Ho sempre adorato la Coca Cola.
Lo so che è chimica, che mangia la ruggine, che è troppo zuccherata, che fa male a denti palato stomaco e intestino, però mi piace. MI PIACE. Certi alimenti non dovrebbero essere mangiati senza la Coca Cola: le patatine fritte, gli hamburger e soprattutto la pizza. Più il cibo è zozzo più è indicata la Coca Cola. Ma la Coca Cola non è sempre uguale e basta un dettaglio per variarne il sapore, annebbiarne il gusto, oscurarne la bontà.
Il top è la Coca Cola nelle bottiglie di vetro: tra il vetro e la Coca Cola deve esistere una segreta alchimia che attraverso ancestrali scambi osmotici arricchisce l’adorata bibita di elementi e sostanze speciali. E’ notevole anche la coca in lattina: il fascino dello schiocco al momento dello stappo, l’effetto vintage e un po’ far west del bere direttamente dalla latta, l’impellenza di scolare d’un fiato tutta la Coca Cola che sennò poi si sgasa.
I primi problemi si manifestano con la Coca Cola nelle bottiglie di plastica perchè sebbene la Coca Cola sia un prodotto industriale, quella nelle bottiglie di plastica lo sembra DI PIU’. Ma il peggio del peggio è la Coca Cola servita nei fast-food: i bicchieri di carta hanno un potere opposto al vetro e assorbono il gusto ed il piacere della Coca Cola mentre le cannucce, per favore, lasciatele ai bimbi e ai malati. Grazie.
Ebbene, Io prima di te non è altro che una Coca Cola servita in un bicchiere di carta con doppia cannuccia e tanto di quel ghiaccio da affogarne il gusto e le bollicine. Fai fatica a finirla e le ultime sorsate sono le peggiori, perchè di Coca Cola non c’è più niente e resta solo il sapore secco del ghiaccio tritato.
I film sui sentimenti in genere mi piacciono: sono assetato di bontà e adoro le emozioni dolci, tuttavia non sono una caramella al miele per cui so anche riconoscere la necessità di mescolare queste piacevoli sensazioni con medicine amare che talvolta piegano la realtà nella tristezza. E’ la vita e il cinema deve avere il coraggio e l’intelligenza per mostrarla in ogni sua sfaccettatura. Ma se il racconto si fa strumentale, se le emozioni vengono costruite a tavolino, se la trama crede di poter vestire l’aridità col sentimento al fine di ingannare lo spettatore, allora il film diventa un tradimento e quando c’è di mezzo il tradimento tutti i sentimenti, per quanto buoni, vanno in frantumi.
Io prima di te è una colossale presa per il culo: sembra una puntata mal riuscita di C’è posta per te dove manca l’officiante ma in compenso ci sono Candy Candy, ovvero una lei carina-ma-non-troppo affinchè tutte le ragazze possano immedesimarsi, e Terence, un lui strafigo ma sfigato inchiodato sulla sedia a rotelle che sembra un Gesù Cristo senza corona di spine. La crocerossina e il bello-e-dannato: trattati male da tutto e da tutti, vomitati ai margini di una grama esistenza, saranno salvati dall’amore ma non ci sarà spazio per un lieto fine perchè lo scopo unico e ultimo di tutto questo sforzo è quello di far piangere. Ma la commozione generata da una tale porcata è sincera come il pianto di chi sminuzza una cipolla.
Tuttavia, pur essendo consapevole della natura ingannevole del film, non ho saputo respingere il pianto, ma non quello scientificamente e rozzamente ricercato dalla regista, perchè i miei occhi sono restati asciutti per tutto il tempo: a versare lacrime di disperazione è stata un’altra coppia di sfere del mio corpo, due sfere meno nobili degli occhi ma molto più sensibili e refrattarie ai film di merda.
Voto: 4
Un film che probabilmente avrei evitato di vedere, in quanto il genere sentimentale non fa per me, ma che ora sicuramente eviterò. ciao e buona giornata. Massimo
Ma io apprezzo questo genere di film. purchè siano onesti e sappiano limitare il senso di artefatto che spesso hanno.
Qui sembra tutto di plastica… un vero strazio.
Fai bene a non guardarlo!!
PS: ho sentito l’ultimo di Todd Snider. Diverso da come me l’aspettavo. Sembra quasi un disco degli anni 50. Carino però.
non l’ho ancora ascoltato , le recensioni che ho letto in giro non sono molto positive… ho preferito puntare su altre novità, magari più avanti ci faccio un pensierino…..ciao, Massimo
Io ti stimo e lo sai.
Solo pochi ed eroici si sarebbero messi davanti a questo film… e tu sei uno di questi.
Tanto di cappello (anche per il finale).
Io lo tengo distante come un appestato. Non lo guarderò, anche se il gusto per il macabro e il brutto mi spinge in tal direzione.
Guarda qui siamo in zona splatter che più splatter non si può.
Io prima di te è un rigurgito di schifezze.
E proprio per questo, secondo me, dovresti provare.
Se io sono tra i pochi ad avere il coraggio per guardare una roba del genere, tu, Zeus, sei uno dei pochi che riuscirebbe a comprenderne la non-essenza e farne parola all’umanità
Ahahahahahah. In effetti qua giochiamo a chi evita di vomitare per primo dopo questo film.
Il problema è che tu l’hai analizzato bene… io parto con quel pregiudizio che non mi farebbe appassionare al film.
In compenso ho un film in canna… lo recensirò più avanti!
ho già l’acquolina in bocca 😀
Ahahahahahah! 😀
Wow… Ti è proprio piaciuto tantissimo 😉
Come storia forse poteva anche piacermi, ma sinceramente l’ho bocciato dal trailer. Non so, c’era qualcosa di così antiquato che non mi ha attratto per nulla.
Sinceramente è un po’ il difetto dei film recenti. Commedie romantiche o drammatiche che cercano di non essere collocate in un determinato tempo, ma che risultano solamente datate tra costumi, scenografia e fotografia. All’inizio la cosa poteva anche incuriosire, ma a lungo andare a me dà noia.
Mchan
In realtà ti confesso che la cromaticità è una delle poche cose carine del film.
La protagonista si veste come uan 12enne quindi sfoggia sembre calze dagli improbabili colori, buffi cappelli, magliette ridicole. Anche la campagna, spesso presente, ha bei colori.
La scenografia non male, insomma.
E’ tutto il resto che fa tremendamente schifo.
A me invece lei dal trailer sembrava appena uscita dagli anni ’40. Tanto che pensavo che fosse ambientato in quell’epoca e poi si vede lui che parla al cellulare. E’ questo che mi fa strano.
Mchan
è molto bucolica l’ambientazione, di qui il tuo fraintendimento.
Comunque fai bene a non guardarlo, ti risparmi un bel travaso di bile!!!
Noooooo!!!!
Sulla Coca Cola siamo d’accordo, non c’è che dire, ma sul film non potrei dissentire di più!
Per te è disonesto, per me al contrario è mille volte più onesto della media. Perché mette delle basi (che poi possono essere belle o brutte, non importa) e poi invece di cadere nella soluzione impossibile per far felici tutti, rispetta quelle basi con un finale che è assolutamente logico e inevitabile –> credibile. Un finale a mio avviso bellissimo proprio perché lontano dalla melassa e da quella felicità irreale tipica di moltissima commedia romantica. C’è infatti uno strano senso di spaesamento nel finale, un misto incomprensibile tra malinconia e gioia di vivere (merito soprattutto di una strabiliante Emilia Clarke), qualcosa di complesso insomma, che secondo me si avvicina molto ai sentimenti reali che ci capita di provare nella vita. A me ha fatto impazzire.
Giacchè io guardo (e gradisco) i film sentimentali tratti dai romanzi di Nicholas Sparks non posso esssere nella condizione di criticare gli altrui gusti, anche quando difendono e lodano ciò che per me non può avere i crismi dell’accettabilità.
Comprendo il tuo punto di vista e lo rispetto perchè ha le sue indubbie ragioni: effettivamente il finale “amaro” da un tocco di credibilità alla storia collocandola in un universo meno ideale e stereotipato. Peccato che però tutto il resto del film sia proprio infarcito di ideali e stereotipi, una raccolta di topoi cinematografici e narrativi messi insieme senza troppa attenzione e senza le limature e le incollature di cesello che invece sono indispensabili.
– il lui bello e sfigato
– la lei carina, incompresa e maltrattata
– la ex di lui stronza che va col migliore amico
– il fidanzato di lei egoista e fissato
– i genitori di lei che sembrano usciti da una fiaba dei Grimm
– i genitori di lui che sembrano usciti da un romanzo di Jane Austen
– il fisioterapista che sembra un transfugo di E.R.
– i paesaggi bucolici
– i colori degli abiti di lei
Troppa roba perchè io riesca a digerirla.
E poi, diciamocela tutta, la Clarke sta meglio bionda 😛
PS: sempre lieto di leggerti però! Anche (e soprattutto) quando siamo in disaccordo!!!!
Alziamo le mani, Khaleesi non si batte. Non scherziamo.
Ma tornando a noi, per me è tutto volutamente così ed è anche tutto funzionale al racconto. Non l’ho trovato così raffazzonato come dici. Nell’elenco che mi hai fatto non vedo neanche cosa ci sia di tanto male (non dimentichiamoci che la commedia romantica è un genere cinematografico a sé stante, con certe regole, caratteristiche ecc. che non vanno prese alla lettera, ma intorno alle quali devi comunque orbitare), anzi. Secondo me è un film molto intelligente che è riuscito a non farsi odiare nonostante le premesse. Anche la protagonista sulla carta è l’incarnazione dell’insopportabilità, ma sullo schermo è irresistibile. Ancora una volta sento il dovere di sottolineare la grande prova della Clarke! Con quelle sopracciglia fenomenali, è lei che da un senso e una credibilità al tutto.
Ovvio non sto dicendo che sia il film del secolo, ma solo che per me funziona alla grande.
Opinioni discutibili, senz’altro, ma è sempre un grande piacere discuterne con te! 😀
Hai perfettamente ragione sul fatto che la commedia romantica poggi su clichè predefiniti e riconoscibili e giustamente non può astenersene. Tuttavia (ma tanto qui non saremo mai d’accordo, mi sa 😀 ) in Io prima di te questi topoi vengono, secondo me, attaccati ma non fusi, avvicinati ma non uniti,creando un effetto artificioso che non sono riuscito a digerire.
Poco più sotto, parlando con wayne, mi è sovvenuta un’altra commedia romantica, questa si meravigliosa, che ha molti punti in comune con questo film: essere tratta da un romanzo di successo, avere tanti elementi stereotipati nella trama, il tragico finale. In quel caso però, il risultato fu a mio parere infinitamente superiore. Sto parlando di One day: non so se abbia visto il film o letto il libro (io solo film), comunque ti consiglio di recuperarli. Magari la mia vecchissima recensione potrà convincerti a farlo, oppure no 😀 https://lapinsu.wordpress.com/2013/07/08/one-day/
Nooo!! Questo maledetto film mi perseguita! Come se il mondo me lo volesse far vedere per forza. Soprattutto la mia ragazza che ne è innamorata pazza. Me ne hanno parlato in tantissimi e mi hanno anche spoilerato il finale… quindi più o meno un’idea di quello che è il film me la sono già fatta, per questo motivo faccio fatica a decidere di vederlo. Ma adesso ho letto la tua recensione e vaffan*ulo me lo vedo stasera.
ahahahha zack
il tuo è uno dei vaffanculo più deliziosi che mi sia mai preso ahahahaha
COmunque ti dico subito una cosa: tutte le persone che me ne avevano parlato prima che lo vedessi lo avevano affossato. Molti avevano letto il libro, quindi se ne uscivano con il più classico dei leit-motif è meglio il libro del film. Altri invece l’avevano trovato semplicemente stucchevole e noioso.
Io ne restai folgorati per una serie di motivi anche slegati al film in sè e ne serbo nel cuore un dolce ricordo.
Se alla fine lo vedrai, spero che farà lo stesso effetto su di te.
E soprattutto spero che non tornerai a mandarmi veramente a quel paese per averti convinto a vedere un film di merda 😀
Ahahah! Ti farò sapere! 😉
Non ho visto Io prima di te, per il motivo che ti spiegai 3 anni fa quando recensisti La ricerca della felicità: quando un film ha troppo successo guardarlo diventa quasi un obbligo, e io, da spirito libero quale sono, a quel punto mi ribello e non lo guardo per principio.
Ho fatto solo un’eccezione: Checco Zalone. Tra il 2015 e il 2016 ho guardato tutti e 4 i suoi film, ed è stata una vera goduria. L’unico che ho apprezzato poco è stato Sole a catinelle: negli altri 3 ridi dal primo all’ultimo minuto, lì invece c’è solo una manciata di battute riuscite, e anche quelle sono poco divertenti per la media di Zalone.
Tornando a Io prima di te, c’è anche un altro motivo per cui l’ho evitato: la trama tragica. Salvo rare eccezioni (Almodovar e i film tratti dai libri di John Green), se un film spinge troppo sul tasto della tragedia io preferisco passare oltre.
La tua recensione si pone un obiettivo che ho tentato di raggiungere anch’io in alcuni miei post: legare degli argomenti che non c’entrano nulla tra loro. Tu ci sei riuscito benissimo, perché il tuo discorso non fa una piega: come la Coca Cola è una bevanda che va servita in determinati modi per piacere, così anche i film sentimentali, se non vengono preparati dalla mano giusta, finiranno per non piacere anche ad un super fan del genere come te.
Riguardo alla Coca Cola, pensa che non la bevo addirittura da 13 anni. All’inizio del liceo infatti cominciai a tenere molto alla mia igiene orale, e quindi eliminai completamente questa bevanda, che danneggia lo smalto in maniera devastante. Ricordo ancora l’ultimo sorso che mi concessi, nel lontano 2003: ero in vacanza a Madrid, in Spagna avevano introdotto la Pepsi Twist (che in Italia ancora non c’era), e io per curiosità ne bevvi una lattina. Era semplicemente squisita. Stai a vedere che mi concedo uno strappo alla regola, e ne compro una bottiglia al supermercato… 🙂
Non saprei stare senza cocacola.
Mi piace troppo.
Pensa che quanto mia moglie era incinta, per solidarietà, mi sono astenuto dal bere alcolici o mangiare affettati perchè lei non poteva. Epperò compravo la coca senza caffeina per continuare a poterla bere, sia io che lei, perchè no potevo proprio rinunciarvi.
Hai quindi tutta la mia stima per cotanta forza volontà, ma contemporaneamente anche la mia disistima perchè NON SI PUO’ rinunciare alla coca!!!
Passando al film, non sapevo ( veramente) che forzasse molto la leva della tragedia. La cosa, in termini assoluti, non mi disgusta purchè lo stratagemma non sia fine a se stesso e sia condotto con un certo stile, come ad esempio in One Day, gran bel film sentimentale senza lieto fine ma con tante emozioni coinvolgenti.
Mi citi John Green e mi viene un film che non abbiamo mai avuto (o almeno mi pare) occasione per commentare: Città di carta.
DOpo Colpa delle stelle mi aspettavo qualcosa di più, dico sul serio. Non ho letto il libro tuttavia la pellicola è veramente deludente, complice una storia molto poco coinvolgente e un casting assolutamente deficitario. Cara Delevigne è per un mistero: modella di lingerie pur avendo uno dei corpi più androgini in circolazione, attrice lanciatissima pur avendo la stessa espressività di uno scaldabagno, sex-symbol emergente pur mostrando una bellezza scarna e poco intrigante. E in città di carta affossa lei per prima una pellicola già difettosa di suo.
Peccato.
Non ho visto Città di carta, ma non mi stupisce che faccia schifo, perché anche il romanzo non è un granché. Cercando Alaska sarebbe stato un libro molto più adatto per continuare a spremere sul grande schermo il limone John Green.
Tra l’altro questo scrittore ha un difetto che in Città di carta emerge in modo molto evidente: non sa scrivere le scene comiche. Gli vengono in mente delle gag da antologia, ma al momento di metterle sulla carta non riesce a descriverle in modo da risultare divertente. E’ un po’ come quelle persone che non sanno raccontare le barzellette, e quindi non riuscirebbero a far ridere neanche riciclando tutto il repertorio di Gino Bramieri.
Riguardo a Cara Delevigne, adesso vanno di moda le “belle e stronze”: lei ha esattamente quel tipo di faccia, e quindi è capitata nello showbiz al momento giusto. A me piacciono di più le attrici dal sorriso dolce, e quindi aspetto fiducioso che tornino di moda. 🙂
Assolutamente d’accordo sulle belle-stronze: ora vanno di moda e lei ne è avvantaggiata. Voglio solo sperare che la sua totale inettitudine la releghi a pellicole di serie c, quindi fuori dai miei radar cinefili, perchè vederla in video mi dà proprio urto.
Non conosco Green come scrittore (è molto lontano dai miei gusti letterari) tuttavia Colpa delle stelle pur essendo una storia un po’ “telefonata” mi era piaciuto perchè è un film onesto, che nonostante il tema non preme troppo il tasto della tragedia e della lacrima facile.
Città di carta vorebbe essere più teen-movie in senso stretto, ma totalmente privo di magia.
Il tuo riferimento a Bramieri poi mi ha fatto ricordare un vecchissimo libro che girava per casa quand’ero bambino nel quale erano raccolte tutte le sue barzellette. Ricordo che mamma mi sgridò a bestia quando mi beccò a leggerlo perchè c’eranomolte barzellette sconce che, ovviamente, erano quelle che più mi piacevano 😀
Bramieri ha fatto in tempo a diventare anche un mio idolo d’infanzia. Nei suoi ultimi anni infatti recitò da protagonista in una serie tv, Nonno Felice, che era di una comicità semplicemente strepitosa. Ma che ne sanno i 2000! 🙂 Adesso torno alla mia amata Shades of Blue. presto! 🙂
Nonno felice!!!!
che ricordi”!!
Una delle poche sitcom italiane meritevoli.
Shades of blue l ho cominciato stasera, ma non jho potuto terminare la visione del primo episodio perchè mia moglie è crolalta dal sonno e quindi ho preferito stoppare per aspettarla.
Però i primi minuti promettono bene!!!
Un film che mi hanno raccontato e da cui già pensavo di astenermi, ora ho un confortante parere in più che va nella stessa direzione.
Anyway, anch’io trovo che la sora Emilia stia di gran lunga meglio in biondo platino, se poi in leggere vesti e pure in arcione a un bel drago fiammeggiante, è il massimo 😉
Ecco, le leggere vesti della Clarke son sempre bene accette e quel punto, ti dirò, potrei sorvolare sul più bruno colore di capelli 😛
Lapi,tu confermi il mio “neanche morta” di mesi fa quando mia sorella mi chiese se volessi andare al cinema con lei e le sue amiche a vederlo… Grazie,amico mio ❤
Conosci le mie più selvagge perversioni, cine, per cui sai benissimo che certi film vanno visti ANCHE e SOPRATUTTO perchè orribili.
Ebbene, Io senza di te è un film non solo brutto (il che potrebbe essere addirittura un pregio) ma addirittura vuoto, il che chiude ogni discussione perchè un film vuoto non merita nemmeno di esistere.
Facesti quindi benissimo a dare buca alla sorella che, anzi, avresti dovuto punire per il semplice fatto di averti invitata a vedere questa monnezza.
Ma dovrei punirla anche per cose peggiori allora!
non riesco ad immagine cosa ci sia di peggiore rispetto a questo film
comunque punisci pure, punisci duramente!!!!!
Questo è il mio problema con i film sentimentalisti: il più delle volte le emozioni che cerca di darti sono costruiti a tavolino. Sono artificiali e false. Cercano in tutti modi di commuoverti e farti piangere andando poi a diventare storie tremendamente mielose. Mi piacerebbe vedere film sentimentale che riesca a trasmettere emozioni vere.
Il tuo appunto al genere “sentimentale” e “romantico” è sicuramente giustificato: tante pellicole scadono nel mieloso, nel prevedibile, nell’artefatto.
I sentimenti, d’altronde, son materia melliflua ed è difficile raccontarne senza inciampare in qualche tranello.
A me questo genere piace comunque, anche quando non riesce a uscire dalle paludi della prevedibilità, purchè però la storia, i personaggi e le emozioni siano raccontati con schiettezza, senza pretese senza artifizi senza pericolosi camouflage.
Tuttavia, in questo oceano di prevedibilità, ci sono piccole sparute gocce che somigliano a perle, ovvero film romantici e sentimentali che però trattano i sentimenti con grazia rispetto e sincerità.
Te ne elenco alcuni dei quali ti consiglio caldamente la visione. Per alcuni di essi ho scritto anche delle recensioni che magari potranno aiutarti a convincerti se vederli oppure no:
Questione di tempo (2013) https://lapinsu.wordpress.com/2014/02/14/questione-di-tempo-ovvero-lelogio-della-vita-semplice/
Non ti muovere (2004) https://lapinsu.wordpress.com/2015/10/07/i-film-che-mi-hanno-fatto-piangere/
Noi siamo infinito (2012) https://lapinsu.wordpress.com/2015/04/16/noi-siamo-infinito/
Espiazione (2007)
One Day (2011) https://lapinsu.wordpress.com/2013/07/08/one-day/
Julie & Julia (2009) https://lapinsu.wordpress.com/2015/07/02/julie-and-julia/
Paura d’amare (1991)
Elizabethtown (2005) https://lapinsu.wordpress.com/2015/05/07/elizabethtown/
Dei film citati conosco benissimo Espiazione, One Day e Noi siamo infinito. Quest’ultimo mi sorprese parecchio. Cercherò di recuperare gli altri.
Questione di tempo e Julia & Julie sono autentici gioiellini, tra l’altro firmati da due sopraffini artisti sia della regia che della sceneggiatura, vale a dire Richard Curtis e la compianta Norah Ephron
Elizabethtown è qualcosa di favoloso. L’avrò visto almeno 3 volte, ed è sempre favoloso!!!
Anche io l’ho visto più volte e sempre con piacere.
Ci sono, in fondo, due tipi di film belli:
– quelli che dicono tutto subito
– quelli che hanno tante cose da dire
Questa seconda categoria è la mia preferita, perchè puoi vederli e rivederli senza stancarti mai. Ed Elizabeth Town è una perla in questo senso!!!!!
Concordo assolutamente con te!!
Wow!! Me l’hai distrutto. Ed io che ero proprio curioso di vederlo. Emilia Clarke mi piace, ed ero proprio curioso di vederla in questi panni. Mi sa che aspetterò un momento buono per vederlo…se lo farò, a questo punto…
P.S. la coca-cola nei bicchieri di carta, alla spina, col ghiaccio è il peggio che si possa bere. E’ tutto tranne che Coca-Cola!!
Emilia Clarke è carina e mediamente brava. Qui la sua bellezza è mortificata da vestiti ridicoli (pare una tredicenne) e lei, pur disimpegnandosi bene, non riesce a risollevare le sorti del film.
Magari guardalo in dolce compagnia, magari alla tua lei piacerà 😀
Seguirò il tuo consiglio 😀
Ho visto One Day. MALEDETTO.
ahahahahahaha
Quel MALEDETTO si presta a mutevoli interpretazioni….
Potrebbe averti disgustato e quindi senti la necessità di maledermi per averti fatto perdere tempo. Tuttavia potrebbe anche esserti piaciuto, suscitando però emozioni controverse: vorresti che non ti piacesse ma non puoi comandare il gradimento e quindi ce l’hai con me per averti fatto scoprire un lato nascosto e perverso della tua cinefilia, una sorta di Lato Oscuro dotato di un potentissimo richiamo.
Giacchè il Lato Oscuro mi ha già sopraffatto tempo fa e so quando distruttivo possa essere il suo potere, posso solo sperare per te che il tuo anatema sia figlio dello schifo suscitato dal film.
😀 😀 😀 😀 😀 😀
MALEDETTO PERCHÈ HO AVUTO UN GROPPONE IN GOLA GRANDE QUANTO UNA CASA E PORCODDIO MI È PIACIUTO TANTISSIMO MANNAGGIA LE MALEDIZIONI.
ahahhah
mi fai morire Zack!!!!
Però dai son lieto che ti sia piaciuto!!!!!
E poi così hai fatto contenta anche la tua ragazza che te l’aveva consigliato!!!!!
Ahahahah! Sì infatti lei è contentissima e anche io mi sono felice di essermi tolto un bel peso di dosso. 😀
Malgrado le tantissime rassicurazioni (amicali ed etiche) che tra blogger ci scambiamo sempre, ogni qual volta riceviamo un commento in disaccordo con una nostra opinione, io mi sento ugualmente a disagio nel dissentire con un blogger che stimo e che addirittura considero amico…
Ho letto quasi in contemporanea (dopo un periodo di assenza lungo e lugubre… ma dal quale sto tornando più agguerrito che mai!) sia questo tuo post, sia il penultimo di Zack e proprio in quello del nostro comune amico, egli, tra i commenti sottostanti, risponde in modo simpatico ad un suo follower che esprimeva opioni discordanti sui giudizi, per altro molto taglienti, con cui il nostro Zaccaria aveva appena stroncato il film di Tom Ford; parimenti, anche qui da te, nel tuo sempre appassionante circolo di dopo-lavoro cazzutissimo, lo stesso Zack ha simpaticissimamente espresso parere opposto al tuo sul film che hai recensito ed è proprio in quell’istante che io ho provato il famoso disagio… di nuovo… come l’ebbi quando tu (maledetto!) stroncasti senza appello un film-ONE come “District 9” o addirittura un’altra pellicola per me assai pregevole come la tanto da te odiata “The Lobster“, perché, pur sapendo che sia tu che Zack siete due amici aperti alle critiche, dire ad uno dei due che secondo me sta prendendo un granchio non mi fa ugualmente piacere…
Sia chiaro che in questi cadi, perme, a nulla vale, come sollievo, il riconoscere la bellezza della recensione o l’intelligenza del commento dell’amico, perché non è solo un fatto logico, quanto proprio la distonia del non essere sulla stessa lunghezza d’onda che mi dà il malumore (fattene una ragione, mi direbbe la coscienza…che cazzo!…).
Il mio animo (sempre diviso tra ragione e sentimento, un po’ come Spock, eh, eh!) si diverte infatti un mondo, quando invece può scambiare con un amico e un collega battute di gaudio, mostrando piacere per un comune godimento (“Che figata, non è vero?“, “E quella scena? Ooooh, bellissima…” e così via, con chiacchiera da birreria, in cui gli aggettivi si sovrappongono ai sostantivi e l’alcol ha la meglio sulla sintassi e la consecutio).
Insomma, rinunciare a questo divertimento mi scoccia assai!
Questa volta, nello specifico, il mio dissenso non va a te, ma all’amico Zack, con cui invece, ad onor del vero, concordo sulle critiche estetiche ai vari film in molte più occasioni di quanto non faccia con te ( vedi i due esempi sopra…), ma non oggi, non per questo film, perché anch’io, come te, ritengo il film “Me Before You” un’opera indegna, ipocrita, supponente, presuntuosamente snob, inutile sia narrativamente sia stilisticamente, ovvero una stronzata fenomenale!
Mi sono appositamente fatto del male guardandolo, perché già conoscevo la trama del romanzo (me l’aveva raccontata tutto una delle ex-fidanzate di mio figlio) e per questo motivo mi ero tenuto alla larga dal film (abborro il genere e mi ero già scottato in passato, leggendo l’orrido “Silver Bay“, il secondo libro della stessa autrice pubblicato da Mondadori, spinto allora dal successo planetario di questa ex-giornalista britannica… a cui penso dovrebbero togliere il diritto di pubblicare…) e sapevo quindi che la storia era terribile (quella cosa delle calze a righe non la penserebbe nemmeno un pavone…), ma poi fui attirato dalle contestazioni (acute ed intriganti) di Zack ed avevo sperato (sul serio) di vedere qualcosa di diverso dal libro, qualcosa che tu, forse, non avevi magari gradito perché estimatore comunque di un genere che io invece, come detto, non accolgo proprio… ma no, ma no, il libro è un cesso ed il film lo segue fin dentro lo sciacquone…
Anche il finale del film (fedelissimo al romanzo, si sappia, senza che nessuno abbia inventato nulla di nuovo nella trasposizione cinematografica) non ricerca diversità realistica, ma è solo un mero strattagema ulteriormente piagnucoloso… ma cazzo, cazzo, cazzo, mi compro delle cipolle se voglio piangere o mi guardo Dumbo, ma certo non perderò mai più un secondo della mia vita da mortale (mi hanno ahimè sconfitto nella battaglia tra gli Highlander…) a vedere un film tratto da un libro dell’atroce megera infingarda e ipocrita Jojo Moyes (ma che porcheria di nome, tra l’altro… che se ne resti nella sua fottuta fattoria a contare le sue tante sterline, nel cui mucchio, però, non troverà mai più le mie!)…
Tornando al film, capisco benissimo che un animo irriverente e fannullonico, nonchè straordinariamente colto per la sua età, come Zack sia potuto cadere nella trappola visiva dell’altrettanto melliflua ed Thea Sharrock (per molti, aspetti una regista teatrale radical chic, convinta che come un Re Mida scatologico, anche lei possa permettersi di toccare la merda e trasformarla in oro…), perché effettivamente la cifra recitativa imposta alla brava e bella Emilia Clarke è sopra le righe, inconsueta, bizzarra, ma non per questo adatta… se Hopkins mi recita la lista della spesa con l’intonazione ed il trasporto drammatico che avrebbe destinato al monologo di Marcantonio di Shakespeare, questo suo agire non renderà la lista una poesia ed anzi ne impedirà la comprensione per l’unico scopo che aveva ovvero guidare qualcuno nell’acquisto di ciò che serve e nulla più.
Onore e gloria, quindi, alla nostra Daenerys Targaryen, bravissima come lo è stata Amy Adams nel film di Ford che Zack ha giustamente stroncato e per gli stessi motivi per cui tu ed io abbiamo stroncato questo filmetto: aver mascherato da giullare un semplice coglione, che invece di irridere in modo sarcastico e sagace i costumi sociali, si limita a bofonchiare vuote cazzate in abiti imbellettati, cercando di fornire una patente di intellettualità a chi altrimenti si fosse vergognato di pagare il biglietto per farsi quattro lacrimoni!
Tu e Zack, con i vostri due post, avete ognuno per il suo verso smascherato l’ipocrisia del voglio ma non posso, mettendo a nudo il re e ridendo del suo pisellino al vento…
Mi inchino dinanzi a cotanta potenza espressiva. Grande Kasa!
Continuo a dissentire e a non vederci nulla di particolarmente male in Me Before You (visto senza sapere nulla del libro, a parte il fatto che esiste), continuo a pensare che sia anzi un ottimo prodotto nel suo genere (non il migliore, ma meglio sicuramente di molti altri film simili) ma soprattutto continuo a pensare che la prova di Emilia Clarke sia sì sopra le righe ma anche controllatissima e più che adatta al contesto. Il personaggio È sopra le righe (per cui magari ce la dobbiamo prendere con l’autrice del romanzo o della sceneggiatura), ma la Clarke per me la rende tutto sommato naturale, sopportabile e credibile. Sulla carta avrei dovuto strapparmi i capelli vedendola in scena, ero anche psicologicamente pronto a farlo, ma stranamente non è andata così. Un motivo ci sarà.
Tuttavia, al di là di qualsivoglia analisi filmica prettamente tecnica, c’è sempre da considerare anche quel fondamentale concetto capatondiano per il quale MA A ME CHE ME NE FREGA A ME!? che tiro in ballo non tanto per evitare la battaglia e fare finta di niente, ma perché sappiamo benissimo che il punto della questione è chiaramente un altro: il Maestro Kasabake ha detto PISELLINO!!!
Mi inchino io di fronte a tanta signorilità… siamo tutti degli gnomi di fronte alla solare serenità di chi, come te, non ha bisogno di farsi un trompe l’oeil a forma di tunnel sopra il pube per mostrare di averlo più lungo…
M’inchino io di fronte all’orgogliosa umiltà del vero signore, Zack…
P.S. Ho ritrovato il commento che avevo perso, con tanto di link di YouTube… ora te lo sparo su Animali Fantastici… ehm, Notturni…
Kasabake dice pisellino.
Zack dice pube.
Allora io sento in diritto, anzi no, in DOVERE di dire TETTE. Anzi di urlarlo.ù
E per farlo uso un filmato uscito ieri e che ha già calamitato i miei occhi e i miei pensieri.
Viva l’estate, viva le tette, viva Baywatch!!!
Quando esprimo un’opinione non cerco mai il consenso altrui: i sorrisi e i complimenti fini a se stessi vanno bene in un circolo di cucito, non tra amici sinceri. Perchè quando si discute fra amici sinceri non è importante chi abbia ragione (cosa è poi la ragione se non una mera convenzione?) bensì l’arrichimento derivante dal confronto sia esso figlio del disaccordo o della unità di sentimenti.
Detto ciò, sorvolo allegramente sul “pisellino” già debitamente evidenziato da zack e plano come un condor sulle prede adocchiando altre tue parole che hanno catturato la mia attenzione ermenautica:
LUGUBRE: il fatto che tu abbia abbinato questo aggettivo ad un periodo della tua vita coinciso con la tua assenza qui mi affligge. Mi auguro solo che questa oscurità sia ormai alle tue spalle e che alto su di te il sole sia tornato a splendere
il libro è un cesso ed il film lo segue fin dentro lo sciacquone: avrei potuto risparmiare a te e a tutti oltre 600 parole e scrivere solo questa semplice frase come recensione del film, perchè effettivamente una tale schifezza non vale nè il tempo nè le parole che ho gli ho dedicato
Jojo Moyes: il suo assurdo nome mi ha ricordato quello di una ostacolista statunitense per cui ero andato in fissa ai tempi delle olimpiadi londinesi, Lolo Jones

una delle ex-fidanzate di mio figlio: immaginare tuo figlio come tombeur de femmes nell’uggiosa Bologna di fine 2016 è senz’altro più piacevole che pensare al lontano dì in mia figlia porterà a cena il suo fidanzato (o fidanzata: non nego che in tal caso ne resterei sbigottito, salvo poi schiudere il sorriso alla felicità di mia figlia).
Chiunque esso sia, comunque, sarà accolto con la giovialità e la gentilezza con cui John “Swarzy” Matrix difende Alyssa Milano in Commando o De Niro tutela Teri Polo in Ti presento i miei. Sarò un suocero adorabile, già lo so.
Ti dirò una cosa che probabilmente farà ribaltare il tuo io futuro nella tomba: non bevo Coca-Cola da tipo 11 anni 😛
Non è una scelta politica ne tanto meno alimentare, semplicemente ha smesso di darmi piacere [da bambino me lo sparavo dritto in vena] così a tavola, nei ristoranti e nei fast-food ho cominciato a valutare altre opzioni e da lì non ho più sentito la necessità di abbeverarmi di Coca.
Bevande a parte però valuto sempre il tuo giudizio su un determinato film e siccome già questo “Io Prima di Te” mi interessava quanto a una bertuccia in Marocco interessa del nostro cambio di governo [il trailer era penoso] credo che lo eviterò come la peste senza pensarci due volte!
Vai così!
la differenza tra me e te è che tu sai ancora razionalizzare: se il tuo sesto senso ti dice che un film è brutto, tu non lo guardi.
Io, al contrario, se intuisco che un film è brutto, LO DEVO GUARDARE.
Alla faccia del governo e delle bertucce marocchine…
È veramente un film molto bello anche se non condivido pienamente il suo significato.