragionissima. Valorizza il personaggio dal punto di vista umano e, quest aè la cosa più sorprednentem, restando fedele al charachter ideato da Conan Doyle, senza scimmiottarlo o imbellattondolo con trucchi e trucchetti.

  7. Non solo ho letto l’articolo ma ho anche divorato tutte le risposte che hai lasciato nei commenti…in primo luogo suono felice di aver trovato un altro appassionato del fantastico investigatore e in secondo mo chiedo se non sia stato inutile consigliarti “La casa della seta” nella risposta al tuo commento dato che ho qui scoperto che è da trent’anni che passeggi nel mondo di Sherlock Holmes e probabilmente ne sarai già venuto a conoscenza.
    Un articolo davvero ben scritto, i miei più sinceri complimenti!

    1. Ciao Dreamer, benvenuto nel blog!!!!!

      Innanzitutto ti ringrazio sia per aver voluto condividere le tue idee in questo commento sia per il consiglio che mi hai dato, infatti io non ho letto (neppure conoscevo) La casa della seta.
      In realtà, come spiegavo nell’altro post (Elementare, Lapinsù) dedicato ad Holmes e ad alla mia passione sul personaggio e le sue varie trasposizioni filmiche e letterarie , non ho mai curato molto la lettura dei romanzi apocrifici, anzi li ho sempre rifuggiti diventando col tempo un “integralista del canone”.

      Tuttavia devo ammettere che, negli anni, ho imparato ad apprezzare anche alcuni apocrifi, soprattutto grazie a trasposizioni cinematografiche. Infatti, paradossalmente, il cinema ha saputo trattare meglio Holmes quando ha raccontato le storie non ideate da Conan Doyle: penso a Soluzione 7%, a La vita privata di Sherlock Holmes, a Piramide di paura e, last but not least, proprio questo Mr. Holmes.

      Per cui stai certo che terrò in conto il tuo consiglio e quanto prima mi gusterò questa storia 🙂

      1. Premettendo che sarebbe meglio dire “benvenuta” visto che sono una “lei”…sono felice di averti consigliato qualcosa di nuovo! Di “La soluzione settepercento” volevo leggere il libro ma in biblioteca non c’è…devo riuscire a procurarmelo.
        Ah, neanche a farlo apposta oggi a scuola ho finito la prima pagina del mio fumetto su appunto Sherlock Holmes, se ti va di dargli un’occhiata ho postato la foto 🙂

        1. Chiedo venia per la confusione di genere: purtroppo ho il viziaccio di considerare come maschili tutti i nomi inglesi e così ho pensato che dietro “dreamer” ci fosse in lui…

          Per quanto riguarda soluzione settepercento (hai fatto bene a scriverlo per esteso senza il numero, perchè è così che si intitolano sia il libro che il film) ti consiglio comunque di guardare il film: un autentico gioiellino.

          Comunque, devo ammetterlo, la bellezza del Canone per me resta impareggiabile. Qual è il tuo romanzo o il tuo racconto preferito? (se ce n’è uno, ovviamente).

          Ah, ma quindi sei una disegnatrice!!! Corro subito a vedere il tuo fumetto con enorme piacere 🙂

          1. Nessun problema per l’errore 🙂
            Fin’ora tra la produzione canonica (come dici tu) il mio preferito è “Il mastino dei Baskerville”

          2. Io invece ho sempre avuto un debole per Il segno dei 4: storia favolosa, narrazione serrata l’inseguimento finale delle barche sul Tamigi…
            Sapevi che il topos dell’inseguimento nasce lì? In pratica tutti gli inseguimenti in auto che vediamo al cinema oggi sono figli di quella storia vecchia di quasi 150 anni…
            Incredibile 🙂

  8. Complimenti per la recensione, ottimo paragone, aggiungo sulle critiche mosse sulla lentezza del film. E’ cosi ma non potrebbe essere altrimenti, la maggior parte delle produzioni su Holmes (ma volendo anche sui personaggi della Christie) sono lenti, era il modo di fare cinema e televisione (cosa che tutt’ora nelle serie classiche inglesi persiste). Questo film oltre alla libera interpretazione della figura di Holmes e alla storia in se, è un ottima rappresentazione della produzione audiovisiva inglese che è legata strettamente al teatro.

    1. Effettivamente se c’è uno specifico Holmes televisivo a cui McKellen si è ispirato in questo film è sicuramente quello di Jeremy Brett.
      Tra l’altro quella è l’interpretazione di Holmes che io preferisco in assoluto (lo sguardo, i gesti, le movenze, la parlata, perfino il naso: tutto rispecchia fedelmente il canone di Doyle) tanto da averlo scelto come copertina nel mio post-tributod’amore al personaccio Sherlock Holmes che scrissi poco prima l’uscita di Mr. Holmes.
      https://lapinsu.wordpress.com/2015/11/19/elementare-lapinsu/

Scrivi una risposta a lapinsu Cancella risposta