Ho sempre evitato i film che parlano di violenza sulle donne: mi avviliscono.
La femmina è il motivo per cui esiste la poesia, altrimenti che senso avrebbe cantare la bellezza, la grazia, la gioia e la perfezione? E vedere qualcuno esercitare violenza sulle donne è il parossismo del nichilismo, della depravazione, della crudeltà: violentare una donna è l’equivalente cosmico della deflagrazione di una galassia perchè con quell’unico gesto malvagio si sta in realtà distruggendo un intero angolo del Creato, uno dei più meravigliosi. La donna è una divinità fragile ma potente perchè riverbera sugli altri il suo splendore ma nel farlo presta il fianco a chi non ha la sensibilità per comprenderne e custodirne la meraviglia.
Parimenti, ho sempre odiato le storie vere: il cinema è finzione e la storia dovrebbe essere lo strumento per trasmettere un’emozione, un’idea o un messaggio, non il fine. Le storie vere hanno quindi una tara di pedanteria che non sanno scrollarsi di dosso e pertanto finiscono sempre per annoiarmi prima di intrigarmi.
Come se non bastasse, gli scenari bellici o post-bellici sono tra le ambientazioni che più aborro quando guardo un film. Le macerie, la distruzione, la povertà, la miseria umana e materiale: basta poco per distillare il primigenio spirito selvaggio che alberga in ogni uomo. E francamente vedere i miei simili comportarsi come bestie anzichè come esseri umani mi mette un’indicibile tristezza.
Perchè, dunque, mi è piaciuto The Whistleblower?
Perchè???
La colpa non può esser che tua, Rachel.
Perchè se fossi solo bella, forse saprei resisterti.
Perchè se fossi solo brava, forse saprei ignorarti.
Ma purtroppo tu sei anche… tu: Rachel Hannah Weisz.
Perchè l’amore non si nutre di solo di virtù, bellezza, sorrisi e perfezione: l’amore si esalta nel dolore, si sublima nelle difficoltà e si perfeziona con gli errori. Non amiamo solo nella gioia, non desideriamo solo mentre facciamo l’amore, non ci divertiamo solo se ridiamo: è quando ci ammaliamo, è quando litighiamo, è quando invecchiamo che in realtà ci ritroviamo più vicini.
E’ facile amare una virtù, ma l’amore per un difetto è qualcosa di sublime.
The Whistleblower è prevedibile quanto noioso: la poliziotta stacanovista che mette da parte la famiglia, il maschilismo sessista troglodita, le ragazze rapite e schiavizzate, il complotto multinazionale, il cattivo slavo: potrebbe addirittura sembrare il passaggio mal riuscito in un comizio di Salvini. Invece grazie a te, Rachel, The Whistleblower diventa un bel film. Perchè tu, incurante del nulla intorno a te, hai saputo farmi cogliere un senso laddove non può essercene. Non ti è servito spiegare il tuo sorriso e neppure sciogliere i capelli, non hai dovuto nemmeno sguinzagliare il tuo sguardo illegale che come un raggio di luna piena sa riempire di armonia anche le notti più oscure. No, ti è stato sufficiente spruzzare di freschezza un cliché stantio ed ammuffito per indurmi a credere che fosse gradevole.
Come fai, Rachel? Qual è il tuo trucco?
Sei forse una fattucchiera che con oscuri incantesimi mi lega a sè? O forse una moderna sirena il cui canto mi abbindola e seduce?
Bè, sai che ti dico? Chissenefrega!
Tanto, anche se potessi, non vorrei resisterti comunque.
Voto: 7
I film che parlano della violenza sulle donne fanno una grande impressione anche a me. Credo che film con queste tematiche siano quelli che più riescono a mettermi angoscia o paura. Il solo poter distruggere così la vita di una donna mi fa vomitare e star male.
Parlando invece The Whistleblower… non posso dire assolutamente nulla perché non l’ho visto ma potrei effettivamente visionarlo visto che Rachel Weisz sembra riuscire a dargli un tocco di classe.
Ricordo che provai disgusto fisico guardando Irréversible con la Bellucci.
The whitleblower è meno crudo, tuttavia è forse anche più fastidioso perchè mostra una violenza cieca, selvaggia ma anche calcolata.
E’ un pugno sullo stomaco, indiscutibilmente.
Ma vale la pena guardarlo, non foss’anche perchè Rachel è sempre superba.
Ah, hai appena citato un film che mi fece star male tantissimo. Quella scena è di una crudeltà immane.
Vero, mi mise un magone dentro che se ci ripenso ancora sto male 😦
Anche io sono oppresso da questi temi di critica sociale, di sensibilizzazione o di trasposizione di fatti realmente accaduti; li trovo troppo pedanti, per l’appunto, come detto da Lapinsu.
Però Lei… ah, è da quando ho visto La Mummia che mi si intenerisce il cuore dinanzi a quel suo dolce sguardo intermedio tra il vulnerabile e il carismatico.
Visto che anche a voi piace, vi consiglio Constantine: in quel film vale… il doppio!
Constantine ce l’ho!!!
Sul blog di pizzadog ne trovi una lucidissima recensione: https://ilblogdipizzadog.wordpress.com/2016/06/08/guilty-pleasure-this-is-constantine-john-constantine-asshole/
Premesso che Lei è supremamente bella sempre, a mio modestissimo parere il suo top estetico lo raggiunge in due commedie romantiche dove tra l’altro neppure ha un ruolo da protagonista: About a boy e Certamente forse.
Certo, poi ci sarebbe pure I want you, una delle sue primissime pellicole, dove si mostro in tutte (TUTTE) le sue grazie, ma quella è un’altra storia.
Hai ragione, è proprio un’ottima recensione.
Io di solito snobbo il romantico, con poche preziose eccezioni come Un’Ottima Annata. Dici che questi film sono consigliati o troppo sciropposi?
Sciropposi non di sicuro, però io sono di parte, adoro le commedie romantiche purchè non siano melense e questi due film, sicuramente , non lo sono.
Certamente forse, tra l’altro, ha una struttura semantica e narrativa molto particolare, il che lo rende ancora più apprezzabile.
Prova, credo non ne resterai deluso 😉
Va bene, uno dei due lo metterò in lista! Ti saprò dire.
Ma dopo un’ode così …. come si può resistere?!?! 😀
Grande Lap 😉
Resistere e Rachel nella stessa frase sono un controsenso, una roba che potrebbero rinchiuderci 3 anni dentro il la base del Gran Sasso per trovare una soluzione ed uscire a bocca asciutta 😀
Un post interlocutorio, quasi di pausa riflessiva, dopo l’epocale articolo precedente, con quel titolo grandioso ed intelligentissimo, apparentemente fugace ed invece così pregno e foriero di pensieri laterali ed empatici (dal cinema di genere soft-core e pecoreccio alle comedy da college) che facevano da prodromo ad una più ampia riflessione sulla genesi persino di un nuovo genere televisivo.
Qui voliamo con più leggerezza (la cosa paradossale è che parrebbe esattamente il contrario: potenza della lingua ermeneutica), poiché si argomenta con su disagi condivisibilissimi (quindi ovvi) e poi sulla liturgia (tale è senza dubbio nel blog di Lapinsu) della Rachel Hannah Weisz.
Un pezzo, dicevo appunto, interlocutorio, quasi un atto dovuto, un francobollo che si aggiunge ad una collezione, una figurina mancante che si va a d incollare nel bellissimo album di ricordi del fan per eccellenza della bellissima e bravissima Rachel, uno di quei pezzi che io non sono in grado di scrivere e che invece danno al tuo blog, amico, il ritmo vitale di un grande album musicale, con brani splendidi e lirici (e come tali più duri da assimilare), alternati a ballate più pop e semplici, in un tutto da amare.
Evidentemente o sei memore di un nostro vecchio scambio di opinioni nel quale ti spiegavo che mi piace pensare il mio blog come un concerto\disco nel quale la sequenza dei post non è mai casuale bensì regolata da un significato più alto che come un immaginario file rouge tiene incollati i pezzetti di una storia più grande e complessa che cerco di raccontare a me e a chi mi legge, oppure le tue facoltà divinatorie stanno prendendo il sopravvento e quindi sai leggere nei miei pensieri.
Ed hai ragione anche quando parli di atto dovuto, nel senso che sta maturando in me il desiderio di recensire tutti i film della Rachel, non tanto per parlare dei film stessi (alcuni sono abbastanza anonimi in effetti) e forse neppure di lei (è bella, è brava e ripeterlo sempre può diventare stancante) bensì per giocare e riflettere e crescere, perchè è questo che si fa con le persone cui vogliamo bene.
Staremo a vedere.
Le idee ci sono, ma ultimamente ciò che manca è (soprattutto) il tempo e (talvolta) anche la voglia: sono sempre stato severo con i miei post ma ultimamente sono diventato anche esigente e nel passaggio mi rendo conto che sto perdendo un po’ di quella spigliatezza e naturalizza che (mi piace pensare) ha sempre animato il mio blog.
Voglio sperare che questa fase di incertezza possa essere sciolta come neve al sole dal prossimo 1-2 ai concerti del Boss. Perchè, in fondo, dopo ogni Streets of Philadelphia c’è sempre una Hungry heart ad aspettarci 😉
Ti fermo subito, amico: il tuo album sta funzionando alla grande!
Sappi (e sono sincerissimo) che il ritmo è perfetto e non fare forzature per modificarne il ritmo: stai alternando davvero leggerezza a durezza, pathos a menefreghismo, schiettezza a compostezza, livellendo i picchi striduli come un ingnegnere del suono (il riferimento musicale mi piace e quindi vado di lungo!).
Personalmente quando ti leggo non sono mai deluso, mai, sul serio: come ermenàuta fondatore non hai mai torto in una discussione (tutt’alpiù esprimi un parere diverso), ma come blogger puoi fare stronzate e come amico te le segnalerei, quindi, se non lo faccio, vuol dire che per me non ne hai fatte!
Corollario: se modifichi ciò cha va bene e funziona rischi di danneggiarlo, ma se lo elevi, semplicemente creando in aggiunta (non “al posto di”) degli articoli ancora più elevati, allora la somma finale sarà maggiore.
Il problema, caro amico, è che quando mi rileggo spesso son deluso io… A forza di esigere sempre più da me stesso e (cercare di) elevare il livello dei post ho finito per diventare meno prolifico (il che di per sè non è male, ovviamente) ma anche ad assumere un atteggiamente troppo professionale che mal si addice a ciò che è e deve restare un divertentissimo passatempo.
Ma vabbè, probabilmente queste son solo fisime che mi faccio da solo…
Passiamo quindi agli argomenti di discussione veramente importanti (che poi nel mondo capovolto di Ermenautilandia sono proprio quelle che non conterebbero un fico secco in ogni altro luogo) per informarti che sto seguendo da poco due serie tv che so già per certe essere a te care e gradite.
La prima è Hannibal (terza stagione).
Son fermo al quarto episodio e ti assicuro che è stata dura vederli tutti e 4: l’impressione che la lentezza e la narrazione barocca stiano prendendo la mano a Fuller cresce episodio in episodio. Ma che dico: di fotogramma in fotogramma. Ti confesso che la tentazione di mollare è forte, alimentata dalla consapevolezza di avere tante serie in rampa di lancio sul HDD e dal desiderio\necessità di perdere tempo con qualcosa che non mi soddisfi pienamente. Perchè a differenza dei film, che sono e restano blocchi autoconsistenti che riempiono il vuoto di una serata (o di una mattinata, nel mio caso…) e nulla più, le serie tv hanno un impatto più profondo nella nostra vita, si protraono per settimane, talvolta per mesi e il tempo che necessitano è esponenzialmente superiore. Con le due settimane di ferie di cui mi accingo a godere, potrei trovare più tempo e più voglia per portare a termine questa visione.
INTO THE BADLANDS
Memore del tuo sontuoso post del maggio scorso, ho scaricato (rigorosamente in hd) tutti e 6 gli episodi e stamane ho visto il primo.
Notevole, sicuramente notevole. La scena di combattimento sotto la pioggia “fa molto” Matrix (non ricordo quale dei 3 avesse un bel combattimento sotto la pioggia) ma soprattutto “fa molto” una scena di un film giapponese (credo fosse di Kurosawa) di cui parlasti nella tua monografia (divisa in 5 post) sull’eroe nel cinema nipponico e americano. Ma soprattutto, tale scena,è semplicemente meravigliosa. Pensava che, in termini di combattimento, non si potesse far meglio di Daredevil, invece qui si innalza l’asticella, non di moltissimo ovviamente perchè Daredevi sta molto in alto, però un po’ si.
Bene, grazie per la dritta, quindi. E credo che i restnati 5 episodi saranno spazzolati molto rapidamente 😉
Alla prossima amico!!!
E anche un giorno soleggiato. 🙂
Questa tra le altre cose è la canzone preferita di mia figlia.
Lei la chiama “quella dove fa la scivolata”, perchè nel video ufficiale (tratto da un live) nel finale Bruce fa una scivolata sulle ginocchia durante l’assolo di sax.
Canzone perfetta per risollevare l’umore!!!!! Bisognerebbe sentirla più spesso 🙂
Come sai, influenzato dalla tua passione, anch’io è da un po’ che ascolto il Boss, e anche nel mio caso Waiting on a sunny day è di gran lunga la mia preferita.
Colgo l’occasione per segnalarti questa classifica: http://www.gqitalia.it/show/cinema/2015/10/16/la-classifica-dei-film-piu-belli-degli-ultimi-25-anni/?utm_source=facebook&utm_medium=cpc&utm_campaign=PPA_ClassificaFilmBelli.
Questa è la playlist che ho fatto per mia figlia su Youtube 😉
Riguardo la classifica di GQ è ovviamente opinabile come tutte le classifiche del genere.
In linea generale sono d’accordo (anche se l’autore ha una sfacciata predilezione per Nolan e Tarantino), tuttavia alcune voci mi hanno fatto inorridire:
1. Le addirittura 3 nomination per la Trilogia del Signore degli anelli. Nel 2001 uscirono due filmoni come A Beautiful Mind e Training Day, nel 2002 Gangs Of NewYork e Il Pianista, nel 2004 Mystic River e L’ultimo samurai
(e per citare i titoli mi son rifatto solo ai titoli più nominati agli Acadamy, e sono sicuro che facendo una ricerca più estesa avrei trovato molti altri titoli preferibili al Signore degli Anelli.
Mi hanno anche stupito le nomination per
2007: Into the Wild – Nelle terre selvagge
2004: Se mi lasci ti cancello
Per carità, son film che io disprezzo massimamente, comunque non son capolavoroni e non mi capacito che possano stare in una classifica del genere 😦
So che sembra un paradosso, ma in effetti quando ci si mette a fare classifiche bisognerebbe evitare per principio ciò che ci piace di più. Tu stesso te ne accorgesti anni fa, quando facesti un post sulle tue canzoni preferite e lasciasti fuori il Boss per evitare che monopolizzasse la classifica.
Riguardo alle playlist, ne faccio poche (preferisco la riproduzione casuale), ma ultimamente me ne è venuta fuori una coi fiocchi:
Mark Knopfler – What it is
Bruce Springsteen – Waiting on a sunny day
Alex Newell & DJ Cassidy – Kill the lights
Superheavy – Miracle Worker
Keira Knightley – Coming up roses
Earth, Wind & Fire – Fantasy
Santana feat. Rob Thomas – Smooth
John Newman – Come and get it
883 – Un giorno così
Luca Carboni – Bologna è una regola
The Handsome Family – Far from any road
Non le ho assemblate con un criterio particolare: ho scritto su un foglio le prime canzoni che mi venivano in mente, e la playlist è nata da sola. 🙂
E rimanendo in tema di musica, ti segnalo anche questo video comico a mio giudizio molto carino:
Riguardo al pubblicare meno post, lo sto facendo anch’io, ma per tutt’altro motivo: la crisi di ispirazione. Ci convivo da Marzo 2015, ma nonostante ciò cerco disperatamente di aggiornare il blog almeno una volta al mese. A Novembre e Dicembre 2015 l’ispirazione per un nuovo post è arrivata proprio negli ultimissimi giorni del mese, quando ormai non ci speravo più. Per fortuna invece il post del mese prossimo non sarà un problema: l’ho scritto proprio oggi.
Ora torno a vedere Daredevil: sono al primo episodio, più precisamente al primo incontro tra Matt e Karen Page. Che tra l’altro nei fumetti è un personaggio di contorno favoloso, una delle mie preferite insieme a Cat Grant (una collega di Clark Kent).
Curiosa la tua playlist, confesso di conoscere solo le prime due canzoni. Quella di Keyra Knightley è quella di Begin Again per caso?
L’ispirazione è importante anche se, ti confesso, per me è sempre un problema marginale: di solito mi metto a scrivere, mi forzo un po’ per scrivere il primo paragrafo, massimo il secondo e poi viene tutto da solo. Il mio attuale problema è che mi trovo a cestinare o lasciare a decantare un sacco di post perchè non mi convincono e temo che “non siano all’altezza” di quanto pubblicato in precedenza. Tieni conto, a titolo di esempio, che in questo momento nella sezione bozze di Lapinsù giaccono la bellezza di 31 articoli…
Comunque sono certo che troverai la tua ispirazione, magari partendo proprio da Daredevil 😉
Ovviamente sappi che mi aspetto un tuo giudizio eh? Ovviamente sei libero di mantenere il riserbo almeno fino alla fine della prima stagione ehehehe
PS: non sapevo che Cat Grant fosse un personaggio dei fumetti di Superman. Pensa che è presente in Supergirl, è la capa di Kara Sanders e, de facto, l’alter ego di Walter White a National City… Però, effettivamente, lei dice spesso che prima lavorava con Lois Lane al Dayly Planet e che non la può vedere, quindi a ben vedere sono stato io a non cogliere il nesso 😀
Il Daily Planet è uno degli aspetti che preferisco dei fumetti di Superman, perché ci sono tutti i miei personaggi di contorno preferiti: Cat Grant, Lois Lane, Jimmy Olsen… quando Clark ha smesso di lavorarci per diventare un blogger è stato un duro colpo.
Comunque ci hai preso, la canzone “Coming up roses” fa parte della colonna sonora di Begin again. Ma in pratica dovrei fare una playlist con tutta la colonna sonora di quel film, perché non c’è una sola canzone di Begin again che non sia un capolavoro. A presto! 🙂
Si, verissimo, le canzoni di quel film sono adorabili 😉
A presto anche a te!!!
( se non si fosse capito, ho volutamente glissato sul tuo passaggi in cui dici di non essere in grado di scrivere qualcosa, perchè evidentemente trattasi di refuso o lapsus freudiano)
“Perchè l’amore non si nutre di solo di virtù, bellezza, sorrisi e perfezione: l’amore si esalta nel dolore, si sublima nelle difficoltà e si perfeziona con gli errori. Non amiamo solo nella gioia, non desideriamo solo mentre facciamo l’amore, non ci divertiamo solo se ridiamo: è quando ci ammaliamo, è quando litighiamo, è quando invecchiamo che in realtà ci ritroviamo più vicini.
E’ facile amare una virtù, ma l’amore per un difetto è qualcosa di sublime.”
Bello vedere descritto così bene qualcosa in cui, di nuovo, mi rispecchio profondamente (e intanto sono andata a riascoltarmi Hungry Hearts che colpevolissimevolmente non avevo inserito nel post sulle citazioni, ma tanto di musica parlerò ancora, sicuro). vedo che anche tu hai quell’idea, per cui se un’attrice (artista?) ti coinvolge davvero tanto, recensire tutto ti serve prima di tutto per “riflettere e crescere, perchè è questo che si fa con le persone cui vogliamo bene.” Mi piace, molto.
A presto
Alexandra
Ciao Alexandra,
innanzitutto ti ringrazio per aver apprezzato la mia tirata (pippone…) su cosa significhi per me l’amore, giorno dopo giorno.
Come sempre confesso che io i film li guardo con la pancia e li recensisco con i piedi: non capisco nulla di settima arte dal punto di vista tecnico, a me interessano solo gli spunti narrativi e, soprattutto, emotivi.
Ecco, quando un film mi lascia emozione, positiva o negativa, allora per me è una piccola vittoria. E quando ne parlo, qui sul blog o con gli amici o in famiglia, è solo un pretesto, magari un po’ pavido, per tirar fuori riflessioni, sensazioni, speranze, timori. Per crescere, appunto.
A presto, Alexandra, e grazie ancora per il tuo commento 🙂
Capisco perfettamente! 🙂
Buona serata, a presto